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Lazarus: la Les Paul ’59 resuscitata da Epiphone e Bonamassa
Lazarus: la Les Paul ’59 resuscitata da Epiphone e Bonamassa
di [user #116] - pubblicato il

Si è presentata come una vecchia Gibson maltrattata, ma si è rivelata una splendida burst del 1959. Joe Bonamassa racconta in video la storia della Les Paul battezzata Lazarus e della replica realizzata insieme a Epiphone.
La storia della Lazarus inizia da Barone’s, un ristorante italiano di Hollywood divenuto tappa fissa per una cerchia di personalità che gravitano intorno al mondo della chitarra elettrica, con Joe Bonamassa a fare da anfitrione nelle cene che, più volte l’anno, vede radunare nomi del calibro di Albert Lee e Seymour Duncan intorno a un piatto di spaghetti con le polpette. Perché sì, per qualche motivo, in USA si crede che spaghetti e polpette siano un piatto tipico italiano.
È da Barone’s che Joe ha incontrato quella che sarebbe poi stata battezzata Lazarus, una malmessa Les Paul ridipinta di rosso che si è poi rivelata una burst originale del 1959.

Lazarus: la Les Paul ’59 resuscitata da Epiphone e Bonamassa

Con la collaborazione di Kim LaFleur di Historic Makeovers, Joe è potuto risalire alla storia della chitarra, lavorando poi per riportarla al suo stato originale.
Come il Lazzaro della Bibbia, quella preziosa Les Paul del 1959 era tornata a nuova vita. Ma la sua storia non finisce così e Bonamassa ha voluto lavorare con il team Epiphone per realizzare una replica dello strumento, con un prezzo accessibile e con alcune delle caratteristiche distintive dell’originale, per consentire ai fan di portarsi a casa un pezzettino di questa singolare e fortunata chitarra, o quantomeno un tributo a essa.



Nel tributo firmato Epiphone, la Les Paul vuole ricreare la magia di una Gibson d’epoca, ma non mette da parte la tradizione di casa e ne associa le forme a una paletta tipicamente Epiphone d’annata.
Il body è in due parti di mogano selezionate per combaciare al centro, come sulla Lazarus originale e, come sulla controparte del ’59, le fiammature del top in due pezzi di acero - qui un’impiallacciatura su un top di acero massello - sfoggiano un disegno ricco e consistente di grado AAAA, che si congiunge esattamente al centro, indizio definitivo che ha rivelato la natura di “burst” della Lazarus durante il processo di restauro.

La finitura della Lazarus, modellata su riferimento della ’59 rimessa a nuovo da Joe, è di tipo aged gloss, a metà strada verso il satinato per replicare l’impressione di una chitarra trattata con cura attraverso decenni di utilizzo regolare.

Lazarus: la Les Paul ’59 resuscitata da Epiphone e Bonamassa

Il manico in mogano sfoggia un profilo Medium C arrotondato su stile ’59, scala da 24,75 pollici come da tradizione e tastiera in alloro con un raggio da 12 pollici. Segnatasti a trapezio intervallano 22 fret di tipo medium jumbo, culminando in un capotasto Graph Tech per una tenuta d’accordatura ottimale insieme con il ponte Epiphone LockTone Tune-o-matic e le meccaniche Epiphone Deluxe in stile Tulip, per rimarcare l’impronta vintage dell’insieme.

L’elettronica, firmata Gibson, ruota intorno a due humbucker BurstBucker 2 e 3 cablati a potenziometri CTS e condensatori Mallory, con un wiring storicamente corretto in stile anni ’50.

La Lazarus è illustrata nel dettaglio sul sito Epiphone a questo link ed è venduta completa di custodia in stile vintage, certificato di autenticità e grafiche signature di Joe Bonamassa.

Lazarus: la Les Paul ’59 resuscitata da Epiphone e Bonamassa

Non è la prima volta che Joe Bonamassa ed Epiphone collaborano per riportare in vita un pezzo d’epoca particolarmente desiderabile, proveniente dalla collezione privata del chitarrista. Nel 2017 prendeva vita un tributo alla Flying V soprannominata Amos, mentre nel 2020 è stato il turno della Black Beauty, entrambe chitarre del 1958.
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Link utili
La Les Paul Lazarus sul sito Epiphone
La Epiphone Black Beauty di Joe Bonamassa
La Epiphone Flying V Amos di Joe Bonamassa
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