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50 anni di Slash
50 anni di Slash
di [user #35828] - pubblicato il

Oggi 23 luglio 2015 Saul Hudson compie cinquant'anni. La sua storia è l'emblema del "sesso, droga e rock n roll", ma anche la storia di un rocker che ha saputo darsi una regolata per raggiungere la mezza età in buona salute e con tanto da dire grazie all'inseparabile Les Paul.
Mr. Saul Hudson, in arte Slash, spegne oggi cinquanta candeline esatte, almeno trenta delle quali passate a far rock con tutto quelle che ne consegue, sex & drugs compresi. Oggi Slash soffia sulla sua torta in modo diverso, più rilassato e completamente ripulito, come si conviene a una rock star che ne ha sì combinate di ogni genere, ma ha anche saputo mettere un freno al momento giusto, evitare che gli eccessi lo portassero a una fine prematura e godersi finalmente la sua musica. Altri famosi chitarristi lo hanno preceduto su questa via di redenzione, a cominciare da Eric Clapton, per esempio, ma molti altri si sono tristemente persi per strada.

50 anni di Slash

Un cinquantenne assolutamente in gamba, ancora attivo e carico di energia sul palco, anche se con qualche chiletto di troppo. Ma cosa importa? Slash è ormai un’icona del rock: il suo cappello a cilindro e i sui impossibili capelli ricci sono diventati un marchio, un simbolo inconfondibile, così come il suono della sua chitarra.
Già, perché se oggi festeggiamo un po’ tutti insieme a lui questa data, è sicuramente per la sua chitarra, quella Les Paul che ha fatto sognare migliaia di ragazzini. Diciamolo: quanti di noi non sono rimasti a bocca aperta la prima volta che hanno ascoltato Appetite for destruction, nell’ahimè lontano 1987? E Slash, che allora di anni non ne aveva ancora compiuti 22, prepotentemente veniva fuori con i suoi riff e con degli assolo che da tempo non si sentivano più.

50 anni di Slash

Ventidue anni: ci pensate? Oggi un artista di ventidue anni, se non è passato da qualche contest televisivo, probabilmente non ha già più un futuro. Non c’è da sorprendersi se proprio Slash, qualche giorno fa, ha dichiarato che l’industria discografica ormai fa schifo. Non c’è più spazio per le garage band, per i giovani con tanta voglia di suonare e di fare gavetta. L’industria discografica vuole tutto e subito: brucia i talenti prima ancora di averli scoperti.

Ma, fortunatamente, ci sono ancora molti giovani che imbracciano uno strumento e, magari proprio per la voglia di imparare a suonare pezzi come "Sweet child of mine" provano e riprovano sulla loro chitarra, sognando le gesta di un eroe di (ormai) cinquant'anni.

E allora, come ho anche scritto nella mia dedica a Slash sul mio blog personale: grazie Slash e buon compleanno.
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Intervista a Slash sull'industria discografica
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