A casa ho una collezione di libri sulla musica mica da ridere. Libri sul blues, sul jazz, sul rock, sulla musica elettronica, monografie su tantissimi artisti, biografie, autobiografie, interviste. Ultimamente ho comprato diversi altri libri (sempre di musica, ma vista da un altro lato) per una tesi che sto scrivendo. Da sempre leggo blog e frequento siti (ad esempio, sono su Accordo da più di 20 anni). Mi accorgo sempre più spesso che chi scrive di musica nel 90% dei casi non è un "vero" musicista (si tratta quasi sempre di amatori e dilettanti) e devo dire che la cosa comincia a infastidirmi (sarà l'età :-D).
Leggo robe basate piuttosto su aspetti sociali della musica, su ciò che dovrebbe star dietro a una determinata canzone o performance, sulle sensazioni che prova tizio a sentire Caio. Sul contesto, sull'opinione che chi scrive ha del contesto.
Non si scende mai oltre una certa soglia di profondità, forse perché non si può: come fai a parlare veramente di come la malattia di Van Gogh modificasse la pennellata se non ne sai un accidente delle melattie mentali e di come si dipinge davvero? Risposta ovvia: non puoi.
Io sono un pessimo cuoco. So fare le uova sode, un paio di tipi di pasta, diversa roba arrosto. Insomma, non so cucinare. Leggereste le mie opinioni su come si cucina? Leggereste con interesse quello che scrivo su come quel dato Chef ha cucinato?
Non capisco nulla di arti marziali, sebbene mi piaccia guardarle e le abbia praticate per qualche.. Settimana, per gioco (subito prima di staccarmi di netto il crociato anteriore). Ascoltereste me parlare di arti marziali o uno che le pratica sul serio?
La musica, non so perché, soffre di questo: siccome piace a tantissimi, in tantissimi la ascoltano e ne parlano, alcuni ne scrivono. Il fatto che qualcuno di chi ne scrive non sia capace di farla, nemmeno in parte, non è a quanto pare fondamentale. Questo si è visto spessissimo e si vede ancora. Recensori che non intonano un bending nemmeno a pagarli. E noi che pendiamo dalle loro labbra ("siii dicci che suono si può tirar fuori"). E' un po' il discorso dei critici che non sanno suonare. E' una deriva sociale che infastidisce solo me? Dovrei smettere di preoccuparmene e andare a cucinare due uova sode? O forse meglio tre?
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