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Un buon motivo per avere tanti pedali (e accenderli tutti)
Un buon motivo per avere tanti pedali (e accenderli tutti)
di [user #17844] - pubblicato il

Lo stacking dei pedali non si limita agli overdrive: sommare più ritardi e modulazioni sulla base di suddivisioni ritmiche crea delle intricate texture, impossibili per una pedalboard tradizionale.
Esistono situazioni in cui una piccola pedaliera, con una catena essenziale fatta da un overdrive, un delay e una modulazione da tirare in ballo qua e là, è tutto quello che serve per portare a casa una serata. Ci sono poi altri contesti in cui avere rig più elaborati è un obbligo dettato dalla necessità di orizzonti espressivi più variegati. C’è infine uno spazio poco definito, quello in cui si muovono quasi tutti i musicisti appassionati di sperimentazione timbrica selvaggia, dove le regole della pedalboard tradizionale decadono e qualsiasi scatoletta è buona da mettere in fila con un’altra.
A volte i risultati lasciano il tempo che trovano, altre volte pagano lo sforzo, contro ogni pronostico. È il caso in cui si decida di mettere a frutto la GAS, prestando l’accumulo compulsivo di stompbox al servizio della ricerca sonora.
Se avete scelto questa via, non occorre che abbiate pedali esoterici o dalle mille manopole. La chiave è nella semplicità “sommata a se stessa”, dando finalmente un senso a quella mania che vi ha portato ad acquistare sempre più delay, ad accatastare modulazioni varie senza disfarvi mai dei “primi amori”.

Un buon motivo per avere tanti pedali (e accenderli tutti)

Quello che vedete nell’immagine in alto è un classico segnale audio. Ha una forma all’apparenza irregolare e complicata da descrivere, che però non è altro che la somma di una serie di banali onde, segnali semplici e ciclici diversi tra loro per ampiezza e frequenza.
Nello schema che segue, il concetto - descritto in matematica dal Teorema di Fourier - può risultare più intuitivo.

Un buon motivo per avere tanti pedali (e accenderli tutti)

La Serie di Fourier non va presa alla lettera nel nostro caso, ma può chiarire le idee sulla logica secondo la quale andremo a far interagire gli effetti tra loro.
Così come delle onde diverse per ampiezza e frequenza danno vita a un segnale frastagliato e apparentemente imprevedibile, allo stesso modo l’LFO di una modulazione per chitarra può intrecciarsi ad altri oscillatori impostati in modo diverso per creare un’onda complessa, del tutto nuova.
La questione prende facilmente forma se si pensa a una serie di tremolo messi in fila, tutti regolati in modo diverso e tutti accesi allo stesso momento.
Sfruttando la suddivisione metronomica come riferimento, sarà possibile impostare ogni effetto su una figura ritmica diversa, scoprendo che l’effetto risultante sarà del tutto paragonabile a quello di un originale step sequencer.

Un buon motivo per avere tanti pedali (e accenderli tutti)

Il ragionamento non si limita alla variazione del volume e può essere applicato a tutti gli effetti basati sul tempo in generale, dai delay alle modulazioni con LFO, cioè quei circuiti che devono il proprio suono a un’onda lenta e ciclica che si applica al segnale diretto dello strumento, come un phaser, un chorus o un flanger.

Come per lo stacking degli overdrive, tutto va pensato in relazione al pedale precedente, sapendo che il successivo applicherà il proprio effetto al segnale che gli si fornirà nell’input, per intero.
Vale a dire che, se posizioniamo una modulazione dopo un delay, l’oscillazione andrà ad applicarsi allo stesso modo a segnale diretto e ripetizioni, dando così un risultato più compatto e regolare. Se la modulazione è invece a monte, prima del delay, il suo effetto sarà probabilmente meno pronunciato, ma acquisirà una texture tanto più profonda quanto è sfasata la sua oscillazione rispetto al tempo del delay. Ciò accade perché forniremo al delay un segnale con un’oscillazione sempre diversa e le ripetizioni, sommandosi in punti diversi dell’oscillazione dell’LFO, si intrecceranno creando degli effetti più complessi.

L’unico limite è davvero la fantasia del musicista… e la sua dotazione di stompbox da mettere in fila ai propri piedi. Per non avere vincoli in questo senso, abbiamo voluto affrontare le basi del curioso modo di disegnare effetti sonori in un ambiente virtuale, sommando modulazioni, tremolo e delay ben oltre il numero verosimile per una pedalboard realistica.

effetti singoli per chitarra il suono
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Lo stacking dei pedali
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