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Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio
Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio
di [user #17844] - pubblicato il

Abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento quattro Les Paul prodotte dal Custom Shop e trattate dal Murphy Lab per replicare la più desiderata delle solid body Gibson: una Standard del 1959.
Liuteria raffinata, suoni coerenti con gli standard d’epoca, trattamenti d’invecchiamento talmente curati da rendere difficile distinguere una replica da un pezzo d’altri tempi. Stando alle intenzioni del dipartimento Custom, le moderne reissue Gibson non sono semplici tributi agli strumenti d’epoca, ma dei veri e propri cloni.

Le dimensioni e le misure delle chitarre prodotte dal Custom Shop sulle impronte del passato sono ricavate per mezzo di scansioni laser su strumenti originali d’epoca. Allo stesso modo, i materiali ricercano lo storicamente corretto in maniera spasmodica. Vengono ricreate le plastiche mediante particolari processi chimici e si usano colle di origine naturale, coerenti con le lavorazioni del periodo di riferimento. Persino le vernici sono il frutto di studi e analisi sugli esemplari vintage, al fine di ricrearne il punto di colore e le sfumature con un’accuratezza impressionante.

A 25 anni di distanza dalla nascita della serie Historic, l’attuale catalogo di reissue a marchio Custom rappresenta il pinnacolo della ricerca e sviluppo Gibson.
Dal 2021, la collezione riceve il valore aggiunto di un trattamento estetico ancora più accurato. Sotto la direzione di Tom Murphy, artigiano divenuto un riferimento negli anni per l’invecchiamento artificiale degli strumenti, nasce il Murphy Lab.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Il Murphy Lab è la ciliegina sulla torta in uno dei progetti di chitarre reissue forse meglio riusciti degli ultimi tempi. I liutai Gibson realizzano chitarre dall’indiscusso livello qualitativo, modellate sulla scia di precise edizioni d’epoca al fine di ricostruirne stile, suonabilità e sonorità. Il mojo di una chitarra vintage è difficile da replicare in uno strumento nuovo di fabbrica, e qui il ruolo del Murphy Lab è centrale.
La squadra di Tom Murphy ha messo a punto delle esclusive tecniche di invecchiamento che non si limitano al maltrattamento di una finitura e all’ossidazione di un pezzo di metallo, ma riescono a ricostruire fedelmente gli effetti del tempo sotto ogni aspetto, nella composizione e struttura stessa dei materiali che costituiscono una chitarra, con tutto quello che ne consegue.

La padronanza di tali lavorazioni rende possibile un controllo accurato sul livello d’invecchiamento simulato, tanto da spingere il Murphy Lab a proporre il trattamento in quattro diversi stadi di “degrado”.

Attualmente è possibile ottenere quattro livelli d’invecchiamento.
Ultra Light Aged rappresenta la cosiddetta Mint Condition per una chitarra semplicemente perfetta, con una vaga opacizzazione delle finiture come accadrebbe a uno strumento conservato per decenni nella sua custodia.
Le Light Aged presentano solo qualche colpetto e scrostature marginali, inevitabili anche sulle chitarre tenute con più cura.
Heavy Aged ricrea una chitarra suonata con regolarità, ma dalla manutenzione dignitosa. Parte del body mostra il legno sottostante, l’hardware comincia a brunirsi, segno che la chitarra ha servito il suo proprietario per lungo tempo.
Ultra Heavy Aged è il livello più estremo, quello di un esemplare usato e abusato, la chitarra di un professionista pregna di sudore, birra e fumo.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Non semplici graffi, si diceva, e un’operazione simile ha un costo. Ogni stadio d’invecchiamento pesa sul cartellino, e dal primo all’ultimo livello passano circa 2mila dollari.
Abbiamo voluto guardare da vicino la più avanzata delle lavorazioni Custom, la Ultra Heavy Aged, per saggiare quanto del trattamento possa effettivamente ingannare i sensi e lasciar credere che tra le mani si ha un vero pezzo d’altri tempi.
Lo abbiamo fatto con la collaborazione del Centro Chitarre di Napoli, che ci ha messo a disposizione ben quattro Les Paul appartenenti alla stessa serie.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Quelle prese in esame sono quattro Les Paul Standard in finitura Lemon Burst su modello 1959, cioè quello che è ricordato come il punto più alto della produzione di Gibson Les Paul, o quantomeno la fase più desiderata dai collezionisti.

Il 1959 rappresenta un momento di piccole rivoluzioni in casa Gibson.
È nel 1959 che il manico grosso e tondeggiante conosciuto come Fat avvia la sua transizione verso lo Slim Taper che caratterizzerà la produzione degli anni ’60. Così le Les Paul ispirate al ’59 hanno un manico sì consistente, ma non esagerato, con una C da manuale che riempie la mano ma si prospetta già sensibile alla necessità del musicista di affrontare lunghe sessioni senza avvertirne eccessivamente la fatica.
I tasti Medium Jumbo assecondano le necessità dei chitarristi più giovani, che preferiscono i riff e gli ampi vibrati del rock n roll ai comping elaborati del jazz.

Tutto è ricreato dal Custom Shop con misure e componenti storicamente corretti, e con materiali di prima scelta.
Il body delle repliche è costituito da un unico blocco di mogano, con sopra due tavole di acero fiammato. Il manico, rigorosamente in mogano, è innestato con tenone lungo ed è abbinato a una tastiera in palissandro. Tutto intorno, un binding in plastica Royalite a strato singolo tende al giallino con una tinta irregolare, capace di emulare in modo credibile gli aloni che possono realisticamente comparire nel tempo.

L’elettronica è del livello che ci si aspetta da una produzione Custom. Gli humbucker sono due Custombucker in alnico 3, appositamente progettati seguendo specifiche e sonorità di esemplari originali d’epoca e senza paraffinatura, com’era in uso nel 1959.
Due volumi e due toni CTS garantiscono una resa di primo livello, insieme ai condensatori carta e olio dalla risposta organica e naturale.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

L’attenta operazione di invecchiamento si dimostra fin da subito intelligente, sensata.
L’usura non è casuale, e viene applicata in misura maggiore nei punti naturalmente più esposti.
È il caso del tacco del manico, che si scrosta quando le dita vanno per decenni a cercare i fret più alti, il manico stesso è profondamente segnato dai tasti che vanno dal terzo circa fino al 12esimo, con il bordo inferiore ancora più provato a causa del palmo che continua a strofinarvi contro.
Il bordo del top appare più provato in corrispondenza dell’avambraccio, e l’hardware è maggiormente invecchiato nella parte superiore, dove posa il palmo, meno al di sotto dove le dita raramente si poggiano.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

In un trattamento come il Murphy emergono dettagli profondi, che saltano all’occhio a chi ha già visto altri esemplari d’epoca in passato. È difficile dire come il buon Tom abbia messo a punto una tecnica simile, ma è riuscito a imitare con una fedeltà ragguardevole il modo in cui le vernici cambiano la loro stessa composizione nel tempo.
Qui si capisce quanto la finitura nitro sia sottile, eppure forte. Sulle repliche appare come un vetro sottilissimo, perfettamente aderente al body, crepato, o come una mela caramellata che si segna su tutta la sua superficie dopo il primo morso, screpolandosi e dando l’idea che ogni frammento stia lì lì per staccarsi, ma senza che questo accada mai.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Al di là dei gusti e delle discussioni sulla legittimità delle finiture aged, bisogna riconoscere la bravura di Murphy. La vernice non appare banalmente graffiata o picchiettata. L’effetto è quello di uno strato realmente “asciugato”, cotto ed essiccato dal tempo, reso rigido e per questo anche prono alle fratture che si ramificano tutto intorno a ogni colpo.

Nell’analizzare il trattamento del body, è emersa una piccola curiosità: nessuno dei presenti è riuscito a individuare le iniziali di Tom Murphy incise sul top, solitamente celate sotto forma di crepe nella zona compresa tra i potenziometri e il binding. Il sospetto è che, con la nascita del Murphy Lab, non tutte le chitarre riportino la firma del “titolare”.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

L’invecchiamento non si ferma alla vernice, e i legni che arrivano in superficie non sono immuni ai segni del tempo. Così l’acero che giunge a contatto con l’aria è scuro, color cenere, come impregnato da decenni di polvere e sudore, una tonalità che non può venir via semplicemente ripulendo una vecchia chitarra, ma diventa parte della sua trama.
Anche il mogano del body, grattato dalla borchia di una cintura immaginaria, mostra una grana larga, come la pelle rugosa di un anziano, e più spenta nei toni rispetto al classico rossiccio di un mogano fresco di taglio.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

La chimica gioca un ruolo primario nella formula di Murphy. Accade per la vernice, per l’hardware e anche per le plastiche, che sono realizzate in butirrato di acetato di cellulosa, una plastica dai toni crema che si sporca e si segna a ridosso delle parti normalmente soggette a usura come la base per lo switch. Strano a vedersi, appare invece in ottimo stato di conservazione il battipenna, come se fosse stato montato solo di recente su una chitarra vecchia decenni.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Tale scelta può stranire a una prima occhiata, ma svela una precisa filosofia progettuale: le Murphy Lab devono apparire vecchie, forse anche polverose - ed è impressionante come restituiscano la sensazione in modo genuino, quasi al punto da sentirle “sporche” tra le braccia - ma devono essere chitarre di qualità assoluta, suonabili e suonanti al top delle loro possibilità. Così le dita devono poggiarsi contro un battipenna dalla superficie regolare, i tasti devono avere la perfezione di una Plek e la tastiera non deve avere le macchie e i solchi di una chitarra malmessa.
Tutto deve rispondere bene sotto le mani, e l’unica concessione è sul retro, a un manico profondamente segnato dal tempo. La Les Paul non è una chitarra per velocisti e ci si può permettere qualche irregolarità, se questa dona al pollice e al palmo quella sensazione inimitabile di una chitarra con una storia, maturata attraverso gli anni. E, se è vero che una chitarra è buona finché fa suonare meglio il suo proprietario, bisogna ammettere che quel feeling trasmette al musicista una precisa impronta, lo spinge a esprimersi con un linguaggio specifico, coerente con lo strumento che ha tra le mani. Ed è esattamente quello che ci si aspetta da una gran Les Paul d’altri tempi.

Gibson Les Paul 1959: Murphy Lab sotto il microscopio

Il relic spacca da sempre a metà la platea dei chitarristi. Lo si ama o lo si odia, e chitarre del genere possono lasciare sempre quell’amaro in bocca di un falso vintage, di un “vorrei ma non posso”. Nel caso di una Les Paul del 1959, sono davvero in pochi a “potere”, e un lavoro come quello del laboratorio Custom si dimostra capace di regalare emozioni davvero singolari, che ogni appassionato dovrebbe concedersi almeno una volta nella vita.

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chitarre elettriche gibson les paul murphy lab
Link utili
Il sito del Murphy Lab
La 1959 Les Paul Standard Lemon Burst Ultra Heavy Aged sul sito Gibson
Le 1959 Murphy Lab Ultra Heavy Aged sul sito del Centro Chitarre
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 25/10/2021 ore 11:11:15
Eccezionale notare come il ponte in tutte le foto è evidentemente piegato a causa dello stoptail regolato avvitato fino in fondo. Grezzate a-la Gibson.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 25/10/2021 ore 11:52:3
... evidentemente? Io 'sta cosa del ponte piegato non la vedo proprio nelle foto (ad esempio quella "di copertina" che è perfettamente zenitale, e non l'ho mai vista neanche nella realtà, anche se più volte ne ho sentito parlare.
Ho avuto diverse chitarre con l'ABR-1 (una ce l'ho ancora) e i ponti non si sono mossi di un micron a dispetto dello stopbar avvitato fino in fondo, o del Bigsby, che fa più o meno la stessa cosa.
E monto .010 o, più raramente, .011.
Me ne sono passate per le mani diverse altre, tutte senza problemi. Non deve essere poi così frequente.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 25/10/2021 ore 12:14:45
Nemmeno io vedo il ponte piegato nelle foto... io lo vedo perfettamente rettilineo, e l'altezza delle sellette che segue il radius.
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 14:29:33
niente da fare....e' irriducibile (:-DDD)
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 25/10/2021 ore 11:14:00
Ok a voler rifare i modelli storici, ma visto che si può, meglio se sono come erano appena usciti di fabbrica
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 25/10/2021 ore 21:42:55
Tutti i gusti sono leciti. Personalmente la vorrei N.O.S. o perlomeno rifatta tale. Non comprerei mai una chitarra ridotta in questo stato, anche se suonasse magnificamente ... sembra l'abbia usata un troglodita, nel caso poi dovesse piacermi alla follia dovrei avere anche i fondi per restaurarla a nuovo, così non la prenderei neanche in mano. Paul.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 25/10/2021 ore 11:40:13
Non mi piace il retro del manico così martoriato... non lo vorrei su una mia chitarra.
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 25/10/2021 ore 11:58:57
questa deve essere pazzesca, chitarra moderna, costruita con tutti i canoni di oggi ma che si rifà al passato, TOP!
poi il relic è fantastico, rende le chitarre 1000 volte più belle.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 25/10/2021 ore 12:10:37
Tra me e te, uno dei due, ha letto un altro articolo: la chitarra è costruita seguendo religiosamente il modello del '59, quali canoni di oggi? Non c'è neppure la paraffinatura nei p.u.. E', e vuole essere, una replica fedele di una chitarra del 1959, che era moderna nel 1960/1965, ma qui siamo nel 2021.
Quanto al relic, ognuno ha i propri gusti: per me è insopportabile e, in definitiva, rende la chitarra vecchia e basta. Però capisco che c'è mercato per queste finte reliquie.
Ciao
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 26/10/2021 ore 18:28:1
mi commenti apposta in negativo perchè non eri d'accordo su un altro post??
vuoi mettere una chitarra costruita nel 59??? non credo proprio avessero gli stessi strumenti, una volta la facevano a mano. vuoi mettere i controlli qualità oggi? l'elettronica, i potenziometri ecc..? daranno super controllati, cablati non certo con il saldatore del 1959?!!!!
la gibson oggi costruisce secondo specifiche di allora ma con una cura maniacale e tutte le potenzialità offerte dal progresso.
Il relic è stupendo dai, quelle crepe, la vernice consumata, l'usura, su queste chitarre è una cosa pazzesca per me ma questo è personale.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 27/10/2021 ore 08:55:17
Ciao, per prima cosa mi pare molto infantile il tuo ragionamento: se commento un post lo faccio riferendomi a quel tema, non ad altre supposte divergenze.
Non capisco, poi, perchè consideri il mio un commento negativo: mi sono limitato a notare che tra il tuo commento e l'articolo c'è una contrapposizione di opposti, perchè c'è, in quanto nel '59 esistevano già le macchine per lavorare il legno, non crederai mica che i liutai di Kalamazoo andassero nella foresta a tagliarsi l'albero per poi fare le tavole, quindi intagliare body e manico con asce e scalpelli? Esattamente come oggi le tavole venivano lavorate a macchina e rifinite a mano. D'altra parte se in due anni (1958/1960) furono costruiti oltre 1.700 esemplari significa più di 2 chitarre al giorno lavorando 365 giorni l'anno e considerando che al lavoro c'era un piccolo gruppo, o la maggior parte del lavoro era a macchina o erano bionici. Non vedo, poi, perchè le produzioni del '59 dovevano avere meno controlli e precisione di oggi: una Les Paul al tempo costava lo stipendio mensile di un americano medio, fosssero state fatte un tanto al kilo, a mio parere non avrebbero avuto il successo che hanno avuto e, soprattutto, oggi sarebbero delle scartine del mercato dell'usato, non strumenti di riferimento. Giusto ricordare, infine, che queste chitarre escono dal custom shop, quindi anch'esse sono "fatte a mano" (nel senso detto sopra) esattamente come quelle del sessanta: è il vanto del custom shop.
Ciao
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 28/10/2021 ore 10:14:12
va be se pensi veramente che le chitarre del 59 vengano costruite come nel 2021.. tu sai che oggi fanno la risonanza al legno prima di decidere di usarlo?
li vedo nel 59 :D
hai detto bene, nel 59 costava uno stipendio medio , oggi pensi che la gibson dell'articolo costi 1600 euro????
la facevano bene ma come è risaputo sono strumenti difficili da usare, pensanti, tanti problemi, tante ronze, tanti piccoli difetti, ti assicuro che ne ho provate e ne ho tante e la differenza si sente eccome...
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 25/10/2021 ore 12:25:03
L unico senso che può avere una chitarra del genere è a livello di ivestimento qualora il mercato tra qualche anno riconosca un effettivo valore collezionistico. Ho una 58 vos che suona da Dio senza essere invecchiata e non capisco che influenza possa avere sul suono una chitarra appositamente rovinata e quale possa essere la miglioria ad appoggiare la mano su qualcosa di rovinato. Credo che per quanto ci siano delle lavorazioni allucinanti e tanta ricerca sia tutto fine a se stesso..cioè vendere e basta.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 25/10/2021 ore 17:39:19
Sono certo che chi mette fuori chitarre del genere non abbia acuna pretesa di "influenzare il suono", perché chiedersi che influenza possa avere sul suono?... nessuna, mi sembra ovvio.
Quanto al fine di tutto ciò, che ci sia il "vendere" non vi è dubbio, ma credo che vi sia anche accontentare una domanda di un certo tipo di pubblico, che non credo sia solo tra i collezionisti, secondo me i collezionisti puntano più al vintage. Sono convinto che tanti che le comprano, poi le suonino.
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 25/10/2021 ore 18:42:49
Può darsi..degustibus giusto?
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 25/10/2021 ore 20:21:00
"non capisco che influenza possa avere sul suono "
....ovviamente nessuna, ma non e' questo lo scopo del relic, mi sembra molto semplice.
Rispondi
di maddog [user #21222]
commento del 27/10/2021 ore 13:30:50
"Ho una 58 vos che suona da Dio". Anch'io ed è vero. A me da fastidio pure il fatto che è washed, ma la chitarra suona versmente bene.
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 27/10/2021 ore 13:41:30
Se la pulisci con il Pronto per i mobili quello in crema (non spray ! ) diventa bellissima. Io la pulisco molto poco ma quando lo faccio è il prodotto migliore che puoi usare me lo consiglio’ un noto negozio di Bologna quando la comprai.
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 13:51:26
il lavoro di ageing non ha influenza alcuna sul suono e su questo non ci piove, detto questo il mercato richiede l'ageing e lo fanno pagare anche perche' la manodopera americana costa mica poco ed i processi di ageing richiedono lavoro manuale oltre che chimico, va anche considerato il nome Murphy: se prendessi una bella R9 VOS e la invecchiassi di persona (o la facessi invecchiare da un bravo e conosciuto liutaio) la deprezzerei notevolmente, probabilmente diventerebbe invendibile, siccome l'ageing e' firmato da Murphy le chitarre acquisteranno valore nel tempo come gia'accade anche se lui non ci mette le sopra le mani....e' il mercato, puo' piacere o non piacere (a me non piace) ma e' cosi
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 25/10/2021 ore 12:32:19
Non amo particolarmente il relic, ma ne vorrei una di queste, bellissime.
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 25/10/2021 ore 12:37:2
Sarebbe molto interessante sapere se nel processo di "finto" invecchiamento dello strumento rientra anche l'invecchiamento dell'elettronica.
Cioè il laboratorio di Tom ha messo mano anche all'interno dell'apparato elettronico (compresi i pickup) per simulare uno strumento d'annata? Oppure tutta l'elettronica è rimasta nuova di fabbrica (su tutte e quattro le fasce di invecchiamento)? Attenzione, non mi riferisco alla parte esterna come potrebbe essere la cover metallica dei pickup, ma mi riferisco proprio all'elettronica vera e propria.
È molto interessante conoscere questo aspetto perchè un trattamento del genere potrebbe incidere sul suono in modo non poco rilevante.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 26/10/2021 ore 00:56:46
I PU sono i medesimi di altri modelli CS reissue cosi come i cablaggi, i potenziometri ecc. nulla di particolare o diverso
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 26/10/2021 ore 15:54:32
Grazie, ma la domanda mia era tutt'altra.
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 13:53:46
nessun lavoro di ageing sull'elettronica...non avrebbe alcun senso
cosi come le tastiere: il capotasto, il legno delle tastiere, gli inlay ed i tasti sono perfetti e passati con il pleck per la migliore suonabilita' possibile
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 31/10/2021 ore 15:44:46
Grazie! Immaginavo fosse così, ma non avrei messo la mano sul fuoco!
Rispondi
di Floyd [user #143]
commento del 25/10/2021 ore 13:15:45
Lavoro ineccepibile, interessanti per collezionisti, meno per musicisti. Il modello che di per sè avrà un prezzo decisamente alto, con le carie scale di relicatura aumenterà pure.
E se qualcuno volesse spacciarla come originale 59, quanto sarebbe più facile truffare uno sprovveduto?
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 25/10/2021 ore 20:23:28
"E se qualcuno volesse spacciarla come originale 59, quanto sarebbe più facile truffare uno sprovveduto?"
Beh non credo che chi spende piu' di 200 mila dollari per una 59 originale sia uno sprovveduto :-)))
Si tratta di chitarre troppo diverse dai....
Rispondi
di Telecaster82 [user #59805]
commento del 25/10/2021 ore 13:37:29
Non posso non lodare il pregevole lavoro svolto da questi liutai, veramente bravissimi. Tuttavia, non riesco ancora a capire come qualcuno possa comprare una chitarra invecchiata artificialmente. Perché? Per farla vedere agli amici e farla passare per una vera chitarra del 59? Se ha un po' rispetto per i suoi amici non li prende in giro così. Per far credere a se stesso che è del 59? Se gli piace prendersi per i fondelli da solo.... contento lui... Pur non potendomela permettere, io vorrei una chitarra del Murphy Lab, ma dovrebbero darmela nuova in tutto, con tutti i legni, i metalli e le plastiche del 59 ma pur sempre nuova. E se un domani dovrà avere botte o graffi sarà perché li ho fatti io.
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 25/10/2021 ore 14:05:42
Le chitarre che transitano nel laboratorio di Tom arrivano nuove direttamente dal Custom Shop, quindi la chitarra nuova che vorresti tu è esattamente la 1959 Les Paul Standard Reissue che trovi nel catalogo del Custom Shop.

Comunque calcola che non tutti comprano le chitarre invecchiate da Tom Murphy per suonarle, alcuni le tengono esposte in vetrina o le collezionano, senza mai suonarle. E poi, come in ogni cosa, c'è a chi piacciono già invecchiate e chi come me e te che preferirebbero prendere la stessa chitarra nuova e lasciarla invecchiare da sola con il tempo e l'utilizzo.
Rispondi
di Tanocaster [user #28785]
commento del 25/10/2021 ore 14:07:39
Mamma mia ma che palle, ma basta! È una finitura come un'altra, dannazione! A me fanno schifo le chitarre sunburst, ma non scartavetro i cabbasisi alla gente su sta cosa! A tutti quelli di accordo non piace il relic, a me e migliaia di persone fa impazzire, e quindi? Non è che dovete dirlo per forza, eh!
Rispondi
di rabbitjoke [user #49842]
commento del 25/10/2021 ore 14:07:45
Perfettamente d’accordo con te !!!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 25/10/2021 ore 16:12:53
Non capisco perché si debba sempre attribuire, a chi compra una chitarra relic, l'intezione di "fregare" qualcuno, addirittura i propri amici, facendola passare per una chitarra vecchia, quando non lo è.
È un qualcosa che a tantissimi piace, punto. È una sorta di finitura che non è semplice rendere credibile, ma nessuno ha intenzione di "prendere in giro gli amici" e di far passare una chitarra relic, per una vintage.
A me ad esempio non piace il Relic Ultra Heavy, perché non ho mai visto un manico ridotto in quel modo, anche dopo anni di utilizzo, se qualcuno lo riduce così significa che alla sua chitarra ha voluto veramente male.
Però non sbriciolo gli zebedei a chi piace.
A me il relic leggero, molto più credibile a mio avviso, piace molto.
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 14:06:16
Perdonami ma trovo che cio' che scrivi non abbia molto senso: perche' si vogliono cercare dei secondi fini in una scelta? Pensi davvero che chi la compra voglia far credere agli amici che va asuonare in giro con una chitarra che costa come un appartamento? Non so se lo sai ma pare che il fenomeno del relic sia nato da Keith Richards il quale al momento del ritiro in Fender di una nuova Tele ha detto che l'aspetto "nuovo di pacca" strideva un po' con il mood da rock'n'roll ed ha chiesto che fosse un po' segnata in modo da sembrare una chitarra che aveva gia' una storia....tutto qui, il relic (o ageing che dir si voglia) e' un tipo di finitura, a me non interessa anche se mi sono capitate per le mani delle Les Paul aged che erano davvero belle e che sembravano davvero avere una storia loro...tu dici che vorresti una Murphy Lab ma la vorresti nuova di aspetto? non esiste: Murphy Lab non costruisce, Murphy Lab prende le VOS del Custom Shop e le lavora in 4 specifici livelli di invecchiamento: Ultra light, Light, Heavy, Ultra Heavy....tutto qui, e' un reparto di finitura.
Rispondi
di lbaccarini [user #14303]
commento del 25/10/2021 ore 16:44:03
Osservo (e non per primo di certo) che ormai gli articoli che ricevono un alto numero di commenti sono quelli su Vintage e/o Relic. Non ho nulla contro o a favore di vintage o nuovo o relic. Per qualche ragione sono gli argomenti che generano più discussione. Non trovo che sia una cosa negativa, evidentemente se succede c'è una ragione.
Rispondi
di DeaconBlues utente non più registrato
commento del 25/10/2021 ore 19:00:04
A me il relic piace (quando non eccessivo) e sicuramente le preferirei rispetto alle Custom Shop "normali" non Murphy Lab.
La domanda che mi pongo è questa: le chitarre invecchiate dal Murphy Lab sono scelte in base a particolari criteri (peso, risonanza, ...) o sono delle Custom Shop qualunque?
Grazie a chi vorrà rispondermi.

Marco
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 14:43:06
il relic del Murphy Lab e' disponibile in 4 livelli di invecchiamento:
- Ultra light: la chitarra viene leggermente opacizzata e con qualche segnino leggero qua' e la
- Light: i segnetti sono piu' numerosi ed evidenti, qualche linea di checking sulla verniciatura
- Heavy: la chitarra presenta evidenti segni di usura come la vernice mancante in alcuni punti dove e' naturale che sia piu' usurata
- Ultra heavy: come sopra ma in modo davvero esagerato...usata e maltrattata. come quella mostrata in questo articolo.
Concettualmente sono le stesse chitarre del Custom shop, credo che vengano scelte in base alla figurazione del top e probabilmente faranno anche una prova di suono per essere sicuri di mandare fuori una chitarra che suoni come si deve....le ciofeche a volte capitano anche nel CS
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di WATERLINE [user #51250]
commento del 25/10/2021 ore 19:42:1
Io ho una lp 1960 60th anniversary del custom shop. Anche questa fatta a seguito di scansioni di chitarre d'epoca per vedere incollaggi, tagli del legno ecc. Anche in questo caso replicati fedelmente i colori e le plastiche della stessa composizione. I PU sono gli stessi del murphy lab, il peso identico. Spendere 2/3.000 euro in piu' (se va bene) per avere un relic che in alcuni casi (viste in rete ma anche dal vivo) appare discutibile ed in effetti Il relic murphy lab trova parecchi dissensi in rete. Non discuto la qualita' della chitarra, ma credo sia una abile mossa commerciale sbandierata ai 4 venti. Non spenderei quelle cifre per avere una chitarra che si differenzia dalle altre CS solo per avere la vernice screpolata. Opinione del tutto petsonsle.
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di claude77 [user #35724]
commento del 25/10/2021 ore 22:47:04
Ho avuto la fortuna e anche l'immeritata possibilità di suonare una LP 1956 originale, quella con i PU P90 per intenderci. Vi assicuro che lo stato di conservazione dei legni, manico etc. era molto simile a quello che si vede in queste foto. Parliamo di uno strumento di quasi 60 anni di vita e vi assicuro che stringerlo tra le mani con tutte le sue sverniciate, crepe etc. è una sensazione bellissima.
Ora, secondo me e a mio modestissimo parere, avere un relic per sentire tra le dita quella sensazione di vissuto è molto piacevole e può comunque ,con l'effetto psicologico, condizionare in parte il nostro playing.
Ovvio è che io con una LP del 1956 in mano sarò sempre e comunque io nel mio suonare con tutti i miei limiti e difetti. Rimane una sensazione piacevole da provare e la possibilità di accarezzare, seppure solo in parte ,una sensazione unica.
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di Cukoo [user #17731]
commento del 25/10/2021 ore 22:47:49
Le mie chitarre più anziane sono del 1968 (una elettrica italiana) e del 1978 (acustica italiana). Ambedue hanno suonato per migliaia di ore e sono parecchio vissute (usate all'aperto, l'acustica dimenticata per anni in soffitta). I segni delle botte restano. Niente però che assomigli a quanto vedo nelle foto: sarà perchè usavo una cintura con fibbia normale (e non una grattugia, poi tra l'altro una volta le chitarre si tenevano alte, sopra la cintura), sarà che il mio sudore deve avere un PH nella norma, ma quell'usura 'nei punti più esposti' mi sembra veramente eccessiva. Non si svernicia una chitarra con le dita o col palmo della mano, direi che qualcuno ha lavorato, per oscure ragioni, di raspa e cartavetro. Anche l'hardware mi sembra 'troppo' invecchiato. La mia Solo Gemini del '68 ha ancora le cromature perfette. Insomma, penso che una vera Les Paul del '59 ridotta come nelle foto sia stata, più che abusata da un musicista, trattata male da un cane incompetente.
E allora, perchè copiarle?
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di diumafe [user #17831]
commento del 25/10/2021 ore 23:21:3
Preferisco le Murphy La#....
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di Tubes [user #15838]
commento del 26/10/2021 ore 08:29:11
Sei sempre avanti caro Diumafe, e nel mio caso, auspico intensamente che tu non sia mai dietro, ma questa è solo la mia opinione eh :) :) :)
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di Telecaster82 [user #59805]
commento del 25/10/2021 ore 23:25:13
Rispondo a un po' di commenti... Vi assicuro che non era mia intenzione sollevare il solito polverone fra i "pro relic" e i "contro relic". Mi rendo perfettamente conto che se le fanno ci dev'essere qualcuno che le compra (e tanti direi...). Io penso che la chitarra debba invecchiare insieme e con il proprietario, è una questione anche affettiva perché quel graffio mi ricorda magari quel giorno in cui... O quella botta mi ricorda quel particolare evento etc .. che siamo bei ricordi o brutti poco importa, l'importante è che facciano parte della mia vita. Ma se vi piacciono compratele pure. In fondo, il mondo è bello perché è vario.
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di Ghesboro [user #47283]
commento del 27/10/2021 ore 11:33:37
Tutto bello, poi vai a vedere e c'è mezzo web impazzito perchè, apparentemente, molte delle ultime Murphy Lab hanno la vernice che si sfoglia. Nemo bèn.
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di DDF72 [user #60181]
commento del 29/10/2021 ore 05:00:41
Ciao a tutti, a prescindiere dai gusti personali, secondo voi, queste chitarre prenderanno mai valore? Ha senso da un punto di vista economico spendere queste cifre (davvero importanti) per una Gibson del 2021 che riproduce l’estetica di una del 59 e pensare che tra 10 anni sarà considerata un oggetto degno di essere collezionato? perché se parliamo di strumenti “da suonare” credo che ci siano molte alternative più logiche. Ciao e grazie Accordo per il vostro lavoro!
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di Prot [user #33443]
commento del 30/10/2021 ore 10:25:02
Ho una R9 Murphy Lab ultra heavy aged. Concordo su tutto, ma vorrei sapere dall’autore o da chi è in possesso di questi strumenti, cosa se ne pensa del suono (ricordiamoci che sono sempre strumenti MUSICALI)
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 31/10/2021 ore 14:24:40
Negli anni ho provato parecchie Custom Shop e per esperienza personale mi sono fatto l'idea che la Custom Shop in genere siano di un altro livello rispetto alla divisione USA ....ma di parecchio anche se le USA sono comunque ottime chitarre. Detto questo la Custom Shop che mi ha impressionato di piu' a livello di feeling e suono e' quella che posseggo tuttora e che non credo vendero' mai: e' una normalissima VOS reissue della LP Custom '57 a due pick up....a detta anche di gente molto piu' esperta di me ci sono VOS da 3500E che suonano meglio di CC, Signature ed altre questo perche' la selezione dei legni e' esattamente la stessa e quindi la qualita' di base e' la stessa per tutti i modelli di tutte le linee del Custom Shop....quello che cambia e' la scelta dei legni ma solo per il lato estetico: se la 59 Joe Perry ha una particolare figurazione dell'acero il Custom Shop andra' a cercare un top che avra' una figurazione simile a quella della 59 originale di Joe Perry e cosi e' per tutte le altre serie del Custom Shop, alcune poi subiscono i processi di invecchiamento, in alcune di esse l'invecchiamento e' realizzato personalmente da Tom Murphy, in alcuni fortunati casi ci sono delle Murphy painted (il tutto certificato e per le Signature ci sono 50 esemplari firmati realmente sul retro della paletta dal titolare della Signature....tutte queste variabili fanno si che la differenza di valore tra 2 chitarre identiche nella scelta dei materiali e nella costruzione possa arrivare a 50k $ ed anche piu'....su Reverb che e' un termometro abbastanza realistico dei prezzi di mercato di certi pezzi, una Jimmi Page #1 (ed anche #2) la trovi anche a piu' di 50K $....questo e' collezionismo....se uno cerca una Custom Shop da suonare e vuole il meglio possibile e' meglio che si provi un po di modelli delle varie linee: potrebbe trovare la chitarra dei suoi sogni con 3.500E come e' capitato a me
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di Prot [user #33443]
commento del 31/10/2021 ore 16:30:44
Concordo anche in questo caso su tutto quello che hai scritto, ma non ho ricevuto la risposta che desideravo alla mia domanda. Nello specifico la R9ML ultra heavy aged in oggetto come suona?
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di KJ Midway [user #10754]
commento del 02/11/2021 ore 17:06:38
Sulla selezione dei legni per le CS non è come dici, non selezionano solo a livello estetico partendo da una selezione comune, basta fare una semplice ricerca trovi facilmente le immagini con i legni con scritto sopra a che chitarra andranno abbinati (R7 R8 R9 ecc...) e vicino una tabella con il range di peso per ogni serie.
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di ninni [user #11826]
commento del 30/10/2021 ore 16:53:58
Nel 1990, dopo anni di paghette messe da parte, finalmente ruppi il salvadanaio, andai verso Cuneo a fare un giro e tornai con una Les Paul custom nera. Dopo 31 anni è ancora con me e ogni volta che apro la custodia mi stupisco per quanto è bella…Io non sono mai stato troppo attento ma, a parte un po’ di doratura sbiadita sul pick UP al ponte e un po’ di segni sul retro a causa della fibbia, pare ancora nuova. Non riesco a immaginare quanto e come si debba usarla per arrivare a tanta usura… Personalmente non compro jeans strappati e non sono attratto neanche da questo tipo di finitura, ma se suona bene ed è suonata bene, l’aspetto estetico in fondo, passa in secondo piano
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