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Le Ceneri del Prog
Le Ceneri del Prog
di [user #17404] - pubblicato il

A musicisti e addetti ai lavori e - forse - più ancora ai semplici ascoltatori appassionati di musica, la lettura di un saggio come quello di Mattia Merlini, “Le ceneri del prog - Quel che resta di un genere della popular music” piacerà tantissimo e farà bene. Perché, come oggi forse nessun altro genere, il Progressive ha maturato una connotazione stilistica vaga e indefinita: un tutto contrario di tutto che piace appiccicare come bollino di qualità e che – una volta apposto - legittima l’autorevolezza delle cose più disparate e variegate, addirittura strampalate.

Per cui, soprattutto all’interno di una comunità dove ancora sopravvive l’interessa per la musica strumentale, il Progressive rischia di diventare una zona franca che accoglie espressioni artistiche spesso protese al solo narcisismo musicale autocelebrativo (tanto strumentale che compositivo); oppure alla creazione di musica superficiale che – al di là di quanto articolata sia - galleggia fuori dal tempo, incurante della responsabilità di essere l’espressione (per suoni, produzione, standard esecutivi e di scrittura) del periodo storico che dovrebbe incarnare. Sia questo quello presente, sia quello di un passato che vuole celebrare.
“Le ceneri del prog” è un saggio eccellente perché, pur partendo dalla consapevolezza che sia impossibile attribuire un volto unico ad un genere che è, per sua natura, una “bestia con molte teste”, si sforza di determinarne forma e sostanza, attitudine. 
Ma in questa indagine che si muove su più piani (teorico, storiografico ed etnografico) il punto di vista più suggestivo e interessante è il fatto che il Progressive venga dissezionato nella sua contemporaneità: il Progressive di oggi è ciò che resta e si è reincarnato di un genere morto alla fin degli anni ’70. Il Progressive è assassinato da vari esecutori perchè non è solo il Punk a segnare la fine di questo genere; c’è al contempo l’esplosione della Disco Music che favorisce una fruizione musicale più gaudente e meno cerebrale. E non da meno la New Wave che, per quanto votata a manifestazioni musicali più introspettive, accoglie e favorisce soluzioni tecniche ed esecutive essenziali. Fenomeni che, tutti assieme, suggestionano la critica musicale per la quale il rock deve tornare alla semplicità e immediatezza delle origini. Visione che determina gusti e tendenze del pubblico e la conseguente condanna al patibolo del Progressive.



Il Prog però risorge dalle sue ceneri, incarnandosi in due filoni, complementari nella loro opposizione, che diventano il cuore narrativo di questo saggio: il Neoprogressive e il Post- Progressive. Con il Neoprogressive si intende la corrente musicale che si impegna, spesso in maniera integralista, a mantenere saldi i tratti stilistici del Progressive classico (quello di inizio anni Settanta, riconducibile al rock sinfonico di matrice britannica) di cui vuole essere la diretta incarnazione. Il Post-progressive invece, spiega l'autore Merlini, è «l’insieme di tutte le manifestazioni prog contemporanee (incluso il neoprogressive) che si riferiscono più o meno esplicitamente al Progressive storico». Così, in questo secondo ampissimo e variegato contenitore, il Progressive si allontana ancora di più dal concetto di genere musicale e diventa piuttosto un’attitudine; condizione che legittima la presenza di realtà e filoni diversissimi dove possono convivere il Prog Metal di Dream Theater con il Post Rock di Mogway, God Is An Astronaut o artisti insospettabili come Radiohead, Bjork o Primus.
Le “Ceneri del Prog” è un testo bellissimo e altrettanto impegnativo, che sprona chi desidera arricchire la propria cultura musicale a un’esplorazione minuziosa del rock e della popular music degli ultimi quaranta anni. Che aiuta a cogliere quanto contorto e spinoso possa essere il delineare un confine stilistico preciso attorno ad un genere; e – proprio  per questo - dissuade dall’appiccicare con troppa faciloneria, la parola Progressive a musica inconsistente che è poca cosa oltre il suo essere astrusa e diversa.

Le Ceneri del Prog

"Le Ceneri del prog" di Mattia Merlini è edito da Ricordi e fa parte della Collana Le Sfere
 
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