di redazione [user #116] - pubblicato il 05 settembre 2015 ore 08:00
L'equipaggiamento è fondamentale quando ci si inoltra in una nuova tecnica chitarristica. Con le sue pillole sulla chitarra slide, Ariberto Osio ci aiuta a scegliere il giusto bottleneck in base alle mani, allo stile e al suono che si ricerca.
Il nome "bottleneck" parla chiaro: l'accessorio indispensabile per suonare la chitarra slide, con cui intonare le note e scorrere su e giù per il manico, nasce tradizionalmente da un semplice collo di bottiglia, tagliato e infilato su un dito. Nei decenni la sua costruzione si è raffinata, è diventato un oggetto industriale, disponibile nei negozi con le forme e nei materiali più disparati. In base allo stile e alla timbrica desiderata, un chitarrista può scegliere tra decine di modelli differenti. Ariberto Osio ci aiuta a orientarci nel mondo sconfinato del bottleneck.
Quando si parla di bottleneck non c'è una regola vera e propria, né sui materiali né sulla forma. Tra i più diffusi ci sono senz'altro gli slide tubolari in acciaio, ottone, ceramica e vetro, ma non sono rare le alternative divenute anche leggendarie grazie ai chitarristi che le hanno adottate. Basti pensare alla bottiglietta di Coricidin usata da Duane Allman, oggi talmente ricercata da muovere cifre di diverse centinaia di dollari sulle aste online d'oltreoceano, indicata come "rara" e "vintage". La bottiglietta è entrata tanto nell'immaginario degli amanti dello slide da essere adottata anche da Derek Trucks e da spingere Dunlop a farne un bottleneck signature intitolato al giovane bluesman.
Ogni materiale restituisce una sfumatura diversa, dalla brillantezza del metallo al calore del vetro e della ceramica, e la sperimentazione selvaggia è il modo migliore per scoprire quale meglio si adatta allo strumento e al suono che si ha in testa.
Anche le forme possono variare a seconda dei gusti. Un bottleneck può essere lungo quanto tutto il dito o anche più corto, più spesso o più sottile e di varie misure per calzare comodamente, senza stringere ma senza neanche il rischio di scivolare via. Non c'è una regola su come lo slide vada scelto e nemmeno su come lo si deve indossare: c'è chi li preferisce più spessi, chi più corti, chi lo posiziona sul mignolo e chi sull'anulare.
Un bottleneck è un accessorio interessante da scoprire e divertente da suonare, che può stimolare la curiosità e la creatività di un musicista anche stilisticamente lontano dai classici impieghi nel blues e nel country. Acquistarne uno vuol dire investire non più di una decina di euro, ma esistono molteplici strade per procurarsene a costo zero. Dal recupero di vecchie bottigliette alla Duane Allman al fai-da-te più raffinato, le possibilità non mancano. Anche qui su Accordo è stato spiegato come ottenere un bottleneck con un po' di manualità e furbizia: qui in metallo (rame), qui in vetro.
Per chi volesse qualcosa di diverso, non mancano neanche le alternative tecnologicamente più ricercate, come il JetSlide. Il curioso bottleneck ideato dal chitarrista Gary Romero consiste in un anello su cui è saldato un tubicino in metallo che funge da slide. L'anello va messo all'anulare e, con un movimento del mignolo contro un piccolo supporto sporgente al lato, si riesce a far scivolare in avanti o indietro il bottleneck in una frazione di secondo, passando rapidamente dall'impostazione classica a diteggiature allo slide e viceversa, semplicemente scostando il JetSlide sul lato del dito.