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Io, Vasco e le tribute band
Io, Vasco e le tribute band
di [user #50760] - pubblicato il

Nutro un’idiosincrasia antica, un’antipatia viscerale per chi si sente sempre in diritto, se non addirittura in obbligo, di esprimere un parere tranchant su tutto. In particolare su ciò che non conosce da dentro e nemmeno da vicino.
Facciamocene tutti una ragione: il nostro tagliente punto di vista ha un qualche valore solo se sappiamo di cosa diavolo stiamo parlando. Poi però accade di provare un epidermico senso di distacco, di forte imbarazzo, nei confronti di qualcosa. A me succede con le tribute band: attenzione, non mi riferisco alle cover band dal repertorio monotematico (io stesso ho desiderato a lungo di suonare i Creedence con un quartetto, ma di cantanti adeguati non ne ho mai trovati in giro: se ci siete, battete un colpo), ma proprio a quelle formazioni che mettono in scena uno spettacolo-fotocopia, cercando di riprodurre nel minimo dettaglio lo show di un dato gruppo, spesso addirittura replicando un concerto preciso (per esempio i Queen a Wembley nell’86). Nel corso degli anni ho visto decine di tribute band: dai Cure con un Robert Smith assai stempiato ai Litfiba con un Pelù non proprio in forma, fino agli AC/DC con un Angus alto due metri, oltretutto incapace di un vibrato decente.
E poi c’è Vasco. Ecco, la tribute band di Vasco mi ha sempre fatto l’effetto di una parmigiana fredda al mattino dopo il caffè. Mi spiego: ho ascoltato molto Vasco Rossi, l’ho amato e, come molti di noi, da ragazzino mi sono sentito capito e “vicino” alla disillusione, al nichilismo e al forte senso di malinconia espresso da quei testi e da quell'attitudine. Piaccia o meno, il cantautore emiliano è un artista dalla sensibilità straordinaria. Con lui nel tempo hanno suonato musicisti di livello notevolissimo che hanno reso quei dischi (penso in particolare a C'È CHI DICE NO e a BOLLICINE), grazie anche a un eccellente lavoro di produzione, un benchmark che resiste nel tempo. Sul Vasco recente, dal punto di vista strettamente artistico, non mi pronuncio perché l’ho ascoltato poco. Il tema in ogni caso non è Vasco in sé, semmai il fare del rocker di Zocca un’imitazione (nella migliore delle ipotesi) da Tale e Quale Show.
Perché prendere un personaggio unico e tentare di riprodurne ed esasperarne l’accento, i tic, le movenze? Regolarmente, assistendo a quel tipo di spettacolo, ho provato una fitta di disagio, quella che si sente di fronte a una baracconata.

Io, Vasco e le tribute band
Una replica della Stratocaster di Stef Burns. Spesso, per non dire sempre, i chitarristi delle band tributo possiedono una Strat simile a quella che il californiano porta in tour con Vasco Rossi

Però, visto che qui siamo tra amici, una confessione mi tocca farvela. In una fresca sera d’estate, poche settimane fa, in un paesino del Molise ho assistito allo spettacolo di una tribute band di Vasco. L’ho fatto consapevolmente perché, sapete com’è, non è che la provincia di Campobasso offra un gran ventaglio di eventi musicali. Insomma, quello passava il convento.
Inizia il concerto e succede proprio quello che temevo: dal palco si sprecano gli “eeeeehh” e gli “e già”, mentre intorno a me si alza qualche coro "alè alè alè Va-scoo, Va-scoo", come se fossimo a San Siro. Sapete, tipo quelli che applaudono quando l’aereo atterra. E io mi sento male (qui una parentesi tocca aprirla: sulla fenomenologia del “Vaschismo” si sono scritti fiumi d’inchiostro, si sono raccontati i cinquantenni con marsupio, bandana sulla pelata e zaino Invicta con i testi scritti a pennarello, eppure - nonostante il tempo passi inesorabile - il clima da strapaesana nell’89 resta immutato).

Ok, vi avevo promesso un PERÒ: devo dirlo, lo spettacolo era così curato, e impreziosito da ospitate sorprendenti ed extralusso (Andrea Braido, Andrea Innesto, Daniele Tedeschi) che, nonostante credessi che avrei mantenuto per tutta la durata del concerto quel mio atteggiamento un po' snob, beh a un certo punto mi sono sentito emotivamente tirato dentro. Senza cercarlo, anzi dando per scontato che NON sarebbe successo, è arrivato un momento il cui l’aspetto grottesco dell’imitazione è passato molto in secondo piano e ha smesso di rappresentare un elemento di disturbo.
Per un paio d’ore ho fatto colazione con un toast del resto, ho immaginato che fosse sempre domenica e che tu fossi sempre libera, ho passato una giornata straviziata, ho riso un po’ di lei, ho vissuto una favola e alla fine mi sono sentito libero libero. Lasciatelo dire per una volta anche a me: ehhh già, è successo quello per cui una band del genere nasce e lavora. Sì, lavora, perché è chiaro che questa faccenda delle tribute band sposti parecchi soldi - altro tema assai scottante - e, se da una parte resto convinto che il proliferare di queste formazioni sottragga spazio a chi propone repertori e formule più originali, dall’altro non si può negare che alla base di un gruppo tributo di livello ci siano solide fondamenta fatte di studio, di preparazione e di maniacale attenzione ai dettagli.

Voi che ne pensate delle tribute band? Qual è la vostra esperienza? Rappresentano davvero l’unico modo per guadagnare decentemente con la musica live?
musica e lavoro
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di MM [user #34535]
commento del 09/09/2022 ore 08:07:23
Concordo, a me le tribute band mettono una tristezza profonda. Lo stesso effetto me lo fa anche Vasco stesso oggi.
Però... c'è un però, non me l'hanno messa i Killer Queen, ascoltati da poco nella mia città.
Giù il cappello ai Killer Queen.
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di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 09/09/2022 ore 08:41:43
L'importante è fare musica e divertirsi, poi se "vengono bene" meglio!

Comunque sia il ragazzo di Zocca è ancora un riempi stadi che coinvolge pubblico di ogni età ed è contornato da musicisti di alto livello.

Vai Stef ;)
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di Sykk [user #21196]
commento del 09/09/2022 ore 09:14:37
A chi ama profondamente la musica, è normale che le tribute band che puntano molto sull'aspetto teatrale del diventare replicanti facciano ribrezzo.
Cosa che invece l'avventore medio apprezza.

Su Vasco, beh che dire, la sua musica mi piace molto (almeno fino a metà anni '90), ma a modena park il 95% di 230.000 persone erano ubriachi che di musica non capiscono nulla, cantavano stonati e facevano i cori da stadio. Trovo sia un peccato che artisti del genere debbano puntare più sulla comunicatività verso certi soggetti che sulla qualità musicale.

Facciamo la somma.. le tribute band di Vasco sono una roba letale, e mi dispiace che artisti come quelli citati debbano fare le ospitate in certe serate per sbarcare il lunario.
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di marcoecami [user #54447]
commento del 09/09/2022 ore 09:23:28
Ogni estate, oltre al meeting di Rimini, ci riserva ormai due catastrofi fisse: la tribute band di Vasco e quella di Ligabue. Non sono contrario e in molti casi c'è dietro tanto sacrificio, come dici tu, però ci vorrebbe un po' di coraggio per proporre anche altro. Questo vale sia per le band che per chi organizza l'evento. È molto meglio "sorprendere" il pubblico con qualcosa che non si aspettava!
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di Arch [user #51394]
commento del 09/09/2022 ore 09:37:2
Io ho passato il periodo Metallica-fansupersfegatato dove se non vedevo gli strumenti esattamente uguali a quelli usati dai Four Horsemen avevo i conati da quanto ero infastidito. Avevo 16-17 anni, poi col tempo son cambiati i gusti e mi sono trovato io (saltuariamente e senza pretese) a salire sul palco e fare cover. A me non disturba il presentare un repertorio mono-artista, anzi. Ho suonato in una cover dei Creedence (sì, trovare un cantante adeguato è stato complicato e abbiamo "ripiegato" su una donna) ma troverei impensabile mettermi a scimmiottare un chitarrista in particolare. Magari siamo due chitarristi e ci dobbiamo suddividere le parti come fanno esattamente gli originali senza alcuna libertà. Non fa per me.
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di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 09/09/2022 ore 09:40:24
Direi che ci troviamo!
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di Lespo [user #18097]
commento del 09/09/2022 ore 09:52:4
Secondo me bisognerebbe scindere l'aspetto lavorativo da quello della passione. Chi lo fa per mestiere merita comunque il rispetto che va attribuito a tutti i lavoratori, perché ci sono famiglie da sfamare, mutui da pagare ecc.ecc.
Per le cover band di "hobbisti" provo sempre un grande imbarazzo, spesso penso che dovrebbero smettere di suonare, ma poi mi dico: ma te chi sei?! ma se si divertono che male fanno?! non li vuoi vedere? non li guardare.
Ps qualche anno fa ho visto a Lerici una tribute band di Vasco con special Guest Maurizio Solieri... una mestizia...
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di Gigibagigi [user #49591]
commento del 09/09/2022 ore 10:16:09
Unico commento che mi sento di condividere. La vogliamo smettere di considerare chi fa musica necessariamente come un artista "puro e duro", che non si deve piegare alle esigenze di mercato altrimenti - anatema - è un "venduto"? Le serate in riviera chiedono quello? Bene, facciamolo. Non ci vedo nulla di male. Poi, se a qualcuno non piace quella è la porta d'uscita, si può sempre andare ad un entusiasmante concerto jazz di fenomeni da conservatorio e trovarsi in 3 persone, ma smettiamola di fare i cagaca**i...
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di Simo6891 [user #61984]
commento del 09/09/2022 ore 16:04:26
Non vorrei fare il pignolo ma hai prima condannato un comportamento che poi hai replicato pedissequamente per il jazzista di turno....ce l'ha pure lui il mutuo da pagare :D
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di Gigibagigi [user #49591]
commento del 09/09/2022 ore 16:23:56
Ahahh! Ma il jazz fa storia a sé... è la musica che piace a chi la suona, ma non a chi l'ascolta!
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di BigFlaz [user #54462]
commento del 09/09/2022 ore 10:37:37
son d'accordo, senza contare che spesso ci sono degli special guest mica da ridere, ho visto una cover band degli Iron Maiden suonare con Dennis Stratton (che avrà suonato solo sul loro primo album e ci starà marciando sopra, però c'è del suo in una piccola parte della loro storia quindi almeno una volta va visto) e una di Ligabue con il Cottafavi (che ha partecipato attivamente alla scrittura di tanti suoi album)
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di latin28274 [user #45548]
commento del 09/09/2022 ore 09:57:19
Vecchia e/o nuova storia quelle delle tribute band, con i suoi classici pro e contro.
Onestamente, preferisco una band di cover "live" dal repertorio misto che renda propri i pezzi, magari cambiando qualche arrangiamento, tempo, e così via.
Ma sono solo un vecchio rocker... ;)
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di Ampless utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 10:14:01
La mia domanda invece è:
Ma voi paghereste 20€ per andare a sentire una tribute band live?
Se si ditemi il perché..
Senza fare pubblicità a nessun gruppo, 2 mesi fa nella mia città c'era un concerto di una tribute band, il costo del biglietto era di € 20
Rispondi
di BigFlaz [user #54462]
commento del 09/09/2022 ore 10:26:39
io sinceramente no, non ne vedo il senso, anche se in alcuni casi lo spettacolo offerto in effetti ha delle particolarità che potrebbero valere il costo del biglietto. In genere preferisco andare in locali o ad eventi dove c'è anche lo spettacolo, cosa che faccio spesso visto che le serate "a tema" o le coverband in generale mi piacciono.
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di Ros_Cjarnia utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 12:04:46
Come direbbe Marzullo...Si faccia una domanda e si dia una risposta....🤦🤦🤦
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di Ampless utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 12:47:24
Io 20 anni fa, a Londra, pagai 6 sterline per ascoltare dal vivo in un pub delle bend emergenti..
c'era un pub gestito così:
se volevi solo bere senza ascoltare musica, bastava rimanere nella prima sala principale, poi invece se volevi sentire le band suonare, c'era un altra stanza separata, con una persona che ti chiedeva i soldi se volevi entrare a sentire il live, poi ti metteva un braccialetto perché se volevi uscire per andare al bancone a bere potevi passare da una parte all'altra.
Io in Italia, non so voi, una cosa così non l'ho mai trovata, soprattutto vedere che per sentire band sconosciute si pagasse qualcosa, non lo dico in maniera negativa, anzi, mi pare giusto che anche chi suona i propri brani gli venga riconosciuto un compenso.
Tornando al discorso tribute band, io 20€ non li pagherei, anche se sono sicuro che lo show potrebbe sicuramente valere quel costo, se devo dare dei soldi a chi suona, li darei senza problemi a chi propone la propria musica e non quella degli altri, senza polemiche ma io la penso così.
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di Ros_Cjarnia utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 13:08:21
Mi ricordo un episodio,una decina di anni fa. Una sera suonammo in un locale,ci chiesero di suonare solo cover e di non fare i pezzi nostri. Abbiamo fatto una scaletta di TRE ORE che definire "variopinta" è riduttivo (Clapton, Jeff Beck,Blues Brothers,Area,Pfm,Elvis,Pink Floyd,Frank Zappa,tanto per dire),eravamo in quattro,ci pagarono cento euro a testa senza consumazioni.Un paio di settimane dopo nello stesso locale suonò un tributo ai Queen,erano in quattro,suonarono 45 minuti,li pagarono quattrocento euro a testa.
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 09/09/2022 ore 17:16:42
Ho pagato per andare a vedere tribute band dei Queen e dei Beatles, per concerti che annualmente si tengono tramite un'associazione di beneficenza. Paghi il biglietto, qualcosa va alla band, qualcosa al teatro che ospita, il resto all'associazione di beneficienza.
Credo sia il modo migliore di godersi una tribute band.
Per altre tribute band non ho pagato il biglietto ma la consumazione al tavolo del pub, e ci sta benissimo.
Anche se tra i non professionisti adoro le cover band che provano a ri-arrangiare i pezzi che propongono.
Anni fa suonavo in un gruppo e non solo ri-arrangiavamo i pezzi ma proponevamo anche brani nostri. Evidentemente non eravamo i Maneskin perché abbiamo finito tutti per fare altro.
Per me le tribute band non uccidono la musica, anche perché il modo di farsi notare non è più quello degli anni 70, ovvero partendo da esibizioni dal vivo, ma tramite click sui social fino a diventare dei fenomeni, che vengono poi in qualche maniera presi in considerazione o da una casa discografica o da qualche altro artista che ti prende sotto alla propria ala. (edit: oppure tramite talent show, che sono forse ad oggi il modo migliore per farsi notare, anche se si parte sempre facendo cover altrui).
Cambiano i tempi, la buona musica diminuisce (perché è un dato di fatto, non c'è più un mercato musicale vivo come negli anni 80) ma tuttavia da qualche parte c'è ancora, si trasforma come si trasforma la nostra società e ci rispecchia, nel bene e nel male.
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di Ampless utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 18:10:12
Bravo, quando è per una giusta causa qualsiasi concerto è cosa buona e giusta, ma attenzione, tu parli di tributi che uccidono la musica,
magari non ti riferisci a me, anche perché io questa affermazione non l'ho pensata e neanche detta, ognuno suona quel che gli pare, ma tra inediti o tributi preferisco i primi,
poi ci sta che le cover ognuno di noi le ha suonate e magari le suona anche ora,
io le faccio a modo mio le cover, mi piace se ho idee di stravolgere un brano non mio.
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 12/09/2022 ore 09:50:2
Ciao Stefano,
Infatti non mi riferivo a te parlando dei tributi che "uccidono la musica", ma ad altri spunti di conversazione che sono apparsi in altri commenti.
Per quanto riguarda le cover ho omesso di scrivere che ho acquistato diversi cd di cover, dove gli arrangiamenti sono stati completamente stravolti fino a creare dei nuovi brani con testo e melodie vocali già pubblicati, ed è qualcosa che mi piace tantissimo perché è un modo di lavorare che permette di inventare, rimanendo sempre rispettosi degli originali. Credo di averli già citati in altri commenti ma i Klazz Brothers mi hanno davvero aperto un mondo, ma anche i Postmodern Jukebox o gli Scary Pockets non sono da meno... e non ometto le tue cover che mi divertono sempre molto! Continua così!
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 09/09/2022 ore 10:36:31
Le tribute band, intendo quelle lì, quelle baracconate dove si "travestono" e imitano, spesso in maniera imbarazzante l'artista di turno, sono la morte... la morte nera.
Ce ne sono di bravissime, gente con talento e capacità che potrebbe fare belle cose e invece sceglie la baracconata.
D'altra parte "funzionano"... nel senso che attirano gente e suonano sui palchi migliori. Se vuoi tirare su due soldi e avere il tuo piccolo momento di celebrità posticcia quella è una strada in discesa.

Questo è chiaramente uno dei tanti segnali che la musica suonata sta vivendo uno dei suoi periodi peggiori di sempre. E' lo specchio dei nostri tempi.
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di Fritz [user #333]
commento del 09/09/2022 ore 10:42:1
Il cantante nato e cresciuto a Cosenza (per dire una città a caso) che quando sale sul palco indossa il cappellino e pronuncia la "zeta" alla emiliana è una della cose più cringe della musica.
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di MatteoTo [user #43243]
commento del 09/09/2022 ore 11:21:01
Non ci vedo nulla di male nelle tribute band, soprattutto se fatte con passione. Certo che le tribute band di Vasco e Ligabue sono tante, si dovrebbe trovare qualche variazione sul tema. Anzi io ho questo pensiero: produzioni fatte con mestiere e professionalità di gruppi immortali che vanno a replicare concerti storici con tanto di scenografie e particolari le vedo come la riproposizione di spettacoli teatrali del 1800. Patrimonio culturale da tramandare alle nuove generazioni, come i The Musical Box per i Genesis.
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di Ampless utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 11:42:58
Prendendo spunta dal tuo commento, anche io non ci vedo nulla di male nel tributare, però per me, e sottolineo per me, ha più senso omaggiare con un tributo un artista o una band scomparsa che non suona più per ovvie ragioni, piuttosto che un tributo a Vasco o Ligabue, che sono vivi e vegeti e fanno sempre concerti e tour, io almeno ragiono così
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di MatteoTo [user #43243]
commento del 09/09/2022 ore 15:52:00
Secondo me va anche bene tributare chiunque, in vita e non. Perché il pubblico può e vuole fruire dello spettacolo del suddetto artista come vuole... La funzione "sociale" della musica è diversa per ogni individuo e il mercato chiede tribute apposta.
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di Ampless utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 16:38:01
Certo, non c'è nulla di sbagliato, ci mancherebbe, è solo un mio punto di vista..
Se voglio ascoltare una band che non esiste più per scioglimenti o altri fattori, l'unica maniera è trovare una band che omaggia con un tributo faccio un esempio, Dire Straits, Lucio Dalla o Lucio Battisti, o altrimenti mi compro un disco dal vivo dell'originale..
Se al contrario ho la possibilità di vedere un artista che amo, che è ancora in vita, e che fa dei tour, preferisco senza nulla togliere alla tribute band, andare a sentire l'originale
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di Ros_Cjarnia utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 11:58:38
....ne parlo spesso con i miei amici : siamo arrivati al punto in cui,quando si fa una serata,i gruppi che propongono la loro musica vengono chiamati per aprire la serata e le tribute band fanno da "headliner". Siamo arrivati al punto in cui se vai a proporti in un locale per una serata,se ti presenti con una tribute band di chicchessia ti prendono al volo e ti pagano bene senza indugi,se ti presenti con il tuo gruppo con le tue canzoni la risposta è lapidaria "....si,ma quanta gente mi porti?".... E in ogni caso sarà gia tanto se ti offrono una birra e ti danno il rimborso spese. Siamo arrivati al punto cui chi propone la propria musica viene costantemente svalutato e chi "prende,copia e incolla" senza arte ne parte suona ovunque e ci guadagna pure parecchio. Senza contare che poi,in ogni zona,di solito chi suona in una tribute band di solito fa parte di altre tre-quattro formazioni simili,quindi alla fine saranno sempre i "soliti noti" a monopolizzare i palchi di locali,sagre,festicciole sentendosi pure dei professionisti realizzati. Chiariamo una cosa: così si uccide la musica. Si uccide la musica dal vivo e si uccide sul nascere l'evoluzione della musica Andando avanti di questo passo le nuove leve tra un po non ci proveranno nemmeno a mettere in piedi un gruppo che propone musica autoprodotta, perché ormai sapranno che facendo la loro musica modo troveranno parecchie porte chiuse,difficilmente suoneranno in un locale,o in una manifestazione, difficilmente otterranno la considerazione che si merita chi cerca di portare avanti la musica, senza vivere di gloria riflessa come le tribute band. Potrete dirmi che "c'è parecchio lavoro dietro" oppure che "spendono migliaia di euro in attrezzatura" ma di fatto stiamo parlando di gente che IMITA IN TUTTO E PER TUTTO QUELLO CHE HANNO FATTO ALTRI MOLTI ANNI PRIMA. Fine del discorso. E questo potete chiamarlo "tributare" mentre altri lo definiranno "rubare a man bassa". Io lo trovo anche un po' ridicolo,copiare tutto,gli strumenti,le mosse e conciarsi anche in maniera ridicola imitando senza vergogna,anzi sentendosi dei grandi. È ora di finirla con queste stronzate,e spero che questa sia solamente una moda passeggera e che la gente prima o poi si renda conto di quanto tutto questo sia stupido degradante e deleterio per la musica. Tutti li come burattini a fare sempre le stesse mosse le stesse cose al millimetro sera dopo sera.. Ovviamente questa è solo la mia opinione,ma sono sicuro che ora verrò insultato a raffica da chi vorrà dimostrare di essere nel giusto a tutti costi. Ma di sicuro non cambierò idea : per me tutto questo è vergognoso e uccide la musica.
Rispondi
di euke [user #1325]
commento del 09/09/2022 ore 13:47:14
Suono in una tribute band dei Pearl Jam: non mi sento di fare nulla di vergognoso, non monopolizzo feste o sagre o locali, e ci guadagno veramente poco.
Non mi reputo "peggiore" di tanti gruppi che si definiscono "originali" ma che copiano comunque a destra e a manca.
Che poi in Italia ci siano tribute band (Vasco, Ligabue, Queen, ecc...) che occupino la maggior parte delle programmazioni musicali di locali e feste, è un dato di fatto ed è colpa della cultura musicale media italiana.
Quando vedo programmazioni che addirittura prevedono tribute band ai Modà...
Rispondi
di Ros_Cjarnia utente non più registrato
commento del 09/09/2022 ore 16:28:35
Capisco il tuo punto di vista,ci sono tributi e tributi. Magari per voi il concetto di "tributo" consiste nel limitare il repertorio alle sole canzoni dei PJ e farle bene e con passione,senza -ipotesi- necessariamente vestirsi come se fossimo a seattle nel'91,senza che il cantante si arrampichi sulla struttura del palco come faceva Vedder nei tempi che furono,e magari senza imitarne espressioni e movimenti. E consideriamo anche che i PJ in italia non sono così nazionalpopolari come appunto Ligabue,Vasco e via dicendo... Suonare in una tribute band dei PJ non fa di te Mike McReady,ma questo lo sai già perché si capisce da quello che hai scritto che sei una persona che ha assolutamente i piedi per terra,altri invece non lo capiscono e,dal momento che suonano in una tribute band che fa soldi e suona ovunque si comportano da star come se veramente lo fossero,quando i loro reali meriti artistici sono = 0. Ovvio,non si può fare di tutta l'erba un fascio ma -purtroppo per me- un'opinione me la sono fatta in base a quello che ho visto in giro,in passato e purtroppo negli ultimi anni. E non mi è piaciuto. E mi piace sempre meno.Una considerazione poi su quello che può essere la difficoltà di alcuni repertori : ci sono un sacco di tributi (più o meno grotteschi) a Vasco,ai Guns,Le vibrazioni,ai Måneskin (🤦)....ma per adesso non ho ancora visto in giro molti tributi a gruppi con un repertorio cazzuto e difficile come potrebbero essere Elio E le storie Tese,Primus,Rush...troppo difficili per questi professionisti....(?)
Rispondi
di Underthesun78 [user #40332]
commento del 09/09/2022 ore 14:06:46
Applausi, condivido ogni singola parola. Anche se le definirei più "Cosplay" Band che Tribute.
Rispondi
di latin28274 [user #45548]
commento del 09/09/2022 ore 14:52:55
Ciao Ros,
il tema è interessante su un aspetto: quando il fenomeno tribute (e cover, che è completamente diverso, e dirò perchè) uccidano la musica, o possano convivere con altri fenomeni.
Vediamo un pò di storia: le grandi band che hanno fatto la storia del rock (e del jazz, blues, ecc.), normalmente suonavano cover e ci mettevano dentro i pezzi propri. Quando cominciavano a "funzionare" live, a essere seguiti, in genere uscivano col primo disco.
Cosa succede invece con la tribute? Che qualunque tentativo di novità viene ucciso e, anzi, visto che un "errore".
E non ci sarebbe niente di male, se non cominciasse a diventare (come, ahimè, sta diventando) monopolista nei confronti dei live, togliendo spazio alle altre espressioni.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 09/09/2022 ore 12:51:30
Io ho suonato per anni in una ottima tribute band dei Pink Floyd, rifacevamo tutto The Dark Side e tutto Wish you were here più alcune chicche (Set the control, Echoes completa). Pur essendo ostile alle tribute band devo dire che suonare i Pink Floyd è come suonare la musica classica, perchè è come avere davanti una partitura dove esecuzione, intenzione e sound devono essere perfetti. In questo caso la tribute band ha davvero un senso, al netto del fatto che chi suona deve davvero disporre del bagaglio tecnico e di esperienza per potersi approcciare a quel mondo senza sfigurare. Questa cosa è data dal fatto che i Pink Floyd non erano personaggi glamour o veri e propri rocker. C'è la loro musica e c'è lo show con i filmati e i laser. Se i musicisti sono in grado di reggere il confronto musicale e ci si avvicina allo show visuale dei Floyd, può essere fatto un ottimo spettacolo, il pubblico è soddisfatto e i musicisti hanno la sensazione di aver fatto un buon lavoro.
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 09/09/2022 ore 12:53:57
Il problema è che i PROFESSIONISTI non dovrebbero suonare nelle TRIBUTE,
dovrebbe essere il modo per i non professioni (bravi), di suonare in giro e potersi divertire,
invece trovi il mega chitarrista che lo fa di lavoro che mette su la cover o la tribute,
questo mi lascia molto perplesso e infastidito, anche perchè poi, per fare uno spettacolo un po' ridicolo come hai menzionato nell'articolo, lasciatelo fare ai non professionisti, che trovino modo per divertirsi.
Purtroppo poi i locali danno spazio solo a questi gruppi che hanno il giro nei quali appunto suonano quelli che frequentano l'ambiente cioè i professionisti.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 09/09/2022 ore 12:59:57
Il chitarrista professionista non lavora se non fa la tribute band. Si può dire quello che si vuole, ma ormai musica nuova non esiste più, non si suona nei locali. Che alternative ci sono attualmente alla tribute o alla cover band per poter suonare dal vivo in Italia e vivere del proprio lavoro? Rispondo io: nessuna.
Rispondi
di Simo6891 [user #61984]
commento del 09/09/2022 ore 15:59:53
Ho Provato la tua stessa sensazione, un misto tra imbarazzo e disagio, quando mi è capitato quelle poche volte di ascoltare live una Tribute Band, non è Vasco ovviamente il problema è proprio l'atmosfera che si crea a mettermi una tristezza infinita. I giovani d'oggi lo definirebbero cringe :D

Quindi tranquillo non sei solo al mondo
Rispondi
di MatteoTo [user #43243]
commento del 09/09/2022 ore 16:03:12
Secondo me il tribute non uccide nessun mercato e i chitarristi famosi che fanno tribute fanno bene a farlo e si divertono! Andrea Braido quando suona i Deep Purple è uno spettacolo e si diverte come un matto! il mercato chiede questo e la musica inedita deve essere veicolata in altri modi, che sono pochi però ci sono. Il problema è che viviamo in uno stato dove il mercato della musica è limitatissimo e la bravura non basta. Fior di musicisti suonano in tribute band o nelle orchestre di liscio perché oltre ad insegnare non esistono altre maniere di guadagnarsi lo stipendio, quindi non darei a nessuno del fallito o del marchettone perché fa quello. Anche perché fare musica inedita ad un certo livello preclude un team di persone che ti aiutano a sviluppare le tue idee... E quindi un produttore deciderà cosa devi suonare o cantare... Quindi?! Compromessi per non dire mezze cover di idee altrui.
Rispondi
di Loris1967 [user #61454]
commento del 09/09/2022 ore 17:36:58
Non amo le tribute band, in particolar modo quest'estate in zona Como ho visto in parecchi posti tribute band degli 883, mi domando : Perchè???
Rispondi
di francescoRELIVE [user #13581]
commento del 09/09/2022 ore 17:39:52
Ho suonato in molte tribute band che mi hanno dato molte possibilità e soddisfazioni.
Attualmente suono in una di Ligabue, non perchè mi piaccia ma perchè mi piace suonare e al momento è l'unico modo di farlo e guadagnarci qualcosa proponendo uno spettacolo fatto bene (cosa per la quale mi son sempre battuto).
Poi suono e registro anche cose inedite e personali ma nulla mi può togliere la gioia di suonare sopra un palco, di emozionarmi quando il pubblico canta al posto del cantante anche se canta canzoni di altri.
In ogni caso suono con altri musicisti di ottimo livello e questo mi fa godere ancora di più quando condivido il palco con gente che fa il suo "lavoro" in modo molto professionale.
Rispondi
di elguitarron [user #8109]
commento del 09/09/2022 ore 19:25:09
Le tribute band sono piacevoli da sentire se suonano bene, ti permettono di sentire il tuo gruppo preferito vicino a casa tua, per l'originale dovresti muoverti e spendere molto di più; quello che non concepisco è che da un pezzo a questa parte si buttino tutti sui soliti, Vasco, Pooh...possibile che alle feste o nei locali si voglia sentire sempre le stesse canzoni...? Poi, onestamente, se suonassi in una di queste band, mi opporrei con tutte le forze ad ospitare i nomi, per quanto uno lo possa fare per soldi, si suona principalmente per divertimento e se devo avere uno del calibro di Braido sul palco non mi diverto più...
Rispondi
di nanniatzeni [user #24809]
commento del 11/09/2022 ore 12:45:4
Secondo me hanno molto senso le tribute band di gruppi ormai sciolti e di artisti morti.
Andrei subito a vedere una tribute band dei Doors, per dire.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 09/09/2022 ore 21:35:00
Qualcuno ha detto "Cosplay": ecco, la differenza è tutta lì.

Suonare pezzi di altri non sarà creativo come fare musica propria (ma vogliamo anche ammettere che almeno il 90% della musica cosiddetta originale... è decisamente scadente?), ma farlo bene richiede ottime capacità, profonda conoscenza e controllo dello strumento. Nel suo piccolo, quasi come per i musicisti di musica classica, che di fatto eseguono covers.
Aggiungiamo il fatto che il pubblico tendenzialmente vuole sentire quello che già sa che gli piace, e le cover o addirittura i tributi diventano l'unico modo per trovare qualche spazio. Poi il pubblico, anche se generalmente "bue", saprà cogliere la differenza tra una band di cialtroni e una di musicisti -anche se dilettanti- preparati e seri. Perchè per suonare un pezzo "come dal disco" bisogna essere bravi, molto bravi.
E non dimentichiamo che la stragrande maggioranza di chi ascolta non è a sua volta musicista e non fa l'autopsia dei brani, degli strumenti, dei suoni, dei rig e delle tecniche dei musicisti. Ascolta più o meno superficialmente, si diverte e basta.

Altro discorso è il Cosplaying: atteggiarsi e vestirsi imitando gli originali il più delle volte è semplicemente patetico e molto, molto imbarazzante (per chi assiste).
A meno che tu non lo sappia fare davvero bene: allora può diventare come assistere alla proiezione di Bohemian Rhapsody, dove tutti sanno che si tratta di attori che recitano, ma è bello lo stesso.
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 09/09/2022 ore 22:44:33
Non mi piacciono le Tribute Band. Ma sono ormai parecchi anni che la fanno da padrone nei locali. Significa che al pubblico piacciono. Se i locali facessero suonare altro, avrebbero lo stesso successo di pubblico? Probabilmente no… e di musicisti che hanno gruppi in giro ce ne sono molti. Più gente nel locale, più soldi per la band. Quindi onestamente non mi stupisco, né mi scandalizzo. C’è gente che guarda “uomini e donne” in tv.., a confronto, andare a vedere la Tribute band più “ignorante” è come andare ad una lettura di Dante. 😂😂
Rispondi
di Mawo [user #4839]
commento del 09/09/2022 ore 23:04:41
la musica come fazzoletti di carta...mi fanno pena.
Rispondi
di bettow [user #30179]
commento del 09/09/2022 ore 23:19:54
Bell'articolo. Condivido quello che scrivi. Io trovo imbarazzo a sentire una tribute band, che sia di vasco o dei pooh. Non lo so, mi sembra quasi di mancare di rispetto all'autore, come fare il copia/incolla, soprattutto quando si scimmiotta le movenze, i tic o la gestualità; diverso invece è reinterpretare. Favorevole a tutte le cover in cui ogni artista aggiunge qualcosa di suo.
Rispondi
di maccarons [user #20216]
commento del 10/09/2022 ore 11:59:4
Suono in una Beatles COVER band,ripeto COVER,periodo 66' 70',non abbiamo un "dress code da osservare"
non scimmiottiamo non ci atteggiamo,siamo tutti ultra sessantenni con una grande passione l'unica che non vuole andare in pensione, è un virus che ci tieni vivi
non esiste Norton o Kaspersky che tenga,i papà portano i figli alle nostre serate,
il pubblico apprezza,guadagno inesistente,forse le spese,forse, ma una serata Fab Four è
Gerovital per chi è sul palco e chi ascolta. Naturalmente my opinion.
vai al link
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 11/09/2022 ore 10:20:09
E c’hai ragione pure tu.
L’importante è metterci impegno… e non atteggiarsi, scimmiottare, perché mette veramente tristezza.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 11/09/2022 ore 20:02:53
Ma le cover band vanno benissimo... io stesso ho suonato per anni in una cover band dei led zeppelin.
Ma quello che fa tristezza sono le "tribute" che si mettono parucche e vestiario per assomigiare (in maniera grottesca) al gruppo di cui fanno le cover... lo trovo uno spettacolo imbarazzante.
E mi fa ancora più male se poi i musicisti sono pure bravi...
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 12/09/2022 ore 00:18:37
Mettetevi l'animo in pace: le tribute aumenteranno sempre di più. E non perché il pubblico è più stupido ma per un fatto piuttosto palese: i cd e i vinili non si vendono, YouTube è gratis e le piattaforme digitali danno agli artisti un pugno di riso. Ergo non ci sono le condizioni materiali per realizzare musica nuova e soprattutto per promuoverla. Fino a quando queste saranno le condizioni, si vivrà sempre più di ricordi del passato, di grandi band e artisti del periodo d'oro della discografia, quella che veniva finanziata lautamente perché generava profitti ancor più lauti.
Io non riesco a parlare delle tribute perché semplicemente non vado a vederle. Per me sarebbe come parlare dei programmi della D'Urso. So che fanno schifo e ci credo sulla fiducia ma evito di guardarli quindi boh. Continuo ancora a comprare cd e vinili, seguo programmi dove si presenta musica nuova (ad esempio Silvestrin su Twitch che ogni giorno propone musica nuova selezionata) e non vado nemmeno ai concerti degli artisti originali bolliti.
Per tutto il resto mi rassegno: il mercato prevede domanda e offerta, e se la domanda è quella c'è poco da parlare: o ci vai o non ci vai. Non ci vado.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/09/2022 ore 12:27:55
Non hai detto cose sbagliate... ma hai commesso un errore nel tuo ragionamento. La musica nuova esiste ed è viva e vegeta, che poi faccia ca@#$e è un altro discorso. Ma non è che la gente ha smesso di fare musica perchè non si guadagna più con i canali di prima.
E' solo cambiato il sistema... e la musica.

Tra l'altro con le royalty delle vendite di cd e vinili gli artisti hanno sempre guadagnato relativamente poco... non credo quello abbia fatto grande differenza. Piuttosto è la musica "suonata" che è completamente "fuori moda" e l'essere musicista (vero) è demodè... per mettere su un brano pop di quelli che riempono le classifiche ti basta sapere usare un pc e saper "produrre". Noi dinosauri con gli strumenti analogici apparteniamo ad un mondo del passato... è così che molti finiscono a fare i cosplay dei vecchi dinosauri bolliti del pseudo-rock italico (penso a Vasco e Ligabue).
E' tutto molto triste.
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 12/09/2022 ore 12:31:22
“Noi dinosauri con gli strumenti analogici apparteniamo ad un mondo del passato... è così che molti finiscono a fare i cosplay dei vecchi dinosauri bolliti del pseudo-rock italico” ecco, così voglio cominciare la settimana: con una fotografia impietosa e disarmante. Grazie! 👍
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/09/2022 ore 12:33:42
Il lunedì mattina sono sempre pieno di ottimismo e voglia di vivere... ^__^
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 12/09/2022 ore 12:36:27
Mi hai regalato il mantra motivazionale per la stagione autunno-inverno!
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 12/09/2022 ore 12:38:34
Per come la vedo, non ho commesso l'errore che mi attribuisci e ti spiego perché. È ovvio che la musica nuova esiste ancora, mica sono scomparsi i creativi e le persone che vogliono comunicare artisticamente qualcosa. Ma sono meno visibili perché non sono nei negozi, perché i supporti fisici stanno scomparendo e i negozi hanno chiuso. Quindi l'artista fisico non può nemmeno avere le chance di successo che prima potenzialmente si avevano. E questo fa sì che le case discografiche non abbiano interesse a cercarli con la stessa foga di prima. E quindi le case discografiche diminuiscono, alcune chiudono, tagliano personale e si concentrano solo su quello che fa successo a colpo quasi sicuro. E se tagliano risorse e personale trae figure colpite c'è il talent scout, e se non c'è il talent scout chi li scopre i quattro di Liverpool che suonano al Cavern? Ecco che i quattro rimarranno a suonare al Cavern. Niente contratto, niente produttore di successo, niente grande promozione. E quindi quei quattro faranno canzoncine e nessuno se li calcolerà. E quindi le case discografiche non andranno a cercare centinaia di cloni dei quattro per metterli sotto contratto e sfruttare il momento. E quindi centinaia di migliaia di ragazzini non avranno lo stesso stimolo a prendere la chitarra e a emulare i loro beniamini.
Non saranno centinaia di migliaia, ma solo migliaia e con chance bassissime. E comunque niente promozione, no tour importanti, no festival, no produttori famosi e sale di registrazione con attrezzature da favola.
Prendi un'arte, rendila gratuita e guarda come appassisce. C'è un indicatore che non mente: la massa di denaro che circola in un mercato. Minore la massa, più piccolo il mercato (ossia prodotti e artisti).
Nel mercato dei poveri cosa accade? Che per far denaro ci si mette sempre più a imitare/scimmiottare i nomi dell'epoca d'oro, ergo la moltiplicazione delle tribute.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/09/2022 ore 14:31:13
Ma secondo me continui a sbagliare... ragioni su schemi vecchi e superati.
Gli artisti emergenti sono meno visibili perchè non sono nei negozi o sui cd? Hai presente internet?
Youtube, Instagram, TikTok... sono quelli i canali su cui la gente si fa conoscere... e in quel senso, sono infinitamente più potenti che poter avere il proprio cd in qualche negozietto in mezzo ad altri mille.

Le case discografiche poi funzionano esattamente come prima. Cercano il "prodotto" da vendere. Quello che è cambiato è che ora producono artisti "preconfezionati" pronti a fare il botto subito ed a essere bruciati velocemente... evidentemente per ottimizzare le loro entrate e non avere tra le palle gente che poi pensa di poter fare la musica come vorrebbe.

Sul fatto che poi circoli meno denaro in ambito musicale, non ho dati alla mano, ma sinceramente mi parebbe strano. magari sarà distribuito in maniera diversa, ma mi pare un mercato sempre fiorente.

Il mercato dei poveri poi esiste ora come esisteva prima.
Quello che è nuovo è il mercato dei musicisti "Old style" che suonano strumenti veri illudendosi che la cosa interessi ancora a qualcuno e si scontrano contro orde di Trapper, ritmi sudamericani tutti uguali e cantanti che usano l'autotune anche sotto la doccia.

Come è naturale le cose col tempo cambiano.
La band classica basso, batteria, chitarra tastiere è per i giovani d'oggi quello che per me era l'orchestra di liscio che suonava alla festa di paese quando ero bambino... ha lo stesso appeal.

Viviamo tempi non nostri... bisogna soffrire con dignità oppure fondare una tribute band.
Quella è la scelta... :)
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 12/09/2022 ore 14:43:0
Onestamente mantengo la mia opinione perché mi sembra che tu sia tu a non individuare il problema. Ad esempio dici che il mercato è fiorente, il che dimostra che sei davvero poco informato (non lo dico per offendere eh, rimaniamo sereni), perché non circolano proprio più soldi. Consiglio di leggere le interviste a tantissimi artisti straricchi e benestanti che denunciano questo problema per gli artisti emergenti: non ci sono risorse, zero, nisba, ovviamente perché non hanno le stesse possibilità di vendere. È proprio perché rimangono pochi soldi che le poche case discografiche rimaste si concentrano sul mainstream, spremono gli artisti in pochissimo tempo (prima no, perché bisognava fargli costruire una discografia che vendesse nel tempo e assicurasse profitti nel tempo) e semplificano i brani il più possibile. Perché? Perché poiché non si vendono i supporti fisici, allora ricavare il più possibile dai canali rimasti.
Dici che ragioni su schemi vecchi e superati? ESATTO! È proprio questo il dramma: è proprio perché quegli schemi sono superati che stiamo alla frutta: quegli schemi creavano profitti per tutti e tonnellate di musica per i consumatori. I nuovi schemi, dettati dalla tecnologia che ha reso gratuita o economica la musica, sono proprio la causa del panorama desolante che viviamo.
Guarda il problema in modo ampio. Non il dettaglio fuorviante.
P.s. non me ne frega niente in questo discorso di parlare della band chitarra, basso e batteria. È un discorso strutturale, di sistema, non c'entra il genere o lo strumento musicale. È semplicemente un mercato che non produce profitti come prima quindi, continuando così le cose, morirà. Rimarranno le tribute.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/09/2022 ore 14:49:5
vai al link

"Solo qualche anno fa l'industria discografica viveva una drammatica e profondissima crisi. Anzi, potremmo dire che l'industria discografica, una decina di anni fa, dopo aver toccato il fondo, ha cambiato natura, non è più stata 'discografica', ed ha iniziato il suo faticoso percorso di rinascita, anzi di rifondazione. Una rifondazione digitale, legata all'evoluzione dello streaming, alla musica immateriale, senza supporti, ascoltata tramite i cellulari. Una rifondazione trionfale che ha portato l'industria discografica statunitense, nel 2021 a chiudere l'anno con delle cifre da record, anzi a far segnare un record assoluto: nel 2021 l'industria della musica registrata negli Usa ha generato 14,99 miliardi di dollari, la cifra più alta nella sua intera storia. I numeri arrivano dalla Riia, la Recording Industry Association of America, che ha pubblicato i suoi dati ufficiali la scorsa settimana, segnati da una crescita clamorosa rispetto al 2020, il 23% in più, pari a 2,85 miliardi di dollari. I 14,99 miliardi del 2020 sono più alti del precedente record, segnato nel 1999, più di venti anni fa, l'ultimo anno prima della grande crisi dovuta all'avvento di Napster, dell'Mp3 e della pirateria, così come la crescita dei guadagni a 2,85 miliardi oscura il già clamoroso dato di crescita dello scorso anno, che era stato di 1,02 miliardi di dollari."
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 12/09/2022 ore 15:04:43
Per una visione più di dettaglio cerca:
Agendadigitale.eu "Musica, lo streaming cresce ma per salvare gli artisti serve di più"
E
vai al link

Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 13/09/2022 ore 10:11:55
Mah... più o meno io ci leggo quello che dicevo... c'è stata crisi a inizio millennio quando sono cambiate le carte in tavola e le major si sono trovate impreparate, ma ora il business s'è adeguato e gira a pieno regime:

"...poi la macchina si è rimessa in moto grazie a un fenomeno nuovo – lo streaming, soprattutto quello premium – e i ricavi si sono rimessi a crescere, fino ai 19,1 miliardi di dollari dell’ultimo rapporto Ifpi."

E' cambiato il sistema. Niente supporti fisici, ricavi dalla pubblicità e soprattutto dagli eventi Live che ormai costano (e fruttano) uno sproposito

"L’attività discografica serve soprattutto a «fare repertorio» da eseguire dal vivo."

...e per gli artisti entrate dirette da canali nuovi come i social... vorrei sapere ad esempio quanto fatturano di solo tiktok, instagram e youtube che ne so i Maneskin... entrate milionarie che prima non esistevano... poi a piangere miseria sono tutti bravissimi, figuriamoci...

Sicuramente in questa transizione c'è chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato... ma i soldi che girano ci sono eccome... rimango dell'idea che quello sia l'ultimo dei problemi.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/09/2022 ore 09:07:24
I soldi hanno ripreso a girare, ma le superproduzioni dell'era vinile/cd non esistono più.

Era un mondo miliardario, e dalle briciole di questi miliardi fiorivano le nuove correnti. Ora è un mondo estremamente ridotto, che porta denaro alle piattaforme digitali ma non alla musica.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/09/2022 ore 09:03:59
Scusa Zoso, ma Francesco ti sta dicendo il vero.

Internet ha ucciso la discografia, la discografia era il motore che spingeva il nuovo. Senza soldi non si fa nulla, almeno non ai livelli di prima.
Hai qualche idea buona, come la mettii in pratica se non hai soldi? Hai idea di quanto denaro svborsava una etichetta per permettere di fare dischi anche ad artisti senza fama?
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 16/09/2022 ore 09:11:33
Quindi secondo il vostro ragionamento negli ultimi 15 anni, essendo la discografia morta, non è uscito nessun artista nuovo?
Magari non è uscito nessun artista che piace a voi, ma la musica è viva e vegeta e sforna artisti quotidianamente... certo se continuate a guardare il mondo con gli occhiali degli anni 90 tutto può sembrare morto, in realtà è solo tutto cambiato... comunque oh, non vi voglio convincere, amen.

Se il discorso è non si vendono più supporti fisici è vero.
Ma se il discorso è per quel motivo non girano più soldi è assolutamente falso (che poi ci sono i dati che abbiamo postato a ribadirlo).
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/09/2022 ore 14:13:43
>non è uscito nessun artista nuovo?

Certo che si, perchè insisti su questo punto? Te lo ha detto anche Francesco.

>Magari non è uscito nessun artista che piace a voi,

Idem

Il discorso è complesso, magari pensaci da solo a cosa vogliamo dire. Non parliamo di artisti, parliamo di discografia. Chiediti quanto costava fare un album all'epoca (e non per questioni tecnologiche, ma di ore impiegate e di risorse umane) e poi trai le conclusioni. A me non viene niente in tasca.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 16/09/2022 ore 14:24:55
Mi dispiace non capisco proprio cosa vogliate dire.
A questo punto non so cosa intendiate con discografia... ne tantomeno come potesse spingere il nuovo, non vedo proprio il nesso... e non vedo cosa possa importare quanto costasse fare un disco prima rispetto ad adesso... sicuramente costa meno ora e non capisco come questo potrebbe impedire a nuovi artisti di emergere... boh.
Ci sono interi generi musicali in cui i dischi spesso vengono prodotti direttamente in casa con un PC...
Vabbè fa lo stesso.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/09/2022 ore 14:51:13
>Ci sono interi generi musicali in cui i dischi spesso vengono prodotti direttamente in casa con un PC..

Infatti sono rimasti nella storia eh?
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 16/09/2022 ore 15:03:05
Sono i generi che piacciono ora... se pensi che il rock sia morto perchè nessuno voleva pagare le sale di registrazione ai musicisti secondo me sei moooooooolto fuoristrada.
Alle nuove generazioni non interessa la musica "elettrica"... siamo nell'epoca digitale... fare i vecchi bachettoni "Ah hai miei tempi... quella sì era musica" secondo me non porta tanto lontano... è una storia trita e ritrita I cambiamenti sono duri da accettare, ma meglio conviverci che attacarsi ai ricordi.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 21/09/2022 ore 14:28:17
> fare i vecchi bachettoni "Ah hai miei tempi... quella sì era musica"
>secondo me non porta tanto lontano

Nemmeno tirare fuori sempre sto discorso eh... se vuoi ti faccio scrivere da mio figlio che ha 18 anni e i suoi amici, vedi se con lui vale lo stesso.

>Sono i generi che piacciono ora
No, sono generi di nicchia. Bob Marley ha fatto ascoltare il reggae a tutto il mondo, gli ACDC hanno portato l'hard-rock pure al centro anziani, i Queen davano il prog a chi ballava il liscio e Donna Summer faceva saltare pure chi amava Neil Young. Ecco, quelli erano grandi album, superprodotti, curati fino al minimo dettagglio, album che a casa con un PC non potrai mai fare. Gli Steely Dan stressavano i turnisti per giorni e giorni fino ad ottenere il risultato: e pagavano.

Comunque non hai capito proprio il senso, evidentemente mi spiego male.
Rispondi
di euke [user #1325]
commento del 12/09/2022 ore 17:05:25
Comunque oggi ci si lamenta delle tribute, 20/25 anni fa ci si lamentava dei gruppi che facevano le solite cover e toglievano spazio a chi magari voleva proporre qualcosa di più originale...
Senza prendere in considerazione che fare una tribute "seria" dal punto di vista tecnico non è affatto banale, quanto meno lo è nella stessa misura in cui lo è proporre qualcosa di originale che sia veramente valido.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 13/09/2022 ore 00:59:54
La butto lì: non è che noi potremmo considerare le orchestre sinfoniche come tribute band di Verdi o Mozart? Le tribute band quasi sempre propongono il repertorio di gruppi e artisti che hanno quaranta/cinquant'anni di carriera alle spalle (se non già morti/ritirati) e che quindi possono essere considerati del "classici" del loro genere. Oltretutto, qualora fossero artisti attempati e/o stranieri diventa sempre più difficile vedere gli originali dal vivo, financo per problemi di salute (Clapton, ad esempio, ha rimandato varie volte i suoi live italiani), e quindi le tribute band diventano sostanzialmente l'unico modo per godere della musica live dei propri idoli.
Dopodiché scadere nel pacchiano è un attimo, per carità.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 13/09/2022 ore 10:15:30
A parte che la musica classica è un'altra cosa... lì esegui lo spartito, non esiste il concetto di cover, perchè non esiste l'originale. E' proprio un'altra cosa.
Comunque il problema non è la dignitosissima cover... è la tribute che si traveste nell'artista, imita mosse e altre pagliacciate... quello è proprio svilente per la musica... è una parodia.
Tra la cover band e la tribute band la differenza sta proprio lì.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 13/09/2022 ore 16:20:37
Anch'io la penso un po' così.
Rispondi
di savakingyes [user #50496]
commento del 13/09/2022 ore 09:44:21
Dunque, chi mette in piedi una tribute spesso lo fa perché con la musica ci campa. Compito arduo della tribute e fare rivivere ai fan determinate "emozioni". Il look e le somiglianze morfologiche non sono poi così importanti ma l'intenzione e il sentimento, quelli si. (Non ha caso dietro le migliori tribute band ci sono ottime agenzie). Ad esempio dalle parti di Milano (e non solo) girano i 39 Queen, a parte la replica di una Red Special usata dal chitarrista, tutto il resto non centra nulla con l'aspetto "scenografico" dei Queen eccetto, appunto, l'intenzione e la capacità del cantante (un tipo fantastico con tanto di barba alla ZZ TOP e Rayban alla Rambo) di coinvolgere il pubblico. Altro esempio di professionalità sono i Mr. Pig (da Mr. Big). Nessun scimmiottamento ma tanta tecnica, tanto groove e grande spettacolo. Ad ogni modo il vantaggio di andare a vedere una tribute (degna di tale ruolo) e poter rivivere ricordi ed emozioni pagando solo 10/15€ (consumazione inclusa) stando a pochi passi dalla band e potendoci persino scambiare due parole con tutti i. componenti prima o dopo lo spettacolo e... senza dover esibire alcun un pass.

Idem per le cover band, se vi capitasse di passare in Brianza andate a vedervi Teo e Le Velone Grasse... e così capite cosa dovrebbero fare anche le cover band degne di tale ruolo.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 16/09/2022 ore 08:57:41
Che esistano tribute band di serie A e di serie B è palese.
Ma chiiediamoci perchè un bravo frontman, che sa intrattenere il pubblico, non possa farlo con musica da lui composta.

Io qualche idea di risposta ce l'ho.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 16/09/2022 ore 16:35:14
Scuma ma non è mica detto che se sei un bravo frontman, sai comporre buona musica, anzi. Non è come fare 2 + 2.
Mi facile fare buona musica.
Rispondi
di fraz666 [user #43257]
commento del 14/09/2022 ore 08:56:09
cover band: bene.
tribute band che imitano: male, molto male. il massimo della tristezza/cringe per chi suona e ancora peggio chi paga per vedere.
e basta coi discorsi che le cover tolgono spazio agli inediti, gli inediti bisogna saperli fare e ci sono fin troppe band che non sono in grado e farebbero meglio a fare cover (anche solo per imparare a suonare)
Rispondi
di profano [user #12763]
commento del 16/09/2022 ore 00:22:25
A me successe una cosa simile tanti anni fa. Non mi piacevano i Genesis (ebbene si!)...un mio amico cercava in tutti i modi di propormeli, ma nonostante gli ascolti non riuscivano a piacermi. Una sera andai quasi per caso, tanto per passare una serata, a vedere il concerto di una tribute band. Ricreavano più o meno le stesse atmosfere teatrali, con i costumi e tutto, con la licenza però di avere due cantanti che si alternavano. Pensate quello che volete, ma quello spettacolo fu la scintilla. Ci entrai dentro e "capii" i Genesis. Le tribute band sono utili? Non lo sono? Sono baracconi? Mah...chi può dirlo?
Rispondi
di LesFender [user #53600]
commento del 18/09/2022 ore 22:21:07
Vi dico la mia esperienza di recente... ho fatto parte fino a poco tempo fa proprio di una cover band di Vasco... anche perché lo ascolto da quando avevo praticamente zero anni, e conosco tutto e dico tutto il suo repertorio .... E vi dico che suonare, o avvicinarsi a suonare Vasco, è divertente, perché sotto o accanto al palco, c'era sempre gente che saltava e cantava, quindi, per un certo verso, appagante,... Ora suono in una band e facciamo inediti.... Purtroppo la maggior parte dei gestori di locali , preferiscono far suonare cover - tribute band, quasi snobbando chi fa inediti... Qualunque genere tu fai, rimarrai secondo alle cover band... E questo, purtroppo, fa male alla musica, almeno in Italia...
Rispondi
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