Quattro chiacchiere e 90 minuti di musica con Nicola Mingo
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 26 aprile 2015 ore 11:00
Abbiamo incontrato Nicola Mingo sul palco dell'Around Midnight di Napoli, dove ha suonato in compagnia di Franco Cerri. Con lui abbiamo parlato del nuovo disco, ma per voi abbiamo anche la ripresa integrale di tutto il concerto.
Abbiamo incontrato Nicola Mingo sul palco dell'Around Midnight di Napoli, dove ha suonato in compagnia di Franco Cerri. Con lui abbiamo parlato del nuovo disco, ma per voi abbiamo anche la ripresa integrale di tutto il concerto.
Attualmente Nicola Mingo è impegnato nella promozione del settimo album "Swinging", presentato nel 2014. Lo abbiamo incontrato in occasione del suo concerto napoletano, in cui ha diviso il palco con la leggenda vivente Franco Cerri, per conoscere meglio la sua musica e la sua visione del jazz com'è oggi.
Pietro Paolo Falco: Presenti il tuo nuovo lavoro come un disco "come si faceva una volta". Cosa intendi? Nicola Mingo: Il progetto si chiama Swinging, quindi mai come in questo caso si sente l'esigenza di suonare con swing. Credo che lo swing sia l'elemento fondamentale nel jazz, l'ha detto tanti anni fa anche Duke Ellington, non me lo sono inventato io! Credo sia molto importante mantenere quello, che è il punto di partenza e che ha caratterizzato questa musica nel corso degli anni.
PPF: Però nei brani si possono sentire anche molte contaminazioni... NM: Assolutamente sì. Io non rinnego la mia origine napoletana, che alla fine verrebbe fuori comunque! L'etnia esiste, non possiamo prescindere dalle nostre origini e da quello che è stato il nostro background, quindi ben venga anche il senso melodico, il punto di forza della tradizione napoletana. L'influenza mediterranea c'è, ma mantenendo sempre l'attenzione sul linguaggio del jazz.
PPF: In effetti, l'album contiene anche diverse citazioni molto interne al jazz... NM: Sono dieci brani miei originali dove chiaramente c'è molta della scrittura di Wes Montgomery e degli anni '60, il periodo che secondo me ha prodotto le cose migliori, dal punto di vista jazzistico e non solo, che poi sono state riprese negli anni. Il mio vuole essere una specie di omaggio a tutto quel sound, infatti ho messo anche dei brani come "Rod Song" e "The Thumb", dei brani celebri di Montgomery.
PPF: Fino a che punto ci si può spingere a "metterci del proprio" e quanto bisogna attenersi al linguaggio e ai cliché del genere per poter affermare di stare suonando jazz? NM: Essendo un linguaggio, più vocaboli e sintassi conosci, meglio parli. Però deve essere un bagaglio che ti serve per esprimerti, non per far vedere quanto sei bravo. La chiave è quella: imparare tante cose e poi, quando si improvvisa, essere liberi nel pensiero.
Nicola ha filmato per intero il concerto all'Around Midnight di Napoli, lo ha caricato sul suo canale YouTube e noi ve lo proponiamo integralmente qui di seguito.