di antsonc [user #13494] - pubblicato il 25 maggio 2023 ore 15:53
Standard jazz in cui conviene farsi furbi per non perdersi nei vari chord changes: il brano infatti inizia con Sibmaj7 | Mib7 | Lab7 | Sol7 | Do7 | Do 7 | Dom7 | Fa7: il primo accordo è quello relativo alla tonalità (Sib maggiore: Si Do Re Mib Fa Sol La), il secondo ci indica semplicemente di abbassare il Re a Reb ma non ci indica una modulazione - infatti i successivi Lab7 Sol7 sono una cadenza iib5 V (cioè il Lab7 sostituisce Re semidiminuito) che invece di finire su un accordo minore finisce su un maggiore - anzi, finisce su un Do7 che è una dominante che non risolve una quarta sopra ma semplicemente anticipa il "ii" della tonalità (che a sua volta anticipa il "V"). Semplificando in termini di armonia funzionale, la sequenza di accordi a partire dalla terza misura diventa Sol7(9b) (oppure Rem7,b5 ma anche Re7,5b...) | Sol7(9b) | Do7 | Do7 | Fa7 | Fa7. Tornando invece a ragionare su Lab7 e Rem7,b5, essendo equivalenti, condividono la stessa scala, che in questo caso è la minore melodica di Mib (Mib Fa Solb Lab Sib Do Re): sul Lab7 la suddetta scala funge da lidio di dominante mentre sul Rem7,b5 funziona da superlocria. Semplice, no?