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Chiodo, il giubbotto Perfecto per il Rock n' Roll
Chiodo, il giubbotto Perfecto per il Rock n' Roll
di [user #16167] - pubblicato il

Un solo capo di abbigliamento accomuna tre generazioni di rocker e non accenna a tramontare: il chiodo. Nato per gli aerei e rubato dai motociclisti, è finito sulle spalle di migliaia di musicisti e attori che hanno fatto la storia del rock e del cinema, diventando un vero e proprio simbolo, uno tratto distintivo, un emblema.
Quello che per noi italiani è Chiodo, oltreoceano è conosciuto come Perfecto, dal nome del primo modello messo in commercio nel 1928 da Schott NYC. L’idea originale però non fu dei fratelli Schott, Jack e Irving. Manfred von Richthofen, asso dell’aviazione tedesca, sembra essere il vero inventore della giacca di pelle di cavallo che, passando prima attraverso i colleghi americani dell'areonautica, diventò un capo d’abbigliamento civile vero e proprio.

Il Perfecto, chiamato così perché a Irving Schott ricordava la forma dei suoi amati sigari a siluro, fece presto breccia nei cuori dei giovani americani, soprattutto grazie alla pubblicità fornita dal cinema. Colpevole una sensuale Marlene Dietrich in “Disonorata” (1931), le vendite del Perfecto subirono una notevole impennata nemmeno lontanamente paragonabile, però, a quella dovuta a Marlon Brando e il suo “Il Selvaggio” (1953), che regalò al chiodo la sua connotazione più aggressiva e, appunto, selvaggia.

Chiodo, il giubbotto Perfecto per il Rock n' Roll

L’immagine del Perfecto era ancora legata ai biker, soprattutto british, che a cavallo di Triunph, Norton e BSA imperversavano per le strade. Coperti di pelle equina cercavano di proteggersi al meglio durante le gare illegali, dove le scivolate erano all’ordine del giorno. Il passaggio dal mondo dei motociclisti a quello dei rocker è rapido e indolore. Elvis non tarda a mostrarsi sui palchi con un Perfecto 618, identico a quello di Marlon Brando ma senza stelline sulle spalline (modello 613), con lui la gran parte dei rocker di tutto il mondo corrono ad acquistare un Chiodo, perfetto in combinazione con una maglietta bianca e la banana.

Arrivano gli anni ’60, la pelle di cavallo lascia spazio a quella bovina, cambia leggermente la disposizione delle tasche, ma la moda del Perfecto non sembra scemare facilmente. Il monopolio della Schott si affievolisce e i modelli disponibili sul mercato aumentano esponenzialmente. Keith Richards e Mick Jagger non lesinano sul cuoio, ma questa dècade finisce per esser molto più affezionata a camice e stoffe colorate, più psichedeliche. La voglia di colori e fiori non può coincidere con la tinta unita del chiodo che per qualche anno va a riposare nell’armadio con la naftalina.

Gli anni ’70 rappresentano la vera renaissance del Chiodo. Oltre a riapparire ogni sera sul piccolo schermo addosso ad Arthur Fonzarelli, il Fonzie della fortunata serie Happy Days, e sulla celebre copertina di "Born To Run" di Springsteen, diventa la divisa di ordinanza della generazione punk. Rarissimo avvistare i Ramones senza le loro giacche di pelle. Sid Vicious alternava al chiodo praticamente solo il torso nudo. Ornati di borchie, catene e spille, i giubbotti di pelle tornarono a essere il simbolo del rock, sospinti anche dal fenomeno rockabilly che miscelava l’aggressività del punk al rock ’n’ roll dei ‘50s.

Chiodo, il giubbotto Perfecto per il Rock n' Roll

Gli anni ’80 portano una sana dose di fantasia. I tagli più futuristici si uniscono a colorazioni sgargianti come nel video di "Thriller", dove Michael Jackson sfoggia un giubbotto di pelle a tratti simile al Chiodo, ma rosso, dando il via a una vera e propria rivoluzione di stile.

Mr Big, Extreme, Europe, Van Halen, traghettano la giacca di pelle più famosa del rock fino ai giorni nostri. L’eredità viene ceduta alle odierne generazioni di rocker che continuano a coprire la pancetta da birra e le magliette degli Iron Maiden con chiodi di ogni forma e tipologia.
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Il Perfecto, il Chiodo per noi, ha letteralmente attraversato l’intera storia del rock in tutta la sua grandezza, arrivando fino ai giorni nostri, dove è stato rimaneggiato e ingentilito da stilisti come Versace e Chanel. Chiudiamo questo articolo con un appello accorato: non chiudete il chiodo nell’armadio. Che sia con una maglietta bianca alla John Travolta in Grease o con la maglia dei Deep Purple presa nell’81 o a petto nudo, non smettete mai di usarlo. Se le numerose birre han fatto si che unire i due lembi della cerniera sia diventato impossibile, non disperate. Il Chiodo va indossato rigorosamente aperto, soprattutto in inverno: siamo fottuti rocker, il freddo ci fa un baffo. 
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