L’esperimento TransAcoustic è stato un successo, tanto che la chitarra acustica Yamaha con effetti sonori integrati senza richiedere amplificazione né alcun dispositivo esterno ha dato vita a un’intera serie.
Le abbiamo viste in versione flat-top steel-string con la , poi ancora con corde in nylon testando la , e ora mettiamo alla prova lo shape più tradizionale del catalogo folk in casa Yamaha.
Abbiamo messo alla prova la FGC-TA, tra le mani di Diego Dentice, per una panoramica dei suoni e delle possibilità offerte da uno strumento capace di sorprenderci sotto più di un aspetto.
TransAcoustic
La tecnologia sviluppata da Yamaha, dapprima per i pianoforti e poi trasferita alle chitarre, consiste in un sistema innovativo basato su trasduttori a contatto capaci di mettere in vibrazione la cassa stessa dello strumento come se fosse un altoparlante. Così facendo, grazie alle sole manopole disposte sulla fascia della chitarra, è possibile richiamare e regolare riverberi e chorus che si misceleranno al suono dello strumento provenendo direttamente dai legni e dalla buca, senza richiedere altoparlanti, amplificatori o dispositivi esterni di alcun genere.
Si tratta comunque di una chitarra acustica elettrificata, e grazie al jack d’uscita è possibile registrare in diretta o collegarsi a un impianto conservando gli effetti generati internamente. Ce ne sono due a bordo: una manopola imposta l’intensità di un chorus, mentre l’altra dosa il riverbero dividendo l’escursione tra le due tipologie Room, più corto e vivace, e Hall, dalla coda più lunga e soffusa. L’ultimo ponteziometro ha il compito di accendere l’elettronica con una pressione lunga e di dosare il livello del segnale in caso di collegamento con cavo.
Il tutto funziona con due sole pile stilo di tipo AA, infilate nel cassettino removibile a ridosso del jack d’uscita che funge anche da perno posteriore per la tracolla.
Tradizione e innovazione
La FGC-TA si rifà alle linee dreadnought, per una chitarra acustica tuttofare e fortemente legata alla storia, che si possa dimostrare capace di affrontare il cantautorato d’annata quanto le produzioni pop-rock moderne, trovando una collocazione ideale nell’accompagnamento e integrandosi anche in formazioni elettriche. Non è lasciato indietro l’aspetto solista, e la C nella sigla indica la preferenza per una configurazione a spalla mancante. Si tratta di un morbido taglio di tipo veneziano che consente di spingersi con discreto agio oltre il 14esimo tasto che segna la giunzione tra la cassa alla tastiera.
La liuteria
Sul piano costruttivo, il modello propone materiali e misure tipiche per la tipologia. Fasce e fondo in mogano si abbinano a un top in abete sitka massello sotto il quale trova posto un bracing scalloped, responsabile di vibrazioni poderose e dettagliate, che non rinunciano ai bassi e riescono a donare un buon sustain anche sui registri più alti.
Il manico in nato con tastiera in palissandro risulta scorrevole grazie alla finitura satinata, con un profilo tondeggiante ma non esagerato nella sezione. Al contrario, la cassa è avvolta in un lucido scintillante, capace di valorizzare ogni rifrazione luminosa e, ahimè, attirare ditate e aloni di conseguenza. Croce e delizia di ogni musicista amante delle soluzioni più preziose alla vista, cattura senza dubbio l’attenzione sotto i riflettori di un palco.
Un binding color crema tutto intorno appaga la vista e confeziona una chitarra tradizionale ma non banale, che fa sentire “a casa” qualsiasi chitarrista avvezzo all’accompagnamento in generale, in particolare sul pop e in quei contesti in cui è richiesto equilibrio delle frequenze e quella leggera compressione per suonare sempre “giusti” anche nei mix più affollati.
Il suono
Sul piano puramente acustico, la FGC-TA ci ha stupiti per l’equilibrio del suono - tutt’altro che scontato in una chitarra di fascia media - capace di farne uno strumento ben predisposto alle produzioni in studio, in particolare nel pop e nei contesti in cui si ha bisogno di una voce brillante, ma con la giusta dose di corpo, che si faccia sentire nel mix senza sovrastare gli altri strumenti e con quella dolce compressione che permette di essere presenti in uno strumming quanto in un arpeggio.
L’aggiunta degli effetti è un piacevole plus quando si vuole suonare nella tranquillità del proprio appartamento o anche in giro, all’aperto, senza le seccature di cavi e amplificatori. La pasta dei riverberi si sposa in maniera naturale con le vibrazioni delle note, senza sovrastarle ma risultando ben chiara e udibile, con quell’effetto “wow” che inevitabilmente investe chi l’ascolta per la prima volta. Allo stesso modo, il chorus è presente ma mai troppo invasivo, ben tarato per rientrare nei canoni tipici della modulazione in campo acustico, utile per donare profondità a un arpeggio o per dare un tocco nuovo a uno strumming classico.
Collegata a un mixer via cavo jack, la FGC-TA si comporta bene. Il piezo non suona nasale né povero di corpo e, sebbene il timbro sia diverso rispetto a quello puramente acustico o ripreso attraverso un microfono professionale, riassume con una certa fedeltà tutte le caratteristiche principali del modello, eliminando le complicazioni di una microfonazione e suonando in modo più che credibile insieme alla band.
Oltre il plug and play
Per lungo tempo, il concetto di “plug and play”, cioè “collega e suona” ha rappresentato la via più breve tra l’ispirazione e l’esecuzione. La chitarra acustica ha sempre azzerato questo genere di distanze, ma le necessità dei musicisti moderni, legati ad ambienti e modulazioni per condire al meglio se non addirittura per caratterizzare in maniera importante la propria musica, hanno reso schiava di cavi e circuiti anche la cara vecchia flat-top.
In questo, il sistema TransAcoustic è una piccola rivoluzione. Si va oltre il plug and play: basta imbracciare la FGC-TA per suonare con il suono di una vera Yamaha e contando su una dotazione di effetti piccola, ma capace di modificare nel profondo l’approccio allo strumento, la sensibilità e le idee che ne scaturiscono. Tutto a vantaggio dell’esperienza d’uso che ne risulta appagante e, no da meno, divertente.
A fronte di un esborso perfettamente in linea con la qualità dello strumento, Yamaha aggiunge in fascia media dei mezzi espressivi originali, che trovano nel musicista casalingo quanto nel “turnista da cavo dritto al mixer” un interlocutore ideale.
Sul sito Yamaha, , con foto, schede tecniche e dettaglio dei diversi modelli. |