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Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
di [user #36147] - pubblicato il

Quando questa Stratocaster del luglio del 1955 ci è stata affidata per il restauro da un cliente Olandese, le condizioni erano davvero lontane dai fasti di un tempo.
Il manico era stato ritastato in più occasioni, e anche le meccaniche sostituite con modelli diversi: lavori non propriamente impeccabili, tanto da produrre delle crepe sul retro della paletta e in prossimità della sommità del truss rod.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Crepa sul tacco e legno mancante alla paletta.

Ma era il body in frassino che si trovava in condizioni peggiori. Infatti era stato modificato per alloggiare un sistema Khaler / Floyd Rose, scavando nella parte centrale il frassino figurato.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Il body quando è arrivato per il restauro.

Il primo atto di ogni intervento di restauro che si rispetti è quello di valutare “se” intervenire. In alcuni casi infatti, per ragioni dovute a interventi passati ormai irrecuperabili o per ragioni storiche, capita di consigliare il cliente a “non” procedere con alcun lavoro.
In questo caso però, a dispetto delle condizioni non buone dei legni, dall’esame di autenticità preliminare è emerso come il manico conservasse ancora sia la verniciatura originale sul fronte della paletta sia la sua decalcomania, così come la data a fondo del manico. Allo stesso modo il body in frassino, ancorché modificato, mostrava ancora il suo splendido grain, una volta esaltato dalla finitura “sunburst” di fabbrica.
Così si è deciso di procedere, e il restauro del manico è stato affidato al nostro Maestro Liutaio Matteo Rufini.
 
Il restauro del manico
Per prima cosa Matteo ha rimosso la verniciatura non originale sulla tastiera e sul retro del manico, salvaguardando con cura il fronte della paletta e la data sul tacco. In seguito ha stabilizzato tutte le fessurazioni e crepe causate dai maldestri interventi precedenti, per poi restaurare i fori delle meccaniche con inserti a misura per poter installare nuovamente quelle dell’epoca.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Il restauro della crepa a fondo tastiera.

Prima di procedere alla verniciatura del manico ha restaurato l’acero mancante sopra al “walnut plug” alla paletta, così come la fessurazione a fondo manico appena sopra al dado del truss rod.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Il restauro del manico.

A questo punto il manico riprisinato è andato in verniciatura, effettuata con i medesimi materiali e procedimenti dell’epoca, con un look e feel aged consono a quanto ancora presente sul fronte paletta, che conserva la vernice originale.
In questo caso i tasti non sono stati toccati, in quanto ben posati e con ancora molta vita utile, quindi si è lavorato attorno ad essi, preservandoli.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
L'aging e la verniciatura della tastiera.

Il restauro del body
Il body presentava fori aggiuntivi e scasso per Floyd Rose / Khaler, così il nostro Maestro Liutaio Romano Burini ha prima di tutto selezionato un pezzo di frassino adatto per poter creare un inserto adeguato a ricostruire quanto era stato tolto, per poi andare a inserirlo seguendo i profili del pezzo centrale del body originale.
Il lavoro era assai complesso, perché lo scasso era stato fatto in profondità, modificando anche il retro del body, all’interno del vano delle molle.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Il body una volta ultimati i restauri sul legno.

Una volta ultimati i restauri su legno, il body è entrato nella fase di verniciatura vera e propria, e Romano ha eseguito il classico sunburst del 1955, con procedure e materiali corretti dell’epoca.
Su richiesta del cliente la finitura è stata trattata con un “aging” leggero, ma consono all’età dello strumento.

Fender Stratocaster #6851 del 1955: il restauro ToneTeam
Il body a verniciatura completata, prima del processo di invecchiamento.

La chitarra, corredata delle parti originali compresi i pickup, è tornata al suo splendore di un tempo e suona davvero benissimo. L’abbinamento felice tra corpo in frassino e manico d’acero con profilo generoso e leggera “V” restituisce uno strumento che riesce ancora a emozionare chi lo prova, nonostante tutti questi anni e una storia di modifiche e “upgrade” non esattamente azzeccati.
Sarà un caso che anche un certo David Gilmour si sia pentito di aver installato un Floyd Rose sulla sua celebre Black Strat? Eppure in un certo periodo storico sembrava non se ne potesse fare a meno.
 
A questo link è possibile vedere le foto dello strumento a restauro completato.

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Tutte le foto del restauro completato
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di giambibolla [user #5757]
commento del 14/03/2022 ore 17:33:33
“ Ma era il body in frassino che si trovava in condizioni peggiori. Infatti era stato modificato per alloggiare un sistema Khaler / Floyd Rose, scavando nella parte centrale il frassino figurato”

In una strato 55… pazzesco

Visto il risultato apparentemente eccellente del lavoro (complimenti!) viene spontaneo chiedersi quante chitarre d’epoca siano state massacrate come questa e poi ritornino nel circolo del mercato vintage una volta debitamente restaurate.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 14/03/2022 ore 18:14:48
Molte, e non c'è nulla di male, senza il Restauro (con la "R" maiuscola) il passato in ogni sua forma andrebbe via via scomparendo. Nessuno di questi interventi è però invisibile, in questo caso immediatamente evidente alzando semplicemente il battipenna.
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 14/03/2022 ore 18:43:52
Complimenti! Bel lavoro davvero!
Appena ho visto le prime due foto, del manico e del body, stavo per avere un infarto. E' tornata ad essere splendida
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 14/03/2022 ore 20:11:54
Grazie mille, in effetti, come ho scritto tra le righe, a volte tocca dire di no a certi interventi, ma quando è possibile un ripristino come si deve vale la pena tentare !
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 15/03/2022 ore 09:03:14
Una piccola curiosità sugli abbassacorde. Ho visto che su questa ce n'è uno singolo tondo ma dalle foto vedo due fori.
Sulla mia reissue 57 ho un singolo abbassacorda a farfalla. Storicamente qual è quello più corretto?
Magari già tra il 55 e il 57 avranno adottato delle differenze.
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 12:42:32
Nascevano con uno soltanto! fu cambiato da rotondo a quello "moderno" a fine 1956. Il secondo anche in questo caso era stato aggiunto negli anni '70
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 15/03/2022 ore 12:43:18
Grazie! Chiarissimo come sempre : )
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 14/03/2022 ore 18:57:46
Spettacolare
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 14/03/2022 ore 20:11:15
grazie mille
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di aleck [user #22654]
commento del 14/03/2022 ore 19:06:39
Bellissima e gran lavoro. Mi occupo di strumenti musicali antichi e analizzare le tracce che si portano addosso per ricostruirne la storia - e, insieme, quella di chi li ha posseduti - è sempre interessante, motivo per cui sono sempre a favore di restauri conservativi... Ma qui non si parla di pezzi da museo, strumenti che ormai hanno molte storie da raccontare e ben poco da cantare: queste chitarre meritano di suonare almeno per altri settant'anni. Avete restituito alla chitarra lo splendore che merita!

Una curiosità: i pickup su questo strumento sono ancora del tipo con il polo del sol più basso?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 14/03/2022 ore 20:10:27
si, fino al 1956 sono pressochè identici, anche se nel 1954 potremmo distinguere almeno 3 fasi distinte per la costruzione dei pickups. Grazie mille, concordo pienamente, c'è un limite oltre il quale se lo strumento non è più in condizione di suonare non si può prescindere dal rimetterlo in corsa !
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 15/03/2022 ore 09:40:39
Grazie!
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 14/03/2022 ore 19:31:09
Dalle foto si vede che, nel riparare lo scasso del ponte del Khaler / Floyd Rose si è optato per una fresatura più ampia, che arriva fino al bordo inferiore della chitarra. Lo scopo immagino sia stato quello di applicare un inserto che non si limitasse a coprire solo lo scasso (per altro di forma irregolare), ma ripristinasse la coerenza della superficie del top della chitarra. Il nero del sunburst immagino ben copra sul bordo la giuntura dell'inserto. Capisco perfettamente la logica. L'unica cosa che -almeno per mio giudizio personale- dispiace un po' è che si andata persa l'estetica e l'orientamento originale delle venature del frassino in quella porzione nel top verso il fondo della chitarra. La fresatura più ampia del body era per voi una scelta obbligata per ragioni estetiche e di coerenza del lavoro, o ci avete pensato un attimo prima di decidere?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 14/03/2022 ore 20:09:10
Ovviamente si sono valutate tutte le opzioni, ma volendo ripristinare il sunburst originale non c'era alcuna altra soluzione, (a meno di non considerare opere ben più invasive di così) e non è facile trovare tavole di frassino della giusta stagionatura e trama, tantomeno ritrovare un grain che, una volta fresato, diventasse identico a quello fresato tanti anni prima. Si è inserito il nuovo materiale laddove in origine c'era già la giunzione, per cui il nuovo inserto si va a collocare dove in origine già si trovava la tavola.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 14/03/2022 ore 21:46:36
Ciao Cescos, avendo rimosso tutta la vernice dal manico (tastiera compresa) tranne che sulla parte frontale della paletta, ed in considerazione che i tasti non erano quelli originali, personalmente avrei voluto che i tasti venissero tolti, la tastiera rispianata a 7,25" (si trattava di togliere 8-15/100 per eliminare il consumo in alcuni punti dove avevano sfregato le corde), ritastarla con tasti piccoli, coerenti al '55 e riverniciare tutto il manico eliminando così i segni del tempo (per me "orrende cicatrici"), o forse sono i segni che occorre lasciare per rendere credibile l'età? Ciao, Paul.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 06:47:54
Ciao! Impossibile farlo visto che la tastiera era già stata spianata e radius modificato, infatti come illustrato avevano abbassato anche la zona dietro al capotasto, arrivando a scoprire anche l'inserto che copre il truss rod. Non era possibile. Senza contare che il lavoro di refret (ben fatto) era recente ed il cliente ha espressamente richiesto di mantenerlo. Abbiamo ricostruito legno mancante alla paletta e al tacco. Considera che non c'era più margine per alcuna raggiatura.
A dirla tutta i manici d'epoca non andrebbero mai toccati sul legno, si lavora sempre e solo sulla sommità del tasto. Poi perchè mai eliminare i segni del tempo? Il cliente voleva che la nuova vernice fosse coerente con quella originale (estremamente vissuta) presente sul fronte della paletta, quindi di fatto si è trattato di "mettere un vestito" che andasse d'accordo con quello che già c'era a (e c'è sempre stato)
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 14/03/2022 ore 23:32:59
Si certo da qualche parte deve pendere, come si dice. L'alternativa sarebbe stata semplicemente risarcire gli scassi del ponte, ma poi ovviamente sarebbe stato palese la presenza di un inserto di copertura. Capisco che trovare un lastrina di frassino che riprendesse credibilmente l'andamento delle venature sarebbe stato difficile e poi, in ogni caso, si sarebbero visti comunque i contorni dell'inserto. Nel modo in cui si è operato potrebbe passare tranquillamente (a guardare solo il top ovviamente) per un body originariamente in tre pezzi. Però si, un peccato veramente che il body originale sia stato bucherellato in quel modo.
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 15/03/2022 ore 07:28:52
Splendido lavoro come sempre, peccato per quello scavo per il Khaler pero' il patching e' stato fatto davvero bene e con una scelta a mio modestissimo parere giusta: meglio levare un po' piu' di legno ma avere un disegno delle venature che faccia intuire di meno il fatto che sia stato restaurato...gran bel lavoro.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 13:28:17
Grazie mille, si sarebbe potuto fare un lavoro molto piu invasivo ma l'obiettivo non era occultare del tutto la storia dello strumento, che ora è leggibile da chiunque la visionerà in futuro!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 15/03/2022 ore 07:37:47
Sì, il solo peccato è per la pezza che fa sembrare un body in tre pezzi quando l’originale era in due.
Ma era l’unica soluzione.
Un ponte Khaler in una Strato del 55 è veramente da criminali.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 07:44:22
Vero ma così si ripristina il look (i body anche allora potevano essere in 2,3 o più pezzi) e si mantiene l'originale il più possibile. L'alternativa sarebbe stato ricostruire l'intero pezzo dalla giunta fino a tutto il lato a destra compreso ma avremmo dovuto rifresare gli scassi originali del jack e parte di quelli del vano controlli, che invece abbiamo voluto mantenere originali, anche per lasciare evidente la riparazione in futuro. Diciamo che con un solo grande inserto frontale che arrivasse fin dentro agli scassi interni sotto al battipenna avresti potuto occultare in maniera migliore l'intervento, ma sacrificando molto dell'originalità, cosa che non ci è sembrato giusto fare. Comunque si, a volte ci si chiede cosa pensasse la gente a fare certe "Migliorie" alle proprie chitarre !!!
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 15/03/2022 ore 09:06:28
Bravo!

Una '55 che torna a brillare è tanta roba ;)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 20:10:29
grazie !
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 15/03/2022 ore 09:32:
C'è un girone all'Inferno per chi commissiona e realizza simili obbrobri su chitarre degli anni 50 e 60. Se vuoi il Floyd Rose fatti un'ibanez (ma mi riferisco pure a quelli che distruggono una Les Paul Junior per recuperare il palissandro per la tastiera di un'altra Les Paul oppure a quelli che sverniciano una gold top con i P90 per farne una finta sunburst dopo aver allargato gli scassi per inserire una replica dei PAF)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 20:10:18
quoto!!! non c'è cosa nel mondo delle chitarre che odi di più delle "conversion", veru e propri abomini chitarristici!
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 16/03/2022 ore 12:46:53
Una volta ho discusso - ma ho fatto male - con uno di questi sedicenti liutai specializzati in questo genere di lavoretti. Fiato sprecato, non è gente in grado di capire il valore di un manufatto prodotto pressoché artigianalmente 70 anni fa in quantità molto limitate. Per questa gente è solo un pezzo di legno verniciato per clienti danarosi (e probabilmente anche musicalmente incapaci) da far fruttare economicamente più possibile.
Rispondi
di zioeric [user #17254]
commento del 15/03/2022 ore 16:48:36
San)(Fran)Cesco, San Matteo e San Damiano si sono messi insieme x fare il miracolo😀... e che miracolo😮 Un lavoro superbo, sublime, da rendere quanto mai opportuno un pellegrinaggio (con puledra fullertoniana al seguito) dal Piemonte all'Appennino umbro-marchigiano e ritorno (mi unirei volentieri in Piemonte, vivendo a Chieri 🙄🎸)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 20:09:36
ahah questa sarebbe una bellissima idea !!! Concordo, abbiamo degli artigiani in Italia che meritano davvero, e i loro laboratori sono semplicemente magici !
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 15/03/2022 ore 19:46:48
Come sempre bellissimo lavoro, complimenti ai professionisti che hanno rimesso a nuovo lo strumento.
Devo dire però che a me piacerebbe moltissimo non dico possedere ma almeno provare una fender pre cbs (ma anche dei primi anni cbs) modificata in stile van halen, con floyd rose, tastiera piatta, tasti jumbo, magari un bel paf originale riavvolto al ponte.
Chi faceva quelle modifiche ci voleva cavar fuori qualcosa che non trovava nella versione originale, chissà se lo ha trovato, sarei curioso di sentire che suoni verrebbero fuori attaccandola ad una plexi a cannone o ad una delle prime 2203.
Immagino che le fender anni 60 modificate al giorno d'oggi siano una rarità, forse più rare delle originali!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 20:13:38
Ho conosciuto molti "primi proprietari" che hanno fatto di loro pugno questi scempi, e si, non solo se ne sono abbondantemente pentiti, ma alla fine quando snaturi uno strumento in questo modo per lo più si tratta di frustrazione, e il più delle volte si risolverebbe nel lasciarlo così come è e semplicemente cambiarlo con un altro! Se queste cose possono essere "comprensibili" tornando indietro negli anni '70 oggi non hanno alcun senso vista tutta l'offerta pazzesca di strumenti dalle configurazioni più disparate. Ci sono Fender modificate a tal punto da non essere più restaurabili (palette segate, forate per sistema khaler, etc) e sono abbastanza orrende devo dire =)
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 15/03/2022 ore 20:23:17
Chiaro che oggi nessuno lo farebbe, negli anni 80 però era una storia diversa, il vintage era semplicemente usato!
Comunque se te ne capita una sotto mano di quelle irrecuperabili fammi un fischio!!
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 15/03/2022 ore 20:52:24
Le cose vanno sempre inquadrate storicamente, fino alla seconda metà degli anni ‘90 il cosiddetto mercato del vintagenon esisteva. C’erano solo chitarre nuove e usate. Le chitarre usate costavano poco perchè usate. Siprattutto a livello non professionale o semipro, chi suonava la chitarra ne possedeva pochissimi esemplari e ci doveva fare di tutto, pertanto apportava le modifiche del caso qualora lo avesse ritenuto opportuno. È soprattutto con l’avvento di internet e del commercio online che è cresciuto il mercato del vintage, più informazioni, la possibilità di vendere oggetti usati a prezzi mostruosi.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 15/03/2022 ore 21:33:51
il "vintage" è nato già dagli anni '70, con l'avvento delle "Nuove" orribili chitarre anni '70, I primi in Italia iniziarono nel 1978, ma seguendo il "movimento" già nato in Inghilterra e USA. In ogni caso è esattamente quello che ho detto nel commento, "certe cose possono essere comprensibili negli anni '70, non più oggi". Internet e commercio online non c'entrano nulla con "Il mercato", quelli sono solo mezzi di comunicazione, il "mercato" è sempre stato gestito dai negozionati USA e tutto il resto del mondo si adegua a quello.
Rispondi
di PeterFrank [user #62060]
commento del 17/03/2022 ore 00:05:01
Alla fin fine come suona questa rediviva strato anni '50?
Rispondi
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