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Sono interessato a: Chitarra elettrica.
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Articoli pubblicati

Tino Gonzales Modern day HOBO
di art | 03 ottobre 2006 ore 23:58

Tino Gonzales Modern day HOBOart scrive: É il titolo di uno dei suoi album e descrive bene il personaggio in questione.

Un chitarrista nato a Chicago negli anni 50 da genitori Messicani, poi trasferitosi in Europa. Hobo, un termine che suona strano, dovrebbe significare letteralmente “persona senza casa”, un nomade cui piace girovagare e vivere senza soffermarsi a lungo in un posto. Si potrebbe fare un parallelismo con la sua musica: non si è fermato su di un genere, muovendosi raffinatamente e con naturalezza tra funky, blues, soul, latin, jazz. Con la ritmicitá tipica del popolo Latino, con l´ironia ed il Blues dei neri d´america, racchiude in sé tutti gli elementi necessari per renderlo un grande chitarrista. La sua fama è di granlunga inferiore alla sua bravura.

G&L Asat Special, una tele sotto falso nome
di art | 11 maggio 2006 ore 14:45

G&L Asat Special, una tele sotto falso nomeart scrive: Per noi chitarristi, quando si entra nel giro „compra, vendi, baratta“ a volte si perde di vista lo scopo piú importante di tutto ció: la ricerca del suono. Ho cominciato ad avere la passione per la musica sin da ragazzetto, e poco dopo la passione per il culto dello strumento e tutto ció ad esso legato: voglia di provare e comprare 1000 pedalini, provare diverse chitarre, pickups, amplificatori…

Fender Vintage Player 50 Atzec Gold Mex
di art | 20 dicembre 2005 ore 01:26

art scrive: Ciao a tutti, ho da poco acquistato una stratocaster Mex. Si tratta di una serie limitata, per la precisione "vintage player". Secondo le mie conoscenze appartengono a questa serie la riedizione del ´60 (tastiera in palissandro) e quella del ´50 (tastiera acero) . La chitarra da me acquistata appartiene alla ried. ´50 ed ha le seguenti caratteristiche: corpo ontano massiccio color "aztec Gold"; manico e tastiera in acero (blocco unico) con raggio di curvatura 9,5" con profilo a V, 21 tasti medium-jumbo; pick-up Texas Special; meccaniche vintage (di tipo USA) con perni di diversa altezza a seconda della corda; ponte vintage a 6 viti di tipo vintage USA. L´hardware é dorato ed il battipenna (monostrato, stile ´50) é bianco cosí come i copri-pickup e i controlli di tono e volume. Ultimo dettaglio, etichetta dietro la paletta, con scritto "limited Edition J.W. Black"

musica amore e odio
di art | 08 dicembre 2005 ore 23:18

art scrive: Ciao a tutti, vorrei esprimere la mia situazione musicale attuale e ricevere le vostre impressioni a riguardo. Amo la musica, amo il sentimento che essa mi suscita, amo la possibilitá di esprimermi attraverso essa, amo la sua capacitá di placarmi i nervi, di darmi pace, di alleggerire la mia mente.

Versatilità di un piccolo combo
di art | 27 agosto 2005 ore 23:51

art scrive: Si è spesso discusso a proposito della potenza dei nostri amplificatori e delle loro applicazioni. Per necessitá di spazio, monetaria, di suono, sono orientato verso un piccolo combo a valvole, molto semplice a livello elettronico: 1 cono, vattaggio inferiore ai 30w, meglio se con riverbero. L´ampli in questione lo utilizzerei per suonarci del blues e avvicinarmi ad un suono jazz pure (usando una semiacustica tipo 335 ed una strato). Quindi dovrebbe avere un buon pulito alla base, ma facilmente saturabile alzando il volume, evitando pedali se possibile. Attualmente dispongo di un Trace Elliott Velocette (15w, cono 10", tono, volume), ma mi risulta che l´altoparlante sia troppo piccolo e troppo enfatizzato sulle medie. L´ampli mi soddisfa in alcune situazioni, in altre meno. Ha una bella botta e satura che é una meraviglia se gli si tira il collo a dovere, ma collegato alla semiacustica non trovo il suono clean che desidero. In alternativa ci sono Ampeg J12 (15 w, cono 15), peavey classic, fender Blues Junior ecc... Come effettuereste voi la vostra scelta? meglio orientarsi sui 15 watt senza pedalini, sacrificando un po´il pulito, oppure scegliere un ampli sui 30 watt, buon compromesso tra suonabilitá e soglia-pulito, magari aiutandosi con un overdrive per i suoni distorti?

Poco tempo per suonare, come spenderlo?
di art | 10 febbraio 2005 ore 20:42

art scrive "Dunque vi pongo il mio problema. Studio chitarra jazz da tempo (un paio d´anni). Ho imparato molte (relativamente a quelle che avevo prima) nozioni di armonia, riguardo alla costruzione e sostituzione di accordi, relazione scala-accordo ecc... dando retta alla voglia, alla passione, starei ore ed ore sullo strumento (come tutti voi credo!), purtroppo ho solo poco tempo da potergli dedicare ora. Lavoro all´estero, vivo solo, quindi il tempo residuo é talmente poco che un grande dubbio si é insinuato nella mia mente: ho un´ora o forse un´ora e mezza per studiare, la sera, tra le 22 e le 24,e a quell´ora sono proprio stanco! come posso impiegare questo tempo? vorrei tirar giú qualche fraseggio dai vari cd (Jim Hall, J. Pass, B.Kessell, o da sassofonisti, trombettisti ecc); allo stesso tempo vorrei improvvisare sopra gli standard...ma anche studiare su qualche libro (ho libri di J.Pass, trascrizioni J.Hall, B.Galbraith ecc) e alla fine non combino nulla! cosa fareste voi nella medesima situazione? So che questo poco tempo non mi dará grossi risultati, ma almeno vorrei sfruttarlo nel modo piú costruttivo ed attualmente mi innervosisce da morire il non saperlo sfruttare. Ovviamente vorrei studiare accompagnamento e improvvisazione, di pari passo! Spero di trovare la soluzione al mio problema! grazie a tutti Art"

Gateway to Guitar Improvisation
di art | 17 novembre 2004 ore 00:17

art scrive "Navigando "on the web" alla ricerca di informazioni, idee, consigli utili per la pratica della chitarra jazz, mi imbatto in una recensione. Si tratta di un metodo per chitarristi jazz, dal titolo "Gateway to Guitar Improvisation", autore Tony De Caprio. A commentare il metodo, sottolineandone la qualitá, sono voci importanti quali Jim Hall, Joe Diorio, Jimmy Bruno, Lee Ritenour, mica male! Da quando mi sono immerso (sottolineo immerso!) nello studio della chitarra jazz, sono sempre stato alla ricerca del metodo, o della trascrizione, o della raccolta licks, insomma di ogni cosa possibile per migliorare il proprio modo di fraseggiare e (molti lo sottovalutano!) e di accompagnare. Nulla di piú errato credo! mi spiego: sarebbe meglio affidarsi a pochi libri e seguirli passo passo, sino ad impadronirsi dei concetti. Non dico che tutti i libri siano adatti, ma comunque sceglierne pochi, ma buoni, e seguirli con una certa metodologia. Forse la mia passione per il materiale didattico per chitarra mi spinge a comprare libri solo per il piacere di averli, non so! Resta il fatto che vi chiedo se tra voi qualcuno sa di questo libro ed in particolare se lo ritiene utile, o meglio, in che modo pensa possa essere utile per un chitarrista alle prese con lo studio del jazz. Ho molto materiale per le mani, ma andando a stringere pochi sono veramente quei capolavori che restano impressi, che si spingono al di la della semplice raccolta di fraseggi...un po come "Kind of Blue" per i CD! Tra questi posso citare Joe Pass, le trascrizioni di W.Montgomery, Mick Goodrick, W.G.Leavitt 1,2,3 , Barry Galbraith, ed i metodi di BossaNova di Mirco Bonucci! Ecco, vorrei sapere quanti tra di voi, reputano indispensabile o quantomeno importante il metodo di De Caprio...anche se alla fine resta il fatto che nulla piú dell´ascolto, dell´orecchio, delle idee, possano creare un buon fraseggio jazz, ricco di feeling. Non sto dimenticando la tecnica ma indubbiamente, senza questi elementi, rimarrebbe fine a se stessa."

Scott Henderson a Città di Castello
di art | 06 aprile 2004 ore 12:01

art scrive "Ciao a tutti, ieri 5 aprile 2004 sera ho potuto assistere ad un concerto di uno dei miei artisti preferiti: Scott Henderson. Non c'è bisogno di dilungarsi troppo sul suo "curriculum"! Il concerto si è tenuto ieri sera (in data 05/04/2004) presso la graziosa cittadina di Città di Castello (PG), in un piccolo ma grazioso teatro. Fortunatamente ho trovato posto in terza fila, a pochi passi dal palco."

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