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Intervista ad Andrea
Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci
di [user #16140] - pubblicato il

Il duro lavoro e la dedizione accompagnati da un grande talento, lo hanno scortato nel percorso che lo ha portato a essere un batterista apprezzatissimo. Il popolo di Internet lo conosce semplicemente come Vadrum, nome ormai sinonimo di creatività e qualità. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per scoprire cosa è cambiato dall'ultima volta che lo abbiamo incontrato (2011).
Il duro lavoro e la dedizione accompagnati da un grande talento, lo hanno scortato nel percorso che lo ha portato a essere un batterista apprezzatissimo. Il popolo di Internet lo conosce semplicemente come Vadrum, nome ormai sinonimo di creatività e qualità. Nel gennaio del 2011 vedeva la luce "Classical Drumming", per l'occasione avevamo rivolto qualche domanda ad Andrea. Da allora tanto è cambiato musicalmente nella sua vita di musicista. Gli abbiamo quindi rivolto qualche domanda per scoprire cosa è cambiato dall'ultima volta che lo abbiamo incontrato.

E' passato poco più di un anno dalla nostra ultima intervista. Nel frattempo sono cambiate (in positivo direi) tantissime cose nella tua vita da musicista. Vuoi elencarcele?

Innanzitutto un caro saluto a tutti, redazione, collaboratori e lettori di Ritmi…vedo che tante cose sono cambiate in meglio non solo nella mia vita, a quanto pare! :-)
L’ultima volta che ci siamo sentiti avevo appena “sfornato” il mio primo album da solista “Classical Drumming” dopo un intenso e appassionante periodo di lavoro in studio e non potevo assolutamente immaginare cosa sarebbe successo di li a poco: il primo posto in classifica in più Paesi, una tournée da solista e varie esperienze da turnista, le mie prime clinic didattiche, uno spot per il governo, un album con Roy Paci e, non ultimo, 2 contratti di endorsement con i marchi che preferisco. Insomma, due anni decisamente movimentati!

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Come è andato (e come va) il tuo progetto da solista Classical Drumming?
Il disco mi ha dato non poche soddisfazioni ed è stato accolto molto bene da più direzioni. Ovviamente c'era una certa attesa da parte dei miei “follower internettiani” e, dalle recensioni ricevute, il disco sembra non aver deluso le aspettative. Una delle maggiori soddisfazioni è stato ricevere feedback positivi da musicisti e personaggi appartenenti alla sfera classica. Temevo di essere “mangiato” per aver interpretato - in chiave più movimentata e con uno strumento moderno - grandi classici del genere. Invece ho potuto constatare spesso e volentieri una certa apertura mentale, al contrario di quanto si possa pensare, e ho ricevuto un’accoglienza che davvero non mi aspettavo.
In termini di vendite - come accennavo - il disco ha ottenuto il primo posto in classifica su Amazon Mp3 in Giappone, Francia e Stati Uniti. Più recentemente, anche sul portale italiano. Un risultato sorprendente e assolutamente inaspettato, considerando che parliamo di un’autoproduzione (sotto ogni aspetto) e senza dimenticare che, anche se la mia performance è molto “rock”, si tratta pur sempre di un disco di musica classica!

Quale è stata la reazione del pubblico nei vari concerti dal vivo? Insomma, è piuttosto insolito trovare un batterista al centro del palco che suona con un'orchestra.
Dopo la pubblicazione del CD ho avuto il piacere di portare in giro il progetto in alcuni teatri e piazze italiane, in due differenti modalità. Nel primo caso in versione batteria e orchestra (così come da album), nel secondo caso da solo con il mio set, suonando sulle tracce orchestrali pre-registrate (ovviamente tratte dalle sessioni di registrazione dell’album). Oltre alla prima formula, anche questa seconda modalità, dettata da ovvi motivi di budget, si è rivelata un grande successo a mia grande sorpresa. Non avrei mai immaginato di poter riempire una piazza, coinvolgendo persone di tutte le età, suonando su di un palco per quasi due ore semplicemente con la batteria e nient’altro! E' stato fantastico condividere l’energia, i sorrisi e l’entusiasmo con un pubblico così eterogeneo, celebrando e facendo scoprire i classici intramontabili anche alle nuove generazioni.

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Accennavi ad altre esperienze dal vivo e in studio. Vuoi parlarcene?
Parallelamente al tour da solista (talvolta arricchito dalla presenza di alcuni special guest come il grande violinista leccese Alessandro Quarta), ho avviato un’intensa attività live, principalmente nel sud Italia, accompagnando band e musicisti di estrazioni varie e cimentandomi con una grande varietà di generi musicali e di situazioni dal vivo (ma anche in studio!). Tra gli altri, ho avuto il piacere di esibirmi con il grande chitarrista Andrea Braido in una serata esplosiva, caratterizzata dalla totale improvvisazione e dal dialogo in real time.
E ho avuto l’onore di essere stato chiamato da Mr. Roy Paci per entrare a far parte del progetto Corleone, con il quale ho registrato un album in studio e avviato una lunga tournée tuttora in corso (nella quale ho accompagnato in alcune date anche il produttore catanese Marco Pettinato a.k.a. John Lui nel progetto electro-rock “See You Downtown”), toccando alcune location degne di nota, come il Torino Jazz Festival e l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il progetto ha inoltre ottenuto la prestigiosa copertina del mensile “Musica Jazz” dello scorso Maggio.

Senza dilungarmi ulteriormente, tra le altre esperienze che meritano di essere citate, ho iniziato a tenere le mie prime clinic didattiche in Italia, ho continuato a realizzare video batteristici sul mio canale YouTube - che oggi conta incredibilmente più di 70 milioni di visite - e recentemente sono stato scelto per una campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la quale ho realizzato uno spot (che mi vede suonare la batteria con 2 monete da 50 centesimi al posto delle bacchette) andato in onda sulle reti Rai e, ovviamente, presente in rete.

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Sei diventato quindi endorser Tama e Zildjian. Come è nata questa collaborazione?
Prima di registrare il mio album da solista, ho deciso di terminare la mia collaborazione con i marchi per i quali ero endorser, rispettivamente Mapex per le batterie e Meinl per i piatti. Nonostante l’ottimo rapporto personale con le aziende, ho avvertito la necessità di fare un passo indietro, per potermi sentire libero di utilizzare qualsiasi strumento - e quindi marchio - per la realizzazione della mia “opera prima”. Questo anche per poter riprendere quel percorso di ricerca del sound ideale che avevo interrotto nel momento in cui ho avuto la possibilità di diventare endorser per queste due grandi aziende.
Così, dopo un periodo di prove e sperimentazioni varie, sono tornato sui miei passi, ricominciando a suonare gli strumenti che già avevo in casa e con i quali ho realizzato i primi esperimenti su YouTube (Super Mario compreso). Sono così inevitabilmente tornato ai miei primi amori, i due marchi che ho sempre apprezzato maggiormente e che, dopo tanti anni, riflettevano a pieno la mia personalità musicale: Tama e Zildjian.
Dopo l’uscita dell’album, ho avuto l’opportunità di ufficializzare i rapporti diventando endorser per gli strumenti prodotti dai due marchi, entrambi importati in Italia da un’unica realtà - Mogar Music - con la quale ho subito stabilito un grande rapporto professionale e personale.

Per la scelta del tuo attuale set con i nuovi marchi (fusti e piatti), hai ricalcato il tuo set precedente o sei ripartito da zero?
Avendo ufficializzato il rapporto a cd pubblicato, ho fatto l’”upgrade” della mia strumentazione senza però allontanarmi troppo dalla configurazione e dalle misure utilizzate per la registrazione dello stesso, dato che la necessità principale era quella di avere uno strumento in grado di riprodurre dal vivo le sonorità – e le parti di batteria – presenti nell’album.

Nello specifico sono passato dal suonare una Tama “Superstar” in betulla ad un nuovo set Tama “Starclassic Performer B/B” che, tra i vari upgrade, agli strati di betulla ne unisce alcuni in bubinga, andando quindi ad arricchire quel suono senza però snaturarlo. Le qualità sonore dei due set sono simili anche per la presenza dei cerchi Die-Cast su tutti i fusti, una delle caratteristiche di mamma Tama che indubbiamente preferisco.

Le misure (cassa da 22” e tom da 10”, 12”, 14” e 16”) sono rimaste inalterate, così come la configurazione del set, ma per provare qualcosa di leggermente diverso, ho preso dei fusti “Hyper-Drive”, ossia più corti rispetto alle misure standard. Tutto ciò, a livello sonoro si traduce in più attacco e definizione e dal punto di vista pratico, ciò mi ha permesso di abbassare un po’ l’altezza dei tom, senza doverli inclinare eccessivamente e soprattutto senza dover rinunciare alla cassa da 22” (che ha un gran bella botta…vero rockers?!).

Per quanto riguarda i piatti, ho confermato quasi tutti i modelli Zildjian che ho suonato per anni, andando solamente a sostituire i crash della mitica serie “Z Custom” (che nel frattempo ha subìto un upgrade) con degli “A Custom Projection” (più leggeri e versatili ma non meno taglienti) e facendo qualche sostituzione minore, mantenendo però bene o male le stesse misure.

Bisogna specificare che tutto ciò che ho appena detto fa riferimento al set da solista. Per quanto riguarda invece i concerti, le registrazioni in studio e più in generale le performance con altri artisti, utilizzo spesso e volentieri dei set dalla configurazione molto più “easy”.

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Come è avvenuto il tuo ingresso nella band di Roy Paci?
Il mio ingresso in Corleone - e successivamente in altri progetti collegati a Roy Paci - è avvenuto nella maniera più semplice possibile: sono stato chiamato e convocato personalmente da Roy nel suo studio! Per questo nuovo disco (intitolato “Blaccahénze” e uscito lo scorso Gennaio su etichetta “Etnagigante”), Roy aveva in mente delle sonorità più potenti rispetto all’album precedente, da miscelare con tempi dispari, una buona dose di improvvisazione e pochi preconcetti: caratteristiche e qualità che, a detta sua, era sicuro di trovare nel mio modo di suonare…e spero di non averlo deluso!

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Nel tour hai utilizzato un setup particolare?
Come dicevo, nei progetti non da solista utilizzo sempre dei set più piccoli e seleziono le misure e la configurazione della batteria a seconda del genere, delle caratteristiche del progetto e dell’importanza o meno del mio ruolo al suo interno. Certo, ci sono alcuni elementi che mi porto dietro in ogni contesto, come il mio amato doppio pedale (anche in situazioni “soft” eheheh!), il mio modello di hi-hat che utilizzo da anni e altri piattini.
Cercherò di descrivere in breve il set utilizzato per Corleone: cassa, rullante, tom e timpano (misure standard 22”, 14”, 12” e 16”) e per quanto riguarda i piatti, uno hi-hat da 14”, un crash-ride da 21” e due crash da 17” e 18” sui quali montano due bell rovesciati, rispettivamente da 6” e 8”. Parliamo di misure abbastanza grandi per un suono potente ma versatile allo stesso tempo. Un set dalla configurazione “old school” insomma, ma che non passa mai inosservato… o meglio, inascoltato!

Per tutte le specifiche, i modelli utilizzati e le foto dei vari set, vi invito a consultare il mio sito personale: http://www.vadrum.com

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Chi ha seguito il tuo percorso - almeno su YouTube - ti ha visto prendere percorsi musicali nettamente differenti tra di loro. Quale è però il genere musicale nel quale ti senti più a tuo agio?
E’ vero, mi piace e mi diverte tanto poter spaziare tra i vari generi musicali. Una delle ragioni che alcuni anni fa mi ha spinto ad andare a studiare negli Stati Uniti è stata proprio la voglia di ampliare il mio bagaglio musicale e culturale, cercando di superare limiti e pregiudizi personali e aprendomi all’ascolto – e successivamente alla pratica - di quanti più generi musicali. Il tutto sotto la guida di personaggi autentici e in un Paese caratterizzato da una certa apertura mentale e da una notevole evoluzione e sperimentazione musicale.
Detto questo, è fantastico potersi cimentare con la batteria in più ambiti ma se c’è un genere all’interno del quale sguazzo alla grande, essendo completamente a mio agio, beh, questo è il rock (e derivati)!
Come dicevo, sono un amante del doppio pedale e amo i generi “pestoni”, avendo iniziato da ragazzino proprio suonando questo tipo di musica. Devo dire che mi piace mantenere e portarmi dietro l’attitudine rock anche suonando altri generi. Certo, facendo attenzione alle dinamiche, al linguaggio utilizzato e più in generale al contesto musicale. Ma cercando comunque di “rockeggiare”!

Parliamo della tua ultima creazione su YouTube. Da cosa è nata l'idea di realizzare il video con i 50 intro di batteria (tra l'altro della durata di 05:50)?
Come (immagino) tutti i batteristi, ho sempre avuto un debole per i brani che cominciano con un’introduzione di batteria. E dato che tantissime di queste intro incorporano dei groove e/o fill molto creativi, stimolanti e assolutamente da suonare, non ho resistito all’idea di racchiuderle in un unico medley e di riprodurle in un video realizzato tutto d’un fiato.
Stiamo parlando di 50 tra le più popolari introduzioni di batteria degli ultimi 50 anni e, per giocare un po’ con i numeri, ho racchiuso il tutto in 5 minuti e 50 secondi.
Come specificato nella descrizione del video, ho cercato di risuonare ogni intro in maniera quanto più fedele alle versioni originali, rispettando i BPM e, in alcuni casi, ricreando gli effetti audio delle registrazioni in studio. Alcune intro sono state accorciate e, dove necessario, ho aggiunto delle percussioni, voci e… anche uno scratch di vinile!



Hai qualche nuovo progetto in cantiere?
Al momento sono impegnato nella seconda fase della tournée del progetto Corleone, che sta facendo tappa un po’ in tutta Italia. Parallelamente, come accennato, sono impegnato dietro alle pelli anche nel progetto electro-rock SYD.
Il mio essere in tour, andrà avanti per il resto dell’estate, essendo appena stato ingaggiato inoltre per la nuova e imminente tournée degli Aretuska, l’anima Ska-Reggae-Rocksteady - nonché “main project” - di Roy Paci.

Intervista ad Andrea "Vadrum" Vadrucci

Nel frattempo, per tutti gli amici del web, sto lavorando ad alcune idee che si tradurranno presto in nuovi video presenti sul mio canale YouTube.

Per queste ed altre novità, aggiornamenti, nuovi progetti e più in generale per rimanere in contatto con me, vi consiglio di seguire il mio sito ufficiale (sempre aggiornato) e i miei profili Facebook e Twitter.
Grazie tante, salutoni a tutti voi e… see you around!
andrea vadrucci interviste tama zildjian
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