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John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake
John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake
di [user #65794] - pubblicato il

Il 20 gennaio 2025, è giunta la notizia della scomparsa di John Sykes, avvenuta all’età di 65 anni dopo una lunga lotta contro il cancro che lo affliggeva da tempo. “Sarà ricordato da molti come un uomo dal talento musicale eccezionale” - ha ribattuto il comunicato - "ma per coloro che non lo conoscevano personalmente, era una persona riflessiva, gentile e carismatica, la cui presenza illuminava ogni stanza."
John Sykes è stato uno dei chitarristi più influenti e riconoscibili della scena hard rock e heavy metal dagli anni ’80 in poi. Malgrado ciò il suo nome anche oggi stenta ad essere citato in quelle belle classifiche dal piglio sensazionalistico. Nato il 29 luglio 1959 a Reading, Inghilterra, ha costruito la sua carriera con i Tygers of Pan Tang, i Thin Lizzy e i Whitesnake, per poi intraprendere un percorso solista e fondare il progetto Blue Murder. La sua abilità tecnica e il suo approccio melodico lo hanno reso un punto di riferimento per molti chitarristi, e la sua scomparsa avvenuta ieri, 20 gennaio 2025, offre un nuovo spunto per ripercorrere alcuni dei momenti cruciali della sua carriera.

John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake

Gli inizi e i Tygers of Pan Tang
Sykes ha mosso i primi passi nella scena musicale britannica con band minori prima di entrare nei Tygers of Pan Tang, nel pieno del movimento NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal). Con i Tygers, ha partecipato alla registrazione di due album fondamentali: Spellbound e Crazy Nights, entrambi del 1981. Questi lavori hanno subito messo in mostra il suo stile potente, innovativo per capacità di miscelare intenzione blues e potenza heavy, caratterizzato da riff incisivi e assoli sempre carichi di lirismo. Nonostante il successo ottenuto con la band, Sykes lasciò i Tygers per unirsi ai Thin Lizzy nel 1982, in cerca di una nuova sfida musicale.

Thin Lizzy: La consacrazione artistica
Entrato nei Thin Lizzy, Sykes contribuì subito all’album Thunder and Lightning (1983), un lavoro che segnò il capitolo finale della band. Il disco, caratterizzato da un suono più aggressivo rispetto ai precedenti, venne trainato dai riff di Sykes, e in particolare dal suo memorabile lavoro sul brano Cold Sweat.
Sykes partecipò anche al tour di supporto dell’album, durante il quale i Thin Lizzy decisero di concludere la loro avventura musicale. Seppur breve, la sua esperienza con la band lo proiettò verso una carriera sempre più prestigiosa.

John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake

Whitesnake: Il successo globale
Nel 1984, John Sykes si unì ai Whitesnake di David Coverdale, contribuendo in modo significativo al loro album di maggior successo, Whitesnake (1987), noto anche come 1987. Prima di mettere la firma su quell’album, però, Sykes aveva già iniziato a lavorare con la band durante la produzione di Slide It In (1984). La versione originale, pubblicata nel Regno Unito, ricevette critiche negative per la qualità della sua produzione, considerata piatta e debole. Geffen Records ordinò quindi un remix completo del disco per il mercato statunitense.

Il produttore Keith Olsen riprese in mano il materiale, e in questa fase John Sykes e Neil Murray registrarono nuovamente le parti di chitarra e basso, sostituendo rispettivamente le tracce di Micky Moody e Colin Hodgkinson. Questo percorso culminò tre anni dopo con il fenomeno globale chiamato Whitesnake (1987), contenente brani come Here I Go Again, Is This Love, e Still of the Night. Sykes non registrò soltanto le tracce di chitarra, ma partecipò anche alla scrittura della maggior parte dei brani, dando vita a riff e assoli che di lì a poco sarebbero diventati . 

Ahimè, prima che l’album uscisse, Coverdale e Sykes si scontrarono sulla base di “divergenze creative” (probabilmente una leadership di Coverdale difficile da digerire senza intoppi), che portarono all’abbandono della band da parte di Sykes. 

15 riff selezionati dalla discografia di John Sykes
  1. "Still of the Night" – Whitesnake
    Un riff maestoso che fonde blues e metal, senza eguali in grandezza e potenza.

     
  2. "Cold Sweat" – Thin Lizzy
    Un riff aggressivo, che però non manca di mettere in mostra il groove di Sykes.

     
  3. "Slide It In" – Whitesnake
    Un riff con un fascino seducente che definisce perfettamente il tono dell’album e l’anima degli anni ‘80.
     
  4. "Bad Boys" – Whitesnake
    Pura adrenalina made in the 80ies. Non c’è altro da dire.
     
  5. "Valley of the Kings" – Blue Murder
    Un riff epico, intriso di influenze orientali, quasi cinematografico.

     
  6. "Crying in the Rain" – Whitesnake
    Riadattato per l’album del 1987, questo riff è diventato semplicemente un capolavoro.
     
  7. "Love Don’t Stay" – Tygers of Pan Tang
    Un riff semplice, ma carico di energia. Diretto, potente e divertente da suonare.

     
  8. "Thunder and Lightning" – Thin Lizzy
    Un riff articolato, che spinge i Thin Lizzy verso sonorità più dure proprio grazie al tocco di Sykes.
     
  9. "Love Ain’t No Stranger" – Whitesnake
    Un riff drammatico, memorabile, che si sposa perfettamente con la potenza emotiva del brano.

     
  10. "Jelly Roll" – Blue Murder
    Un riff acustico dal tiro bluesy per un brano dal piglio molto accattivante
     
  11. "Hellbound" – Tygers of Pan Tang
    Se vi piace “2 Minutes To Midnight” dei Maiden, probabilmente amerete questo riff.

     
  12. "Holy War" – Thin Lizzy
    Un riff che si muove su armonizzazioni in grado di dimostrare la brillantezza melodica di Sykes.

     
  13. "Slow an’ Easy" – Whitesnake
    Un groove blues ipnotico, nel corso del brano si evolve e porta il peso di una traccia molto divertente.
     
  14. "Give Me All Your Love" – Whitesnake
    Un riff energico, potente, emblema della carica associata all’hard rock anni '80.
     
  15. "Blue Murder" – Blue Murder
    Il brano omonimo offre un riff travolgente, che unisce pesantezza e profondità melodica.

Blue Murder: Il progetto personale
Dopo la separazione dai Whitesnake, Sykes fondò i Blue Murder, band che gli permise di esprimere la sua personale visione artistica. Con Tony Franklin al basso e Carmine Appice alla batteria, pubblicò l’album omonimo nel 1989. Blue Murder è senza dubbio uno degli album più sottovalutati in ambito hard rock: Valley of the Kings e Out of Love basterebbero per impostare le fondamenta di una carriera di tutto rispetto. In quest’occasione Sykes dimostrò anche di essere un cantante capace, prendendosi carico del ruolo di frontman in maniera completa. Purtroppo, nonostante un buon riscontro critico, il progetto non raggiunse mai il successo commerciale sperato.

John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake

Carriera solista e ultimi anni
Negli anni successivi, John Sykes si concentrò sulla sua carriera solista, pubblicando lavori come Out of My Tree (1995) e Loveland (1997). Questi album esplorarono un lato più personale e melodico della sua musica, distaccandosi parzialmente dall’hard rock più aggressivo degli anni precedenti. Pur rimanendo lontano dai riflettori per lunghi periodi, Sykes ha continuato a esibirsi e a lavorare su nuovo materiale. 

John Sykes un riff alla volta, l'underdog di Thin Lizzy e Whitesnake

La morte di John Sykes
Il 20 gennaio 2025, è giunta la notizia della scomparsa di John Sykes, avvenuta all’età di 65 anni dopo una lunga lotta contro il cancro che lo affliggeva da tempo.
“Sarà ricordato da molti come un uomo dal talento musicale eccezionale” - ha ribattuto il comunicato - ma per coloro che non lo conoscevano personalmente, era una persona riflessiva, gentile e carismatica, la cui presenza illuminava ogni stanza. Ha certamente seguito sempre il suo ritmo personale, sostenendo chiunque fosse in difficoltà. Nei suoi ultimi giorni, ha parlato del suo sincero amore e della sua gratitudine verso i fan che gli sono stati accanto per tutti questi anni. Sebbene la perdita sia profonda e l’atmosfera sia cupa, speriamo che la luce del suo ricordo riesca a dissipare l’ombra della sua assenza.”

Sykes lascia un’eredità fatta di album indimenticabili e riff che hanno definito un’epoca e uno stile che ha ispirato innumerevoli chitarristi. Il suo contributo alla musica rock e heavy metal continuerà a vivere nelle opere che ha lasciato e nell’ispirazione che ha dato a chiunque impugni una chitarra, forse godendo di maggior fortuna di quella riconosciuta alla sua arte finché è stato in vita.

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