È un brano jazz con un tema pretestuoso, una parte A molto semplice (pure troppo!) e una B dall'armonia semplificabile, vediamo come:
si arriva da un G7, poi il Emaj7 è solo un anticipo (come appoggiatura cromatica) del Ebmaj7: questo, considerando i successivi A7 e Dmaj7, è un accordo di sottodominante (iv, sostituzione di Gm6 o Bbmaj7): escludendone la fondamentale, equivale appunto a Gm/Eb per cui, provenendo da G7, passiamo facilmente da G7 a Gm7; inoltre la cadenza iv V I può essere semplificata come iv I.
Il successivo Ab7 è il tritono di D7, dominante del Gmaj7 a seguire, quindi è una cadenza V I. F#7 e Bm7 sono anch'essi una cadenza ma V i. I successivi C e Bm7 potrebbero pensarsi come IV I (pensando Bm7 = Gmaj7); dopo, Bm7, Bm/A e Abm7b5 sono lo stesso accordo con bassi discendenti che ci portano (da, ripeto, Bm7 = Gmaj7) a Gm7 C7 Fmaj7 ovvero ii V I. Segue un B7 che è il tritono di F7 cioè il V del successivo Bbmaj7; in alcune partiture, il precedente B7 viene indicato come 13b9, un accordo derivato dalla scala diminuita di B semitono-tono, che contiene l'accordo diminuito di A, che funziona appunto da dominante prima del suddetto Bbmaj7. La parte B finisce con un Aalt che torna al G7: su questo A alterato, associabile alla scala di A superlocria, sovrappongo un Cm7 (contenuto anch'esso nella suddetta scala), creando così una cadenza iv I. Semplice, no?