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Un chitarrista sottovalutato

di melonstone [user #55593] - pubblicato il 28 maggio 2025 ore 11:32
Lo penso da sempre, e risponde al nome di Dean DeLeo, degli Stone Temple Pilots. Sta tornando in pista con una nuova band, chiamata One More Satellite. Questo è il nuovo singolo e devo dire che il suo playing ed il suo sound li riconoscerei da miglia di distanza. 


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di ventum [user #15791]
commento del 28/05/2025 ore 13:09:57
Grande chitarrista (e gran bassista il fratello). Mi piace molto la ricerca di accordi e posizioni non convenzionali, infatti credo che buona parte degli spartiti/tutorial in circolazione non siano proprio precisi. Anche live mette spesso abbellimenti o soluzioni per movimentare o sopperire alla mancanza delle sovraincisioni
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 28/05/2025 ore 14:01:11
Io ho solo un album degli STP, (Core), credo sia il loro primo lavoro, gran suoni e grandi musicisti hanno suonato in quel disco, poi chi si sia sopra o sottovalutato non saprei, io giudico solo la musica e in quell'album c'è Musica con la M maiuscola!
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di E! [user #6395]
commento del 28/05/2025 ore 22:05:22
Sono d'accordo, Death and Bloated è un capolavoro e gli altri pezzi mica scherzano
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di melonstone [user #55593]
commento del 29/05/2025 ore 12:16:13
Ti consiglio due dischi, che a mio avviso sono anche superiori a Core. Sono i due successori di questo album, il primo è Purple, che contiene quella meravigliosa canzone che risponde al nome di "Interstate Love Song", insieme a Vasoline una delle cose migliori di DeLeo. E poi "Tiny music songs...from the Vatican Gift Shop", un disco diverso, pieno di Beatles e sperimentazioni. Il suo modo di utilizzare il voicing degli accordi è interessantissimo
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 30/05/2025 ore 07:31:20
Grazie dei consigli, quel che a me piaceva di più di quella band, non era tanto il chitarrismo particolare e comunque tutti grandi musicisti vi erano in quella band, quel che mi piaceva alla follia era la voce di Scott Weiland, come poi nella maggior parte del periodo Grunge di Seattle e affini, purtroppo segnato dalle maledizioni di tutti i cantanti di quel bel periodo, si è salvato solo Eddie Vedder, che poi a me tra tutte le band come Soundgarden, Nirvana, Stone Temple Pilot e Alice In Chains i Pearl Jam sono quelli che non mi hanno mai fatto impazzire più di tanto, riconosco il talento e alcune belle canzoni, ma non mi hanno mai entusiasmato più di tanto, scusa se mi son dilungato, era giusto per chiacchierare, visto che ultimamente su ste pagine si parla poco e mi sembra una sezione sempre più defunta;)
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di melonstone [user #55593]
commento del 31/05/2025 ore 11:11:33
Hai ragione, è bello parlare di musica e dischi, senza scadere sempre nella tecnica o nei vari discorsi di pedali ed ampli! Anche fui folgorato dal genio di Weiland, uno che riusciva sempre a trovare la melodia giusta, anche su riff o accordi non sempre semplici. Lui è stato sicuramente il genio che ha dato le ali alla coppia di fratelli DeLeo. In generale, rimpiango il periodo del grunge: io sono nato nel 1978, nei miei 13 anni è scoppiato il boom dei Nirvana, poi è arrivato l'amore per i Pearl Jam, ancora oggi la mia band preferita. Ho auto band nelle quali ho suonato tutta quella roba, anche i Mad Season, Screaming Trees, Presidents of United States Of America etc...Era musica vera, suonata senza fronzoli, con ottimi chitarristi ma soprattutto eccelsi singer
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 31/05/2025 ore 13:56:5
Guarda sono un nostalgico pure io di tale periodo, ti dirò, oltre alla tristezza che molti frontman di quel movimento sono purtroppo defunti, la cosa che mi fa aumentare la tristezza è pensare che tutte le discoteche e le rock station dove ho potuto conoscere, ascoltare, frequentare e andare a ballare musica rock, sono tristemente anch'esse tutte scomparse.
Io sono del 1974 e nel 1990/1991 ho iniziato a frequentare locali e club che mettevano solo rock music a 360 gradi, ormai un ricordo lontano, qualche anno fa, nel 2017 chiuse definitivamente un emittente radiofonica, chiamata K-Rock, che trasmetteva dalla provincia di (RE), e si riusciva a captare il segnale in diverse province dell'Emilia Romagna ma anche dalla Lombardia, quest'anno invece ha chiuso i battenti un grande locale, dove hanno suonato un sacco di artisti internazionali e nostrani, oltre ad essere una discoteca che per decenni ha fatto ascoltare e ballare musica rock e affini a diverse generazioni.
Ora mi è rimasto il negozietto di dischi che di tanto in tanto frequento per acquistare musica su supporto fisico, ne son rimasti pochi in Italia e mi auguro che almeno questi sopravvivano ancora a lungo, i tempi cambiano ahimè e ci dobbiamo adattare, c'est la vie!
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