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Guida al Volume Pot della chitarra: consigli e spunti per migliorare
Guida al Volume Pot della chitarra: consigli e spunti per migliorare
di [user #62015] - pubblicato il

Oggi, i chitarristi hanno a disposizione migliaia di effetti con cui poter passare da sonorità blande a voci uniche e, talvolta, anche bizzarre. Tra piccoli produttori di pedali boutique, brand della grande distribuzione, soluzioni interamente digitali e kit DIY per gli amanti del fai da te, ormai c’è davvero l’imbarazzo della scelta, tanto da sottovalutare (ingiustamente) una feature essenziale di ogni strumento elettrico: il potenziometro del volume.
Sebbene i pedali siano un’opzione eccellente per poter soddisfare le brame di qualsiasi chitarrista, a prescindere dai generi prediletti, uno dei mezzi più pratici e versatili per sperimentare con il proprio strumento è proprio il Volume Pot.

Il prezioso rapporto tra una chitarra e l’amplificatore a cui viene collegata viene, spesso, ignorato dai chitarristi più giovani e con meno esperienza. Un valido esperimento utile a constatare l’ampiezza dei range sonori disponibili solo grazie a questa combinazione può essere quello di aumentare il volume dell’ampli fino a ottenere una minima saturazione, un suono quasi scomodo. A quel punto, sarà possibile modularlo semplicemente dal potenziometro del volume, ottenendo una voce tanto potente quanto controllabile.

Ovviamente, simili setup richiedono un minimo di contesto per essere applicati, mentre sarebbe preferibile optare per amplificatori di buona qualità per poter trarre il meglio dall’esperienza. In generale, si può affermare che simili risultati potrebbero essere ottenuti anche con il volume della chitarra al massimo e quello dell’amplificatore a più bassi regimi, anche se tenere l’ampli più alto offre una serie di vantaggi; su tutti, la possibilità di non limitare o condizionare il resto degli elementi collegati al circuito.

L’amplificatore fornisce in output il segnale della chitarra, amplificandolo. Inoltre, lo invia anche agli altri elementi della catena come il tone stack eventuali effetti. Se la chitarra è già al 100% per ottenere il suono desiderato, l’escursione eseguibile con il potenziometro del volume sarà limitata, così come la ricchezza armonica del sound nel complesso.

Guida al Volume Pot della chitarra: consigli e spunti per migliorare

Il setup ideale per sfruttare il Volume Pot a pieno
I sistemi digitali moderni offrono una qualità decisamente maggiore rispetto a qualche decennio fa. Ciò nonostante, i setup valvolari offrono un range dinamico più elevato con cui poter lavorare per ottenere il meglio sia in termini di ricchezza sonora che di versatilità all’uso del potenziometro del volume. Insomma, le possibilità offerte dall’industria di riferimento sono tante, ma le aspettative vanno sicuramente adattate alla strumentazione che si possiede quando si affronta lo studio del suono.

La morale della storia è che, alzando il volume sull’amplificatore e abbassando quello sulla chitarra, si avrà a disposizione un sound di partenza pulito, raggiungendo picchi di saturazione più elevati all’aumentare del volume sullo strumento. Ovviamente, questo influenzerà anche la resa degli eventuali effetti collegati, rendendo necessaria una certa attenzione alla tipologia di pedali utilizzati e ai vari settaggi scelti.

Tre grandi maestri nell'uso del Volume Pot
Quanto fatto dagli artisti che hanno segnato il mondo della musica continua, di fatto, a ispirare i contemporanei, a prescindere dal loro background. Oggi, il potenziometro del volume non rappresenta più un tabù come nei decenni scorsi, anche se alcuni musicisti, su tutti, hanno saputo padroneggiarlo in maniera eccezionale.

Jeff Beck
Jeff Beck manipolava i controlli della chitarra magistralmente, ripulendo il suono a suo piacimento e oscillando in modo quasi istantaneo tra distorsioni roboanti e puliti cristallini. Storicamente, Jeff Beck utilizzava un setup minimale, con la sua Stratocaster che passava soltanto in un pedale del Wah e, poi, direttamente in una testata Marshall da 50 Watt. Una semplicità forzata, quindi, che per certi versi rappresentava la chiave di Volta per poter tirare fuori il meglio da ciò che aveva, senza renderla mai percettibile agli ascoltatori.



Brian May
Il chitarrista dei Queen non è mai stato estraneo a modifiche nella componentistica delle sue chitarre o nella sua strumentazione in generale. Allo stesso modo, May è sempre stato riconosciuto per gli elevati volumi utilizzati dal vivo. Dal sixpence utilizzato al posto del plettro alla Red Special costruita col padre negli anni della preadolescenza, l’approccio di May richiede un controllo estremamente specifico del volume per non scadere in suoni sgradevoli, specialmente data l’assenza di pedali dedicati.



Derek Trucks
Gli occhi (e le orecchie) più critici noteranno immediatamente l’utilizzo costante che il chitarrista in questione fa del potenziometro del volume nel corso di singoli soli. Trucks passa senza sforzi da suoni puliti a lead particolarmente sporchi, prima con il Volume Pot e, successivamente, dosando la dinamica nella mano destra e l’attacco della slide a sinistra.



Il trick segreto del Volume Pot
A seconda della specifica tipologia di chitarra che si suona, è possibile manipolare il controllo del volume mentre la si utilizza. Una delle tecniche più comuni – ma non per questo meno scenografiche – è quella del violining, dove si suona una nota a chitarra spenta, per poi alzare il volume istantaneamente, creando un effetto simile al contatto dell’arco sulla corda di violino.

Questa tecnica richiede un po’ di pratica prima di essere messa a punto. Ciò nonostante, risulta essere una delle più soddisfacenti da incorporare nel proprio playing, soprattutto durante una sezione solista dal vivo.

Cos’è un potenziometro del volume?
Per essere più tecnici, un potenziometro del volume non è altro che un resistore variabile. Questo significa che la manopola cambia la resistenza al segnale, oscillando verso picchi positivi e negativi per manipolare il volume in uscita. Il segnale non risponde alla massima resistenza interrompendosi, continuando a passare per la catena, seppur con una frequenza più bassa.

È proprio per questa ragione che è importante, in funzione del tipo di elettronica utilizzata sullo strumento, scegliere potenziometri adatti. Quelli più comuni sono da 250k o 500k ohm. Un potenziometro dal valore più alto esercita meno carico sull’output del pickup e viceversa.

La scelta dei potenziometri ricade anche su Audio Taper o Linear Taper, dove il primo sarà marchiato con una A sul retro e il secondo con una B. I potenziometri Linear Taper sono caratterizzati da tagli più netti sul suono, mentre i secondi offrono transizioni più morbide.

Insomma, i potenziometri del volume sono elementi fondamentali su una chitarra, dando la possibilità di cambiare il feeling, la voce e la vibe del proprio strumento con estrema facilità, sperimentando nuovi orizzonti sonori senza investire in ulteriore strumentazione e valorizzando il proprio setup al massimo.
approfondimenti chitarra elettrica dinamica volume volume pot
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