100 Riff con una Stratocaster del '58: Nathaniel Murphy e Chicago Music Exchange ci riprovano
di redazione [user #116] - pubblicato il 04 giugno 2025 ore 19:17
Una Stratocaster del 1958, cento riff e una sola ripresa: Nathaniel Murphy raccoglie l’eredità virale di Alex Chadwick in un nuovo video del Chicago Music Exchange. Un viaggio nella storia del rock, dai '50 a oggi, sulle stesse sei corde che 13 anni fa hanno fatto impazzire YouTube.
Stesso posto, stessa chitarra
Nel 2011, Alex Chadwick rese celebre una Stratocaster del 1958 eseguendo 100 riff iconici in un'unica ripresa: un video divenuto virale e parte integrante della cultura chitarristica su YouTube. Tredici anni dopo, quella stessa chitarra è tornata da dove tutto è cominciato: il Chicago Music Exchange.
La storica Strat, acquistata quasi subito dopo il primo video, è rientrata inaspettatamente nel negozio. Il team non ha perso tempo e ha deciso di replicare la magia, questa volta affidandosi alle mani di Nathaniel Murphy. Il risultato è il video "100 Riffs - A Brief History of Rock 'n' Roll Part 2", disponibile su YouTube.
Un’impresa in presa diretta
Come Chadwick allora, Murphy ha suonato i 100 riff in una sola take, attraversando sette decenni di rock. Il video è diviso per decenni e funziona quasi come un compendio storico del riffing elettrico, dagli anni ’50 fino ai 2020s.
Ogni riff è un frammento di storia, riconoscibile al volo e reso ancora più significativo dal fatto che proviene dalla stessa chitarra usata nel video originale. “È davvero una chitarra che si difende da sola – e per chi viaggia è un sogno: entra in aereo e ci suoni sopra il mondo intero”, ha dichiarato Murphy, parafrasando lo spirito dell’impresa.
Gear utilizzato
Oltre alla Stratocaster del 1958, il segnale di Nathaniel è passato attraverso una catena che mescola vintage e moderno:
Chitarra: Fender Stratocaster 1958
Ampli: Fender '65 Deluxe Reverb
Pedali:
Benson Amps Preamp
Boss MT-2W Metal Zone Waza Craft
DigiTech Whammy 5 MonoNeon Signature
Electro-Harmonix Deluxe Memory Boy
Una scelta che ricalca le intenzioni del video: ripercorrere la storia del suono elettrico usando strumenti con una forte identità.
In qualche modo il progetto non si ferma alla celebrazione nostalgica: è anche un esercizio tecnico, un esempio di padronanza stilistica e una prova del potere evocativo di quei brani che con poche (ma ben calibrate) note riescono a rievocare immediatamente un precisono momento storico.