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Gallien-Krueger MB2 500 - 210 RBH bass rig - Chitarre ottobre 2010
di [user #18600] - pubblicato il

E' piccolo, leggero e potente. Il cabinet è sufficientemente versatile da adattarsi quasi ad ogni genere di musica. Il prezzo, contenuto entro i 1000 euro, è più che accettabile per un marchio americano. L'ampli ci è piaciuto molto, come risulta dal test sulla rivista, e ci siamo chiesti come è possibile racchiudere ben 500 watt di potenza in una scatola così piccola. La risposta è: Class D. Di seguito un approfondimento sull'argomento e il video del test.
 

Uno degli ultimi trend (ultimi in senso commerciale, perchè le idee girano da parecchio tempo nel mondo della ricerca), è quello collegato ai cosidetti amplificatori in classe D, D Class o, come spesso capita di trovare riportato, “amplificatori digitali” anche se, in realtà, di digitale questi amplificatori hanno ben poco. Quello che balza subito agli occhi, maneggiando un amplificatore in classe D è che - in un modo o nell’altro - deve esserci una tecnologia differente, efficiente in maniera particolare, da un certo punto di vista superiore: l’ampli è sempre leggerissimo (niente a che vedere con le zavorre nautiche proposte con le altre tecniche), è efficiente in maniera spaventosa (poco peso per tre, quattro, cinquecento e più watt di potenza), eroga pochissimo calore (tutta la potenza viene trasferita allo speaker e non dispersa in calore) e non ha bisogno di trasformatori mastodontici o alette di raffrettamento in stile Triumph Bonneville. In breve, l’estrema operatività del circuito è il punto di forza della tecnologia D-Class.

Un normale amplificatore di potenza, in classe A, B o C, lavoro moltiplicando l’ampiezza del segnale passante per il valore applicato al suo ingresso di controllo; quando il volume di pannello è al minimo, l’amplificatore non emette segnale perchè sta moltiplicando per zero il livello del segnale passante; quando lo stesso amplificatore è portato a “unity gain”, sta moltiplicando per 1 il livello del segnale passante. Come dire che tanta corrente entra, tanta corrente esce, y=x. Se infine l’amplificatore può moltiplicare x2 il segnale passante, si otterrà un’incremento del segnale in uscita, che sarà arbitrariamente più forte di quello presentato all’ingresso del circuito; nello specifico, y=2x o quello che preferite. In un amplificatore di classe D, senza annegare nei dettagli tecnici, la sezione di potenza lavora come un interruttore, alternando zero (assenza di segnale) e uno (segnale passante) ad un ritmo che permette di ricostruire il segnale originale; il ritmo con cui si passa da chiuso ad aperto è assimilato alla pulse width modulation. Da un certo punto di vista, l’unico aggancio “digitale” con la classe D è proprio nell’impiego di due soli valori - minimo e massimo - che possono ricordare l’alternanza numerica di 0 e 1, ma la scelta di due valori così estremi permette di concentrare al massimo l’efficienza del sistema: minore dispersione termica, meno richieste sul circuito d’alimentazione, maggior trasferimento di energia. Che “interruttori” si utilizzano per pilotare il finale? Una coppia di MosFET ed un comparatore con gli ingressi collegati ad un’onda triangolare (di frequenza elevatissima) ed al segnale da amplificare; quando il segnale comparato è inferiore alla triangolare, il circuito viene chiuso; quando è superiore, il circuito si riapre. La procedura viene eseguita decine di migliaia di volte al secondo e la sequenza di apertura/chiusura (lo switching) permette di ricostruire l’andamento d’ampiezza del segnale originale; per garantire una maggior omogeneità, si procede al suo blando filtraggio con un modulo passa basso che elimina i transienti spurii prodotti dall’on/off e, se tutto è stato realizzato con cura, l’uscita sarà assimilabile al segnale originale. Il tutto, con minimo sforzo, quasi nessuna dispersione di energia, e massima efficienza. La schiena ringrazia. Non è tutto oro quello che riluce: ci sono milioni di cose che possono andare storte e, anche con gli ampli in classe D, si possono trovare realizzazioni brutte e realizzazioni qualitativamente eccellenti. A questo proposito, vi rimandiamo alla lettura della documentazione tecnica allegata.

amplificatori amplificatori per basso gallien krueger mb2 500
Link utili
Una chiara spiegazione in italiano
L’inevitabile Wikipedia
Documentazione tecnica 1
Documentazione tecnica 2
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