A musicisti e addetti ai lavori e - forse - più ancora ai semplici ascoltatori appassionati di musica, la lettura di un saggio come quello di Mattia Merlini, “Le ceneri del prog - Quel che resta di un genere della popular music” piacerà tantissimo e farà bene. Perché, come oggi forse nessun altro genere, il Progressive ha maturato una connotazione stilistica vaga e indefinita: un tutto contrario di tutto che piace appiccicare come bollino di qualità e che – una volta apposto - legittima l’autorevolezza delle cose più disparate e variegate, addirittura strampalate. Continua...