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Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo
Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo
di [user #910] - pubblicato il

Anche una chitarra economica, con gli accorgimenti giusti e le conoscenze necessarie, può regalare ore di divertimento. Ecco la storia di un nostro lettore e di una Junior DC che si è rivelata una piacevole scoperta.
Insomma, qua si continua a non suonare. Non va mica bene.
Bisogna trovare delle attività complementari per compensare le esigenze insoddisfatte della nostra malat… ehm, passione.
Personalmente, meno suono più mi ritrovo a spulciare mercatini dell’usato alla ricerca di novità, occasioni e stimoli. Effetti collaterali molto pericolosi.
La lunga pausa forzata è anche un’occasione per fare manutenzione, ottimizzazione e pulizia, per mettere a posto tutte quelle cosine che normalmente trascuriamo perchè “quello che conta è suonare”.
Poi, casualmente, arriva l’occasione che mette assieme tutte e due le cose.

Un’occhiata casuale e senza secondi fini (seee….) alle offerte B-stock di un noto megarivenditore teutonico e la trovo lì, che mi fa l’occhiolino: una Harley Benton replica Les Paul Junior Double Cut in una finitura senape, proprio come quella dell’accordiano che l’ha recensita tempo fa.

Ho sempre amato le Junior, ne ho avute diverse e non mi hanno mai tradito. Spartane ed essenziali, hanno carattere da vendere. Come la Telecaster Esquire. Però mi mancava la Double Cut.
In poche parole, complice una recente vendita, ho cliccato e l’ho presa. Tanto non è che rischiavo chissa che: 165€...
In pochi giorni è arrivata nella sua doppia scatola a prova di corriere.
Vediamo di cosa si tratta.

Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo

La prima cosa che salta all’occhio è il peso: una piuma.
Le finiture sono davvero notevoli.
Verniciatura impeccabile, un bel semitrasparente che lascia vedere il legno: infatti si vede che il body è in tre pezzi e quello centrale ha un colore leggermente più chiaro: per fortuna sono assemblati con simmetria e sembra quasi fatto a posta. Poco male.
Le specifiche dicono che è mogano. Probabilmente si tratta di Nato, un mogano asiatico molto usato negli strumenti entry level e che ha ben poco a che vedere con quello che siamo abituati a trovare sulle normali Gibson. È più simile all’ontano o al tiglio, e comunque fa dignitosamente il suo lavoro.
Il manico, perfettamente incollato, ha una sezione abbastanza tonda, ma senza essere troppo grosso: un buon compromesso tra il profilo Gibson di fine anni ’50 e il successivo slim taper '60.
I tasti sono posati bene (una minima rettificatina e lucidatina ci starebbero, ma funzionano comunque bene anche così) e sono stupito della finitura dei bordi, tallone d’achille delle chitarre economiche: praticamente PERFETTI! Wow.
Anche il manico risulterebbe in “mogano”. La tastiera sembra in ebano, ma ovviamente non lo è: si tratta di Amaranto tinto. Ma così tinto che dopo pochi minuti i polpastrelli diventano… così:

Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo

Il capotasto è in plasticaccia ed è il vero neo della chitarra. Lavorato grossolanamente, non lascia scivolare le corde e pregiudica l’accordatura. 
Il ponte invece è davvero carino, un wraparound con sellette regolabili, di buona fattura. Cromato e consistente, non ha giochi e pesa poco più di un etto.
L’unico pickup è un Roswell P90 dogear, che fa il suo lavoro onestamente. Un pochino “gommoso” sui bassi, ma usabilissimo. Rispetto alle Junior “standard” è posizionato più in avanti, cosa che sicuramente contribuisce ad ammorbidire leggermente il suono.
La semplice elettronica si basa su due potenziometri full-size che funzionano bene, senza giochi e con la giusta frizione: non danno proprio l’idea di essere economici, anche se sicuramente lo sono.

La prova “da spenta” è molto incoraggiante. La chitarra vibra bene, non ci sono note buche e le corde rimangono ben distinte. Intonazione ok, manico un po’ troppo dritto, regolato in due minuti. Action buona per le mie abitudini (non troppo bassa).
Le meccaniche sono leggerine e il capotasto non le aiuta: l’accordatura va a salti e non è agevole, né precisissima.
Il pickup, come già segnalato dal collega accordiano, è abbastanza distante dalle corde. Il dogear non può essere regolato in altezza, così devo agire sui singoli poli per avvicinarli alle corde. Il suono non è affatto male, anzi. I bassi sono un pochino scuri, ma va detto che la confronto con l’omologa Gibson, per cui ci sta. Ci mancherebbe.

Infine, le forme sono corrette. Ovviamente la paletta è differente dall’originale, ma non è affatto male.

Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo

Ma siamo solo all’inizio, il gioco inizia adesso: dato che lo strumentino è tutt’altro che deludente, si merita una sistematina.
Via le corde (sicuramente economicissime Harley Benton), per prima cosa una bella passata alla tastiera sporcacciona. Con l’aiuto del “gallo del pulito” e di un po’ di carta igienica tolgo velocemente l’eccesso di nero che sporca mani e corde. Ne viene via un bel po’, ma la tastiera rimane ebanosissima. Un po’ di olio Gibson e via: perfetta e profumata.
Ora quel capotasto. Prima o poi lo sostituirò, ma per il momento mi limito a sistemarlo. Con una lima tolgo l’eccesso in altezza (le corde affondano inutilmente nella plastica) poi con le apposite limette a spillo, comprate per 2€ su Wish, ripasso le tacche delle sei corde. Rapido e indolore.
E adesso le meccaniche possono fare il loro dovere più che dignitosamente: per ora non sento la necessità di cambiarle.

Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo

E passiamo dall’altra parte.
Nel cassetto degli avanzi trovo un bel Seymour Duncan P90 Soapbar che fa proprio al caso mio.
I P90 Soapbar e Dogear non sono proprio la stessa cosa (neanche dal punto di vista sonoro, come pare molti credano) e non sono direttamente compatibili: la bobina del soapbar è più stretta e alta, per cui le cover plastiche non sono intercambiabili. Oltretutto il soapbar si fissa con due viti che si trovano in mezzo ai poli del pickup (e appoggia su molle o gommapiuma), mentre il dogear si fissa tramite due alette laterali, direttamente sul top del body.
Volendo si può semplicemente installare il soapbar nello scasso, ma rimangono visibili le fresature e i fori del dogear: nobbuono. E poi una vera Junior ha il dogear, eccheccazzo.
Quindi prendo qualche misura, recupero la cover dogear e, con il traforo che mi accompagna dalle elementari, ne ritaglio la parte centrale: esattamente quello che serve per farci passare il soapbar.
L’estetica è tornata normale, praticamente non si nota la differenza ma ora il pickup è di quelli buoni e si può anche regolare in altezza. Tiè.

Harley Benton DC: Junior di nome e... di prezzo

E adesso l’ultimo intervento, che sicuramente lascerà perplesso più di qualcuno.
Sono un amante del ponte wraparound, ma di quello vero: semplice, spartano, ignorante e solido.
Meno roba si muove, meglio è.
Così deve essere, in particolare su una Junior. Quindi tolgo il bel ponte regolabile e ci piazzo un avanzo wraparound Gibson. Adesso sì che è una vera Junior. Alla faccia del… downgrade.

Per quanto mi riguarda non ho mai avuto problemi di intonazione. Sicuramente con un accordatore raffinato si noteranno alcune discrepanze, ma tollerabilissime: sono più influenti le accordature ballerine, le imprecisioni delle diteggiature e soprattutto la forza con la quale si premono le corde, in particolare se i tasti sono medio-alti.
E poi una chitarra del genere non si prende per registrare arpeggi clean articolati e sopraffini, no?
Infatti la breve demo che segue è suonata tutta con un unico suono, una veloce prova registrata “alla garibaldina” collegandola al Mac con la Mooer GE150, arrivata da poche ore.



Morale della favola: divertentissima ed espressiva.
Con poca spesa e un po’ di manualità ci si porta a casa uno strumento che si può usare tranquillamente, senza troppe remore.
Ovviamente in molti si chiederanno se vale la pena spendere dei soldi per migliorare uno strumento entry-level: NI’.
La mia opinione è che, se ci si deve rivolgere a un professionista per le modifiche, sicuramente non conviene: il lavoro, giustamente, costa. 
Se invece ci si arrangia, oltre a divertirsi si impara sempre qualcosa. Con un po’ di sale in zucca, sapendo quello che si fa e senza “farla fuori dal vaso” acquistando accessori che costano più della chitarra, ne può valere la pena. Soprattutto per modelli che, come la Junior DC, non si trovano tanto facilmente sul mercato.
Io ho usato materiale di recupero, ma se avessi dovuto acquistarlo avrei speso (ovviamente nell’usato) non più di 60/70€, con una spesa complessiva di circa 230€ per una chitarra NUOVA.

Epilogo.
Quando l’ha vista mio figlio, neo-papà, ha subito corretto il riferimento della tinta e il “senape” è stato appropriatamente associato al contenuto del pannolino del pargolo: quindi la tinta esatta è “caccadimassimo” (CDM, ecco spiegato il titolo).
Allora è vero che porta bene!
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