di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 28 settembre 2013 ore 08:00
Mercoledì 25 settembre potrebbe rappresentare una data significativa per chi fa musica dal vivo. La petizione che caldeggiava una nuova regolamentazione è stata accolta e presentata al Senato, che ha approvato il cosiddetto Decreto "Valore Cultura".
Mercoledì 25 settembre potrebbe rappresentare una data significativa per chi fa musica dal vivo.
Alcuni di voi ricorderanno la petizione lanciata il 20 giugno scorso da Stefano Boeri sul sito Change.org che caldeggiava una nuova regolamentazione per la musica dal vivo. Il dibattito sulla tanto attesa normativa (che auspicabilmente dovrebbe prendere a modello il Live Music Act inglese) era nato dalle innumerevoli manifestazioni di sgomento di quanti, volendo suonare dal vivo nel nostro Paese, si trovano a dover far fronte quotidianamente a una tempesta di richieste di adempimenti, autorizzazioni e permessi. La necessità di snellire l'iter burocratico e di uniformare le regole per gestori, artisti e fruitori su tutto il suolo nazionale ha spinto decine di migliaia di persone a firmare la petizione, la quale è stata accolta dal Ministro per i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray e presentata al Senato, che mercoledì ha approvato il cosiddetto Decreto "Valore Cultura".
Al Decreto - che include una norma in base alla quale per organizzare un concerto dal vivo al di sotto dei 200 spettatori e entro le 24 sarebbe sufficiente presentare un'autocertificazione allo sportello unico delle attività produttive del Comune di appartenenza, e che prevede un'esenzione completa per gli spettacoli promossi dalle Onlus per la raccolta di fondi per beneficenza - è stato aggiunto (e approvato dal Senato) un ordine del giorno che impegna il Governo a rivedere, d'intesa con la SIAE, anche le modalità riscossione dei diritti d'autore.
Il ddl di conversione del decreto è stato approvato nell'aula del Senato (175 sì, 18 no e 54 astenuti - i contrari erano Lega Nord e gli astenuti il M5S) e dovrà essere confermato alla Camera entro l'8 ottobre.
La conquista del Decreto "Valore Cultura", insomma, potrebbe (condizionale d'obbligo) essere il primo step concreto verso la realizzazione dell'agognata "Carta della Musica dal vivo", per redigere la quale sarà necessario affrontare altri aspetti cruciali, primo fra tutti lo statuto giuridico per i lavoratori dello spettacolo.
La cosa che forse lascia un po' di amaro in bocca è che, nonostante le lamentele dei lavoratori della musica si siano manifestate ripetutamente e in modo più o meno organizzato per anni e anni, per essere prese seriamente in considerazione dal Governo sia servito l'intervento dell'ex assessore alla cultura di Milano. Rimane, comunque, un passo importante considerata la situazione disperata in cui versa la musica live in Italia.
È doveroso ricordare, inoltre, che il Decreto "Valore Cultura" non concerne unicamente la musica dal vivo, ma include una serie di interventi finalizzati a rilanciare i beni culturali del nostro Paese (tra cui delle misure urgenti per il sito archeologico di Pompei, progetti per i Nuovi Uffizi di Firenze, investimenti per il capitale umano impiegato nel settore e altri provvedimenti).
Attendiamo con ansia la prima settimana di ottobre, dunque, nella speranza che gli italiani possano ricominciare, seppur lentamente, a riappropriarsi e a fruire più agevolmente della propria cultura e della propria arte, in tutte le sue forme.