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SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Chitarristi di riferimento

di Francescod [user #48583] - pubblicato il 18 dicembre 2024 ore 10:50
Ciao a tutti. Ascolto tantissima musica da sempre, è una cosa che mi piace quasi più di suonare. Anche perché ho iniziato a suonare proprio in quanto ero talmente gasato da ciò che sentivo da voler provare a far ancora più miei tanti di quei brani.
La DOMANDA è: qual è stato il chitarrista che più avete studiato nella vita? Se volete far due nomi o anche tre, anziché uno, va bene però non mi fate un elenco, perché non è quello che cerco. Se dovete fare solo il nome, non scrivete. Commentate se avete qualcosa da dire su quel chitarrista su cui tanto vi siete concentrati, di cui conoscete più brani e che magari vi ha ispirati anche nella scelta della strumentazione.
Non abbiate timore di fare nomi super noti. Non sono banali e non lo saranno mai.

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di Farloppo [user #27319]
commento del 18/12/2024 ore 11:05:31
Oh, sarò onesto e dico: Josh Homme (quando era nei Kyuss). Il suo sound mi ha influenzato tantissimo da 15 anni a questa parte (specie nel suonare inediti). Praticamente il riff di Gardenia è il mio metro di valutazione per le saturazioni
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 11:26:34
Insomma, ti piace un gran fuzz! I Queens of the stone age no invece?
Rispondi
di Farloppo [user #27319]
commento del 18/12/2024 ore 11:37:43
Ma sì, li ho ascoltati (specie fino a song for the deaf) ma il suono non mi ha mai preso fino a quel punto lì.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 18/12/2024 ore 11:20:06
Non ci avevo mai pensato ma in effetti non c'è.
Mi è sempre capitato di aver voglia di studiare una volta Knopfler, una volta van Halen ma non ce n'è uno in particolare
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 11:23:46
Van Halen per me è il top, però non sono neanche lontanamente a quel livello. Con Knopfler invece mi sono cimentato spesso. Ho tutta una serie di brani suoi in cui ho posato il plettro e mi sono divertito a suonare nel suo stile: Once upon a time in the west, Lady writer, Wild west end, Brothers in arms, Single handed sailor, Down to the waterline sono tutti brani che conosco a memoria sulla chitarra. Il mio sogno è arrivare a saper suonare Setting me up, ma la vedo durissima, non so nemmeno da dove cominciare con quella tecnica.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 18/12/2024 ore 14:09:25
la tecnica della mano destra è quella di Money for Nothing o Walk of Life con medio ed anulare assieme che suonano sia in giù che in sù, questo non è male come la suona, anzi vai al link
Rispondi
di carlo80 [user #38042]
commento del 18/12/2024 ore 11:35:43
John Norum e Gary Moore
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 18/12/2024 ore 13:13:34
Slash in primis: la prima volta che ho sentito l'arpeggio di Don't Cry fatto da un ragazzo sulla classica mi ha letteralmente folgorato (a quei tempi suonavo a scuola le notine dell'inno alla gioia e simili). quando ascoltai il brano e l'assolo fu la svolta.
come secondo direi Paul Gilbert: per la tecnica inarrivabile, il gusto melodico, la capacità di passare da approcci completamente diversi allo strumento suonando Heavy Metal, Hard Rock, Pop, Blues sempre con stile ed un genuino divertimento.
poi Al Priest per avermi fatto scoprire lo Sweep picking e per il suo gusto solistico assolutamente originale
per finire Chuck Schuldiner, Jeff Loomis e Mikael Åkerfeldt che mi hanno insegnato un approccio totalmente nuovo alla composizione
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 13:38:39
Pensa che io Slash ancora continuo a scoprirlo. Ha una carriera solista molto consistente e continuo a studiare i suoi brani divertendomi un mondo, e sono anche sfidanti perché è cresciuto anche tecnicamente.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 18/12/2024 ore 13:25:56
Jimmie Vaughan, Buddy Guy, Freddie King. E se dovessi citare, per ognuno, un brano su cui continuo a tornare, ciclicamente, per "rubare" qualcosa, sarebbero: Don't cha know (da Strange Pleasure), Messin' with the kid (live con Junior Wells), Going Down (c'è una versione che non valga la pena studiare?).
Jimmie Vaughan per l'essenzialità (e l'efficacia!) del fraseggio e per l'immensa capacità di valorizzare i musicisti con cui suona. Buddy Guy per l'esuberanza, l'energia e i "tricks". Freddie King per le caratteristiche "vocali" del suo suono e del suo fraseggio.

Grazie a Youtube posso anche individuare quale sia stata, per me, la proverbiale folgorazione sulla via di Damasco, l'epifania di chi io sia musicalmente. Ricordo ancora quando, nel 2004, ho messo su per la prima volta il DVD di quell'edizione del Crossroad. Qui c'è praticamente tutto ciò a cui, come chitarrista, più o meno consciamente, tendo. Freddie King chiaramente non c'è, ma ci sarebbe Clapton senza Freddie King? vai al link

Menzione d'onore per Jimi Hendrix, che è per me imprescindibile. Fosse anche solo per l'inventiva che c'è in tutta la sua musica: come chitarrista, come cantautore, come "alchimista" del suono. Volendo dare anche per Hendrix una traccia, sarei indeciso tra Machine gun (Isle of Wight) e Third stone from the sun.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 15:53:
Caspita, sei un vero bluesman. Sul forum a cui sono iscritto (Jumble Forum) giorni fa si parlava proprio del blues (e delle sue radici). Jimmie Vaughan l'ho scoperto da relativamente poco e mi è dispiaciuto che non sia mai menzionato, perché forse avrei potuto ascoltarlo prima. Certo, non è come il fratello, ma mi piace il suo saper piazzare poche note ma davvero azzeccate. E' l'intenzione che conta e quelle poche note riesce a farle pesare!
Buddy Guy invece, pur ascoltandolo da prima, ha una discografia vasta e mi ci perdo. Lo ascolto ma non posso dire di conoscerlo bene.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 18/12/2024 ore 16:03:01
Di Jimmie Vaughan, oltre a tutta la discografia con i Fabulous Thunderbirds, ha un disco-capolavpro, per me, che è Strange Pleasure. È il primo disco dopo una lunga pausa seguita alla morte di Stevie Ray ed è un disco maturo, originale e interessante.

Buddy Guy devo ammettere che, in una discografia effettivamente sconfinata, non credo abbia un album memorabile. Certamente ti consiglio il live a Montreux del 1974 con Junior Wells.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 17:21:56
Sono fortunato. Tra gli album Di Jimmie che ho ascoltato e apprezzato c'è proprio Strange Pleasures. Concordo con te, è molto bello. Il live del 74 di Guy invece credo di non conoscerlo.
Rispondi
di Nun_So_Capace [user #24540]
commento del 18/12/2024 ore 13:49:58
La prima illuminazione sulla via di Damasco è stata Mark Knopfler, ma ero troppo piccolo all’epoca e non avevo attrazione per lo strumento ma solo una grandissima venerazione per le melodie, i riff e i solo che ascoltavo attraverso le musicassette di papà. Poi in realtà un po’ di anni dopo, quando finalmente ho imbracciato tra le mani uno strumento vero, i primi 4 chitarristi che ho tentato malamente di emulare, ma molto malamente, sono stati nell’ordine: Ghigo, Fede Poggipollini, Kurt Kobain e Noel Gallagher. Non perculatemi la mia adolescenza musicale è stata molto mainstream!!! Ho cominciato a farmi una “cultura chitarristica seria” solo qualche anno più tardi. Ma i miei primi accordi e riff si rifanno a quei 4 sopra.
Rispondi
di Floods [user #66135]
commento del 18/12/2024 ore 14:03:21
Forse attirerò qualche commento ironico, ma il mio chitarrista di riferimento è Tom DeLonge dei blink-182, in particolare nel periodo Enema-Take Off (1999-2001), a livello di stile, strumentazione, approccio alla composizione. Questo anche perché con la band suoniamo pop punk e loro sono la prima fonte di ispirazione.

Anche se il chitarrista preferito è Dimebag, come si evince dal mio nome utente. Come lui, più nessuno.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 18/12/2024 ore 17:26:42
Per me definitivamente Hendrix: è sicuramente il chitarrista che ho studiato di più. A livello di strumentazione la mia prima chitarra è stata una Strato bianca per diretta influenza. Da appassionato dei Beatles poi ovviamente un altro chitarrista che mi ha influenzato decisamente è stato George Harrison. Spesso viene etichettato come un chitarrista con poca tecnica, se non addirittura con giudizi ancor più negativi. In realtà secondo me aveva negli assoli un sensibilità melodica fuori dalla norma. Mi piace moltissimo il suo lavoro sia su un album come Help (dove i Beatles suonano praticamente Folk Rock) che su gli album finali dei Beatles dove veramente su alcuni brani fa un lavoro strepitoso alla chitarra. Un terzo chitarrista che ho apprezzato sempre molto è Dave Davis dei Kinks. Assolutamente sottovalutato: a metà degli anni anni '60 fu un precursore (basti pensare a You really got me, uno dei primi brani ad avere una chitarra distorta), ma ad ascoltare con attenzione anche i lavori della band di fine anni '60 e inizio anni '70 il suo lavoro alla chitarra è per me veramente notevole.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 18/12/2024 ore 17:48:06
Davvero interessante! I Beatles e i Kinks li ho ascoltati spessissimo, ma mai con un ascolto sistematico e organizzato che distinguesse i periodi storici. Non ho quindi mai fatto caso alle sfumature di cui parli. Mi concentrerò sull'ascolto dell'album Help, intanto. Potresti farmi i nomi di un po' di brani dei Beatles che vale la pena di studiare per via del lavoro fatto da Harrison? E se non chiedo troppo, anche dei Kinks, sempre con particolare riguardo non tanto al successo di un brano, ma del piacere di studiarne la chitarra.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 18/12/2024 ore 23:42:55
Per i Beatles (periodo post Sgt. Pepper's) che mi vengono in mente subito sono: Hey Bulldog, un brano di J. Lennon in cui Harrison suona un riff di chitarra secondo me bellissimo; ci sono varie cose su White Album, ad esempio Savoy Truffle e ci metterei pure (il brano è di Harrison, seppure la chitarra solista la suona Clapton) While My Guitar Gently Weeps. Nell'album Let it be ci sono vari brani molto chitarristici, tra questi selezionerei sicuramente Dig a pony. Nell'omonimo brano Let it be Harrison suona un ottimo assolo. Infine anche sull'album Abbey Road ci sono cose interessanti suonate da Harrison: dalla chitarra di Octopus's Garden all'assolo di Something. Questi sono solo alcuni esempi che mi vengono in mente ora di brani che ho studiato anch'io, ma ci sono certamente altre cose. Se ti interessa poi anche il periodo degli inizi e quello prima di Sgt. Pepper's ci sono molti altri esempi del contributo di Harrison. Basti pensare a And I love her.

Un po' più complesso il discorso dei Kinks. Cercando di riassumere in breve, I kinks agli inizi furono una delle bands di punta della così detta British Invasion. I loro stile era ispirato marcatamente dal sound rock/blues dell'altra parte dell'oceano. Nei primi album ci sono vari brani in cui Dave Davis suona riffs micidiali, di cui appunto quello di You really got me è l'esempio più noto. A seguito del fatto che furono messi al bando dal suonare per quattro anni concerti negli USA, dalla fine del '65 Ray Davis si iniziò a concentrare più sulla scrittura dei brani, cambiando stile e focalizzandosi soprattutto su ballate che nei testi avevano spesso elementi di critica della società inglese. Gli album di questo periodo sono bellissimi, ma il lavoro di Dave sulla chitarra è più sottotraccia (ovvero funzionale al brano), trattandosi spesso di brani con accompagnamento con l'acustica o il piano. A fine decennio i Kinks se ne escono con un album, Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire), spesso considerato come uno dei migliori esempi di Rock opera o concept album. Qui c’è già chiaramente un sound anni '70. Secondo me Dave Davis fa un lavoro splendido alla chitarra su tutti i brani. Anche l'album seguente Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One è un album molto chitarristico e secondo me vede Dave Daves in splendida forma.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 23/12/2024 ore 23:49:0
Ho ascoltato i brani dei Beatles che mi hai consigliato e te ne sono molto grato perché non li conoscevo. Hey Bulldog ora sarà sicuramente inserito nella lista dei miei brani preferiti della band. Comunque provo ancora tanta incredulità, pur dopo decenni di ascolto, quando vedo Lennon e McCartney insieme dietro al microfono. Due geni di quel calibro inarrivabile non possono capitare nella stessa band. È quasi troppo per me da accettare.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 28/12/2024 ore 22:23:08
Anche per me i Beatles erano e rimagono qualcosa di magico. Direi poi forse anche tre geni in una band: magari Harrison in un tono un po' minore, ma pure lui ha contribuito in modo essenziale, sia nei brani di Lennon McCartney che con una manciata di brani suoi.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 28/12/2024 ore 22:49:26
Per me sono pure quattro i geni, però Lennon e McCartney insieme sono una cosa pazzesca. Già da soli sono irresistibili, insieme sono una cosa sovrannaturale. Lennon con quella voce irripetibile e McCartney è quello che tutti vorrebbero essere quando si siedono al piano. Voglio dire, tutti sognano di sedersi al piano a scrivere un pezzo fantastico che conquisti tutti. Beh, Mc c'è riuscito ben più che una volta. Si siede, trova gli accordi perfetti e scrive Let it be pensando alla mamma. Si siede, pensa al figlio di Lennon che soffrirà per la separazione dei genitori e con pochi accordi semplici scrive IL brano perfetto, Hey Jude. Si siede e dedica alla moglie un brano come Baby I'm amazed. E ancora, si siede al piano, trova accordi fantastici per una melodia irresistibile: when you were young and your heart was an open book... ecc.
Non riuscirò mai ad afferrare la grandezza di questi due geni.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 29/12/2024 ore 06:00:33
La cosa bella dei Beatles secondo me rimane il modo in cui hanno unito energie e capacità. Nonostante tutti e quattro avessero artisticamente personalità molto marcate, quello che prevaleva nel prodotto finale era sempre una grande armonia artistica e comunione di intenti. Anche se i brani possono essere attributi a uno o l'altro, il risultato è sempre genuinamente frutto della band. Semplicemente inimitabili...
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 19/12/2024 ore 07:23:41
Il riferimento principale è stato Angus,
Se non ci fosse stato lui e i suoi AC/DC non mi sarei fatto regalare la mia prima chitarra, accadde giusto sotto le feste di Natale di 34 anni fa!
Poi, non a caso, un anno e qualche mese dopo, primavera 92, mi comprai a soli 17 anni la mia Gibson SG.
Altro riferimento molto importante, che mi ha dato il via con la tecnica del bending, la quale ritengo fondamentale, la prima tecnica che un chitarrista deve saper padroneggiare assieme al vibrato, sono stati i Maiden, nella precisione, guardando un live di inizio anni 90 con primo piano sulle mani di Dave Murray, capii come tirare le corde, non mi pareva vero quel che vedevano i miei occhi, il mi cantino che saliva così velocemente e così in alto, quasi a toccare la terza corda, da li in poi cominciai a divertirmi come un pazzo a tirare le corde come non avevo mai fatto prima!
Poi venne la volta del Tapping, e chi se non il mitico EVH a spronarmi a tirar giù ad orecchio Eruption!
Potrei fermarmi qui perché ho già raggiunto quota 3, però se non cito quel pazzoide, il quale ho avuto e ascoltato più della metà della sua discografia, il quale ci ho perso ore della mia vita a capire come facesse ad andare così veloce e preciso, non sarei corretto se non lo citassi!
Naturalmente non sono così ipocrita nel dire che io son riuscito a suonare diversi suoi brani, anche se, mi sarebbe davvero piaciuto, però in passato, ho veramente dedicato molte ore a studiare le sue tecniche di sweep e arpeggi!
Naturalmente, sto parlando del giovane vichingo Svedese, Yngwie Malmsteen!
Poi tutto quello che è venuto dopo, non è che non sia stato di notevole importanza, però questi sono stati davvero i riferimenti che mi hanno illuminato la strada
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 16:37:07
AC DC, Iron Maiden, Van Halen e Malmsteen... Siamo sull'hard'n'heavy! Gagliardo. Io sono nato bassista, a suonare la chitarra elettrica ci sono arrivato molto dopo, però ovviamente ho sempre adorato ascoltarla, perché il rock (e derivati) ne è intriso e dominato. Quindi posso dire di capirti benissimo, sono nomi che ho approfondito anch'io, soprattutto la discografia dei Maiden e dei Van Halen. Chitarristicamente EVH e Yngwie sono fuori dalla mia portata, ma sogno un giorno di arrivare a suonare qualcosa della loro produzione, perché li ho ascoltati troppo e quindi prima o poi dovrò cimentarmi.
Anzi, ti dirò che lo svedesone lo apprezzo talmente tanto che vorrei fargli un tributo acquistando la sua testatona Marshall signature. Sto vagheggiando proprio in questi giorni di prenderla, vediamo se tra un po' di giorni sarò ancora della stessa idea o se avrò rimesso i piedi a terra. :)))
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 20/12/2024 ore 07:33:21
Si ma non è che poi io sia riuscito a suonare chissà quali e quanti brani di Van Halen e Yngwie, però ho cercato il più possibile di capirne le tecniche nei loro dischi, ascoltandoli fino alla nausea, mentre per i primi 2 citati è stato più semplice eseguire diversi loro brani
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 20/12/2024 ore 07:39:44
Il che è esattamente quello che avevo chiesto nel mio post: i chitarristi di riferimento che più avete studiato. E il fatto che tu abbia cercato di capirne le tecniche il più possibile li rende i tuoi riferimenti, insieme ad altri.
Quanto al saper riprodurre i loro brani, tutti i virtuosi sono difficilissimi da coverizzare. Se potessi, coverizzerei Vinnie Moore e Greg Howe! :))
Rispondi
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 19/12/2024 ore 10:23:15
Molti, tanti. E anche diversi tra loro.
Non in ordine di importanza : Brian May, Jimmy Page, Blackmore, Hendrix e Clapton ( questi due meno dei precedenti), Malmsteen, Gary Moore, Gilmour, Knopfler, tutti i chitarristi degli Eagles, Clarence White, Doc Watson, Nick Drake, Neil Young, Dodi Battaglia, Maurizio Solieri, ma anche Mario Manzani, Luigi Schiavone, Varini, Toquinho, Al di Meola...
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 10:27:04
E meno male che avevo chiesto di non farmi un elenco di nomi.
Rispondi
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 19/12/2024 ore 10:32:59
E scusami, al lavoro non avevo letto poi bene. Ma su quei nomi avrei troppo da scrivere su ognuno. Anche perchè ancora oggi, dopo 40 anni di chitarra, continuo a studiarli. Ciclicamente, tutti.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/12/2024 ore 11:05:32
bravo che hai citato Neil Young, sia con la acustica che con l'elettrica è uno dei fondamentali da conoscere e da studiare, insieme a Keith Richards li inserisco tra quelli che mettono il cuore prima della tecnica.
Rispondi
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 19/12/2024 ore 11:14:48
e tra l'altro è uno dei più difficili da "emulare", soprattutto sull'elettrica
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/12/2024 ore 15:53:03
esatto ed è il motivo del perchè i chitarristi "tecnici" sono i più facili da approcciare, ma quando devi collegare pancia cuore e strumentazione allora vai ad un livello superiore.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 11:48:36
Esattamente a quale Neil Young elettrico fai riferimento? Ha una lunga discografia e tutto ciò in cui mi sono imbattuto casualmente l'ho trovato piacevole da ascoltare ma non mi ha stimolato a studiarlo con la chitarra elettrica. Purtroppo è ciò che accade quando si fanno ascolti random. Suggerimenti?
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 19/12/2024 ore 15:56:43
Mah ti dirò non ce ne è uno in specifico ognuno ha la propria storia, Ragged Glory e Rust Never Sleeps per iniziare direi un must, ma poi On the Beach, Sleeps With Angels, Tonight’s the Night e cominci ad entrare nel mood
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 16:37:53
Grazie, me li ascolto subito!
Rispondi
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 19/12/2024 ore 15:56:46
prova con Live Rust. E' difficile da studiare perchè la tecnica è davvero minima..ma intensità, melodie, feeling tanta roba. E troverai pochi elementi blues ( cosa che fa bene, visto che noi chitarristi lo infiliamo pure nei maccheroni suonando poi tutti uguali)
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 16:38:31
Live Rust lo conosco solo di fama. Mi sa che è arrivato il momento di ascoltarlo! Grazie del suggerimento.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 20/12/2024 ore 10:30:01
Ascolta e guarda questa vai al link
3 accordi semplicissimi (di più sarebbe Jazz, citazione di Lou Reed), ma è tutto il resto, non c'è un feedback una pausa una nota fuori posto, è un quadro è impressionismo, è la contrapposizione perfetta alla perfezione algida di certe produzioni attuali. E nella sua semplicità è semplicemente perfetto sempre.
Rispondi
di francescoRELIVE [user #13581]
commento del 19/12/2024 ore 11:38:52
direi Matt Bellamy perchè è l'unico che riuscivo a copiare ahuhuahua
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/12/2024 ore 12:03:14
I miei riferimenti sono: Angus, Knopfler, Gilmour, Clapton, Hendrix, Lukather, Ford... scusa per l'elenco.
Li ho studiati pochissimo, per questo ho fatto l'elenco, e ne mancano altri di studiati poco.... purtroppo ho sempre avuto poco tempo per studiare.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 12:28:2
Magari sei più un chitarrista da backing track?
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/12/2024 ore 15:35:55
Ma non direi, non mi dispiace suonare sulle backing tracks, ma anche quello lo faccio saltuariamente.
Oggi mi esercito, poco, tutti i giorni, e mi studio parti di pezzi che mi piacciono o che devo suonare con la band.
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 19/12/2024 ore 12:52:10
Allora, io negli anni mi sono dedicato a tre chitarristi. Il primo amore è stato è rimarrà sempre Mike McCready dei Pearl Jam. Ho suonato ogni singola nota di ogni disco, aiutato dal fatto che per anni ho fatto parte di una tribute band dei Pearl Jam. Ho approfondito la sua strumentazione e tutto ciò mi ha influenzato tantissimo. Ancora oggi, che non suono più in quel gruppo e per lo più suono rock/blues, quando suono faccio difficoltà a togliermi quel playing che mi è entrato dentro e che mi piace.
Poi c'è Hendrix, che è diventata un'altra ossessione. Con Hendrix ho questo rapporto strano, e cioè che quando suono i suoi brani non riesco ad improvvisare: sono totalmente impegnato a rifare le cose il più possibile come le faceva lui, quasi a volermi dimostrare qualcosa.
In teoria il terzo riferimento sarebbe Stevie Ray Vaughan, però Stevie più che studiarlo lo ascolto molto, anche qui non so il perchè...Quindi dico Keith Richard e Mick Taylor, perchè ci sono stati anni in cui ho letteralmente divorato dischi come Exile on Main Street e Sticky Fingers.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 16:21:54
Affascinato dalla figura di Mick Taylor, in passato sono andato anche a cercarmi quello che ha fatto senza tanto clamore fuori dai Rolling Stones. Mi inchino di fronte a Keith Richards ma devo dire che ho avuto ascolti solo saltuari dei Rolling Stones, mai ascoltato un album intero, solo brani a caso.
Diverso il discorso per Hendrix e Pearl Jam, che invece ho seguito con attenzione: Hendrix perché è il numero, il Big Bang da cui tutto ha avuto origine (o almeno tutto il mondo che io seguo) e i Pearl Jam perché ero adolescente ai tempi del grunge quindi ho comprato tanti album già allora e poi ho cercato di seguirli. Mi colpisce molto che tu sia entrato così in simbiosi con la chitarra di McCready, poiché è raro trovare qualcuno che lo metta al primo posto. Interessante.
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 19/12/2024 ore 18:30:49
A mio avviso McCready lo devi vedere come un incrocio tra Hendrix e SRV, inserito all'interno di una rock band (non una grunge band, i PJ sono una rock band). Lui stesso ha sempre dichiarato che Hendrix e Stevie fossero i suoi eroi della sei corde. Dopo averlo suonato molto ne ho preso i vizi, quegli assoli convulsi con wha a manetta e delay bello presente, ecco, mi piacciono molto. Nell'ultimo disco, nella canzone Waiting for Stevie, a mio avviso suona il suo assolo più bello, ed in un frammento di quel solo c'è un passaggio che suona come un Hendrix moderno.
Poi sia chiaro: Mayer, Robben Ford e Michael Landau sono altri tre nomi. Più uno che adoro: Marc Ford, ex solista dei Black Crowes
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 18:36:59
Se ti piacciono Hendrix e SRV non puoi non ascoltare gli album di Philip Sayce.
Quando parli di Landau, esattamente a quali album fai riferimento?
Ti ho scritto in privato, intanto.
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 19/12/2024 ore 18:56:46
Si si, Sayce lo ascolto e mi piace, al netto che in alcuni punti lo trovo esagerato nel continuare a proporre nello stesso brano più volte le stesse cose. Ma mi esalta...su di lui ho sempre un dubbio: hai notato che le registrazioni sono abbastanza dozzinali? Voglio dire, "Peace Machine" è registrato ad un volume troppo basso!
Su Landau, io adoro i suoi dischi solisti. Ho in cd "Tales from the bulge" del 1996 che è tanta roba, anche se non si trova da ascoltare nemmeno su Spotify. Poi, superbi e sublimi, i dischi con i Burning Water
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 19/12/2024 ore 19:15:05
Peach Machine è del 2005, è un album alla buona. Io ho tre suoi cd (da Innerevolution del 2010 in poi) e devo dire che già la qualità è migliore. Non perfetta, perché comunque parliamo pur sempre di una generazione di artisti "poveri" perché non vendono copie fisiche e fanno tour con dei budget ridicoli. Ma comunque apprezzabile. A me lui piace perché è una bestia: bei riff, suoni davvero cazzuti e quando sta per arrivare l'assolo è come se si avvertisse la tensione crescente: sta per scatenarsi.
Finalmente ho trovato qualcuno che conosce gli album solisti di Landau!!! A me piace tanto Organic Instrumentals e i due album a nome Raging Honkies. Trovare i suoi cd solisti comunque è stata una fatica.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 20/12/2024 ore 15:19:31
Io mi fisso periodicamente con gente molto diversa (soprattutto sassofonisti, trombettisti e pianisti adesso), se proprio devo fare dei nomi chitarristici direi Greg Howe per essere stato l'anello di congiunzione tra il rock (il passato) e il jazz (il presente). Anche Mike Stern: il suo fraseggio mi ha contagiato abbastanza, suono in maniera molto differente e con un suono diverso, ma certi "percorsi" ci sono ancora.
Poi sicuramente Scofield, ancora di più sul versante jazz, ma molto moderno come suono, composizioni (specie con la Uberjam) e attitudine. Mi piace perché osa tanto e ha un timing della madonna.

Ah, poi c'è Thom Yorke, da sempre e probabilmente per sempre: non è un chitarrista (non in senso stretto almeno), ma mi ha cambiato la vita.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 20/12/2024 ore 15:36:18
Beh, allora tu sei un musicista vero, se sei al livello di seguire Scofield, Stern e Howe.
I Radiohead però hanno avuto lo stesso impatto anche su di me.
Perché dici Yorke e non proprio i Radiohead?
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 21/12/2024 ore 17:32:03
Beh, penso che quei musicisti possono essere seguiti anche da ascoltatori non musicisti (almeno spero).
Più in generale noto la tendenza dei musicisti ad ascoltare solo quelli che suonano lo stesso strumento, il che mi pare un vero peccato.

Sull'altra questione in effetti dovevo dire Radiohead, non so perché ma spesso tendo a pensare più a Yorke, anche in considerazione del suo lavoro da solista (The Eraser su tutto, lo trovo davvero incredibile).
Ma in effetti i miei dischi preferiti sono "Hail to the thief" e "In Rainbows", quindi forse meglio parlare dei Radiohead!
:-D
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 21/12/2024 ore 17:47:36
Ho chiesto perché pensava magari fossi uno di quelli che hanno seguito Yorke anche fuori dai Radiohead. :))
E infatti conosci The Eraser. Scelta originale per quanto riguarda gli album preferiti dei Radiohead!
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 21/12/2024 ore 21:34:12
Conosco tutti gli album di Yorke, sono un nerd totale per quanto riguarda lui :-D
Ho provato ad ascoltare anche gli album solisti degli altri (di Greenwood e di Selway), ma non mi sono piaciuti.

Gli album dei RH che in genere si preferiscono sono Ok Computer e Kid A, vero? Li trovo bellissimi e innovativi, forse più dei due che ho citato, ma io (oltre al jazz) sono un po' fissato con l'elettronica e Hail To The Thief ha dell'elettronica bellissima, penso che quell'album mi abbia proprio cambiato la vita, anche perché è stato un imprinting a 18 anni.

Tu cosa preferisci dei Radiohead?
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di Pippo1963 [user #59793]
commento del 20/12/2024 ore 15:20:40
Da ragazzino ero un grande fan di Franco Cerri. Ora mi piace moltissimo Joshko Stephan
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 21/12/2024 ore 22:13:24
Io essendo più vecchio di te ho vissuto l'epoca The Bends e Ok Computer, e in quel periodo i Radiohead esplosero: da sconosciuti a band del momento, esaltata da tutti. Per me quelli sono i due album più importanti: il primo con la il suo muro di chitarre e il secondo con il suo mix perfetto di brani eterei, testi profondi, chitarre, elettronica ecc. Ho visto quei tour e poi anche i successivi dopo Kid A ed Hail to the thief, che invece fu l'album che disilluse tutti i miei conoscenti e fan dei Radiohead. Fu un periodo di grandi polemiche sui siti dei Fanclub. Poi li ho visti ancora con l'album successivo e stop, basta così. Rimarranno la band a cui più mi sono legato e che più ho seguito live. Ma il seguito non mi ha appassionato, ho seguito distrattamente. In quel periodo poi erano esplosi (nella comunità degli appassionati di quei generi) i Sigur Ros, che anche loro hanno avuto una serie fortunatissima di album ispirati e di qualità.
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di E! [user #6395]
commento del 22/12/2024 ore 11:59:32
Interessantissima la tua esperienza.
Gli album che hai citato li conosco tutti e capisco quello che dici sull'esplosione dei Radiohead in quel momento storico. Io di anni ne ho 40 e li ho conosciuti con Ok Computer, ma me ne sono definitivamente innamorato con HTTT.

E' interessante leggere che HTTT abbia disilluso un sacco di gente. Certo vi è stata una frattura con il sound "precedente". Ci si affeziona a un mondo che loro poi si divertono a scombinare.

E' stato lo stesso anche per me: The King of Libs e ancor di più A Moon Shaped Pool non mi hanno fatto impazzire, ma vabbè.

Grazie dello scambio e auguroni!
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