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Il folletto David Lindley si è allontanato
Il folletto David Lindley si è allontanato
di [user #3] - pubblicato il

David Lindley era un magnifico musicista. Un pazzo con un talento e un orecchio musicale ineguagliabili. Un genio del suono, un domatore di strumenti musicali, un folletto del palcoscenico. Si è allontanato il 3 marzo lasciando un vuoto enorme nel cuore di chi ha amato lui e la sua musica. Se non lo conosci leggi il mio ricordo di questo straordinario artista, meglio se ascoltando Mercury Blues.

Nato a Los Angeles nel 1946, David Perry Lindley trascorse la sua infanzia circondato dalla musica del padre, che aveva una collezione pazzesca di dischi a 78 giri da tutto il mondo. David ascoltava musica folk, blues, musica Tex-Mex, musica del Centro America, ma anche musica indiana, coreana, cinese. A tre anni giù suonava il violino, poi imparò anche l'ukulele e il banjo. Suonava a tutti i concorsi e li vinceva regolarmente. 

Passato alla chitarra negli anni Sessanta, formò una sua band, i Kaleidoscope, con cui suonava musica psichedelica. A fine decennio si trasferì in Inghilterra, dove fece squadra come turnista col celebre Terry Reid per qualche anno. 

Tornato a Los Angeles nel 1972 fu notato da Jackson Browne, con cui suonò fino al 1989. Fu il periodo più attivo della sua carriera, durante il quale fu stimatissimo, tanto che suonò live e in studio con gente del calibro di David Crosby, Graham Nash, James Taylor, Dolly parton, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Linda Ronstadt, Rod Stewart, Joe Walsh tra gli altri. Nel 1981 formò El Rayo-X, a forte ispirazione reggae incredibilmente mescolata con profumi cajun, che divenne una band di culto nell'area della West Coast e poi ebbe un buon successo mondiale, con tre dischi (El Rayo-X, Wind this record e El Rayo Live) in buona posizione di Billboard.  La devastante Mercury Blues, con la lap steel di Mr. Dave che urla sostenuta dal basso martellante di Jorge Calderon e da una band di musicisti straordinari. 



Eccolo, con la sua lap steel da cui trae sonorità impossibili.



Più suonava e più si appassionava agli strumenti più strani. Amava le chitarre inconsuete e ne aveva tantissime, che sfoggiava sulle copertine dei dischi: Teisco Spectrum, National Glenwood, Supro, ma la sua vera passione era lo slide, di cui era maestro tanto che Ben Harper lo cita come sua principale influenza. Amava le lap steel Weissenborn acustiche, di cui aveva una collezione impressionante, oltre a Supro e Rickenbacker elettriche.



Questa è Rag Bag, con la Weissenborn. 



Sul palco era sempre circondato da una miriade di strumenti etnici, da cui traeva suoni tanto inusitati quanto affascinanti. Comparve in Italia nel 1981 all'Odissea 2001 di Milano con El Rayo-X e poi con un altro genio pazzo, Ry Cooder, nel 1990 a Milano e nel 1995 a Bollate, con concerti indimenticabili per chi ha avuto la fortuna di esserci. Non perderti questi suoni....



.... e neanche questi.



Lo salutiamo ricordando il suo picco di celebrità mondiale, il suo capolavoro di talento e ironia, la performance vocale e chitarristica in Stay con Jackson Browne e l'assolo, un gioiello senza tempo.  Buon viaggio fratello.

david lindley jackson browne ry cooder
Link utili
Il sito di David Lindley
Le chitarre di David Lindley

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