Chi come me ha purtroppo fatto il giro di boa, arrivando alla mezza età, ha un enorme bagaglio di esperienze dovute alle gioie e ai dolori che derivano dal normale susseguirsi dei fatti della vita. A molte cose ci abbiamo “fatto il callo”, alle delusioni, alle perdite ed anche alle cose positive che non ci entusiasmano più come una volta. Ma per chi è musicista e appassionato di musica (beh io al massimo potrei definirmi suonatore per la mancanza di studi seri in campo musicale), la passione ancora lo travolge e gli suscita ancora emozioni come quando, adolescente, si affacciava al mondo e scopriva questa straordinaria forma d’arte andando a lezione col suo legno in spalla. Beh, io ancora mi emoziono anche facendo un semplice accordo sulla chitarra. Non saprei vedere un mondo senza musica e sempre intorno a me faccio in modo che ci sia. Salgo in macchina e, subito dopo aver acceso il motore, accendo la radio, arrivo in ufficio e faccio lo stesso, ugualmente al mio arrivo a casa (se non è la radio è lo stereo o prendo una delle mie legnose bambine). Dopo tanti anni dovrei averci “fatto il callo”, ho cominciato da piccolo ascoltando i 45 dei Rokes nel mangiadischi, a 13 anni cominciai a suonare la chitarra, e invece ancora non mi sono stufato. Ancora oggi, dopo aver sentito migliaia di brani, riesco a provare le stesse emozioni. Addirittura ci sono dei pezzi il cui incipit mi fa sentire le farfalle nello stomaco e i brividi lungo la schiena. L’attacco di Hey Joe, di Wither Shade of Pale, di Fireball, di While My Guitar Gently Wheeps, di Layla ecc.. riescono a scuotermi ancora nonostante li abbia sentiti fino alla nausea. Ma è più forte di me, se alla radio passano uno di queste canzoni all’improvviso ecco che parte il pizzicore lungo la schiena, oggi come quaranta anni fa. Ho voluto condividere con voi questa mia sensazione, sicuro che anche voi sapete di cosa sto parlando, perché anche oggi, tornando a casa dal lavoro, quando l’mp3 della radio è partito con quel lunghissimo MI di Hammond è partito il brivido e mi sono detto: “possibile che dopo quarant’anni che l’ascolti ti faccia sempre quell’effetto? Non è che ti stai rinc… invecchiando?” No, forse è la potenza della musica (diciamo così che è meglio) che riesce a suscitare emozioni, sensazioni o anche semplici ricordi. Un saluto a tutti.
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