di redazione [user #116] - pubblicato il 19 agosto 2022 ore 08:00
Catalinbread studia un Fuzzrite al germanio degli anni ’60 per un’edizione fedele nel timbro, ma con maggiore versatilità e ideale per applicazioni moderne.
Nella seconda metà degli anni ’60, la febbre del fuzz ha spinto numerosi costruttori a proporre molteplici varianti dei primi, violentissimi, distorsori per chitarra elettrica. Il Fuzzrite di Mosrite è tra gli esempi più riusciti ed è oggi oggetto del desiderio per molti collezionisti di effetti d’epoca.
Tra il 1966 e il 1968, l’azienda ha prodotto versioni del Fuzzrite con componenti al silicio e al germanio, quest’ultimo particolarmente ricercato e oggi preso a riferimento per un’esclusiva collaborazione tra Catalinbread, Mark Moseley ed Ed Sanner, storico progettista Mosrite.
Per il Fuzzrite Germanium, Catalinbread ha analizzato un esemplare originale d’epoca e lo ha riproposto in modo fedele, con alcuni precisi accorgimenti moderni.
I due transistor PNP al germanio che danno voce al distorsore sono di tipo NOS, selezionati per una risposta il più vicino possibile all’originale. Rispetto al circuito anni ’60, Catalinbread introduce però alcune modifiche come il circuito integrato invertitore di polarità per lavorare con alimentazioni di tipo moderno, senza richiedere una linea separata e trovare così posto in qualsiasi pedaliera.
Precise attenzioni sono state rivolte anche sul versante sonoro, con una modalità d’uso alternativa battezzata - in modo a dir poco esplicativo - Modern.
Resta immutato il pannello, con due sole manopole a gestire la voce del fuzz.
Volume dosa il livello di uscita e fornisce una riserva tale da spingere un amplificatore oltre la soglia di saturazione, ideale per colorare il fuzz con una pasta compressa, morbida e liquida.
Depth dosa la quantità di distorsione, ma lavorando in realtà in modo più simile a un controllo di Mix. All’interno del Fuzzrite convivono due stadi di gain, con il controllo Depth che tira in ballo il primo transistor nella prima metà di escursione, aggiungendo il secondo transistor per il resto della corsa, passando così da una saturazione appena accennata e grossa nel suono a una distorsione compressa e tagliente sugli acuti, ricca armonicamente e con l’attacco “schiacciato” tipico di un fuzz sottoalimentato.
Al centro dello chassis, uno switch dà accesso alle modalità V e M, modificando i valori dei condensatori di ingresso e di uscita al fine di riflettersi sul taglio in frequenza e sui bassi generali.
La modalità Vintage riprende la voce originale del Fuzzrite, mentre la Modern ingrossa la gamma più grave per una risposta più adeguata alle necessità e alla strumentazione dei musicisti odierni.
Il Fuzzrite Germanium fa seguito all’esperimento già portato a termine nel 2015 con il primo Fuzzrite, con lo scopo di offrire ai musicisti le caratteristiche sfumature del germanio applicate alla saturazione estrema, violenta e sgraziata del fuzz Mosrite di fine anni ’60. Sul sito Catalinbread, è possibile vederlo, ascoltarlo e acquistarlo a questo link.