di tittis [user #28285] - pubblicato il 02 luglio 2015 ore 15:30
Tra condensatori, trasformatori e alte tensioni, un valvolare funziona in modo molto diverso rispetto a un amplificatore a transistor, e anche i rischi per la sicurezza legati alla sua elettronica cambiano di conseguenza. Ma avere un valvolare è davvero più pericoloso di avere un solid-state?
Parlando con un anzianotto che da giovane suonava la chitarra per i turisti in gondola e nelle trattorie, a certo punto mi dice che possiede degli ampli a transistor. Secondo lui (di professione faceva il radiotecnico) i valvolari sono (o erano?) pericolosi per via dei condensatori: non ricordo esattamente per quale motivo, ma secondo lui si rischia di rimanere fulminati.
Mah, forse con gli ampli di una volta, penso io. E voi?
Risponde Luca Villani di I-Spira pickup: indubbiamente tensioni e correnti che girano in un circuito a valvole e conseguentemente le temperature alle quali alcuni componenti (tubi dello stadio finale in primis) arrivano sono decisamente maggiori di quelle presenti in un amplificatore a transistor. Se l'amplificatore è ben progettato e altrettanto ben costruito, rispettando le normative esistenti, non deve però sussistere pericolo in nessuno dei due casi per l'utilizzatore, altrimenti l'apparecchio non potrebbe nemmeno essere messo in commercio! Direi che la differenza principale a livello di pericolosità stia invece nel metterci mano senza possedere le giuste competenze: è assolutamente sconsigliato in entrambi i casi, ma se si ha a che fare con le valvole si rischia di far passare attraverso il proprio corpo oltre 400V con notevoli valori di corrente in caso di errore, fattore di pericolo davvero notevole. In generale, incaricare di riparazioni e modifiche chi conosce bene il mestiere è il minimo che si possa consigliare, indipendentemente da quale che sia la tecnologia impiegata per amplificare.