di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 15 settembre 2015 ore 07:30
Il fascino delle pre-war non lascia indifferenti, e se arriva in un mix di legno massello con finiture da paura e un prezzo accessibile non si può resistere dal metterci sopra le mani. La BR160 è esattamente questo, e l'abbiamo testata con il nostro Paolo Antoniazzi.
Blueridge è un'azienda malese che, per la realizzazione dei suoi strumenti, si ispira alle forme e alle soluzioni tecniche della Golden Era, quella che ci ha regalato delle vere e proprie pietre miliari: le famigerate pre-war.
La BR160 è una dreadnought dall’aspetto molto statunitense le cui forme generose del body sono create a partire da legni massello. Nello specifico abbiamo a che fare con dell’abete Sitka per il top e del palissandro indiano per fondo e fasce. Per restare fedeli al progetto originale, l’X-bracing è un "parabolic pattern" molto simile a quello delle D anteguerra. Il manico con innesto a coda di rondine è invece in mogano, con un profilo slim, per nulla simile all’originale. Questa è l'unica concessione alla modernità, assieme alle meccaniche semplici ma dall’aspetto solido eppure, come da tradizione, open gear. Qualche vezzo estetico alla Blueridge 160 è stato concesso. Si parte dal binding che contorna la cassa, passando per il battipenna dalmatian style per finire con il motivo floreale in madreperla sulla paletta. Rifiniture a parte, la BR è uno strumento semplice che può fare la sua bella figura tanto intorno a un falò quanto in uno studio di registrazione, grazie alla scelta dei legni operata con cura e alla realizzazione curata nei minimi dettagli.
Imbracciamo la Blueridge nell’Acoustic Room di Lucky Music e già dalle prime pennate riconosciamo il suono pieno e corposo che ci aspetteremmo da una dreadnought. È ingombrante, come dovrebbe essere, ma il manico slim con capotasto in osso da 43mm non impegna eccessivamente la mano sinistra. È comodo e permette di muoversi su e giù dal primo al 20esimo tasto senza problemi. Il setup non è perfetto, ma accettabile e non infastidisce nei bending. Le 0.012 si fanno strapazzare per bene e non risultano troppo dure.
La BR sviluppa un buon volume, non esagerato, condito da un sound equilibrato su tutto lo spettro delle frequenze. I cantini sono morbidi ma presenti, sostenuti da bassi potenti e, alla bisogna, incazzosi. Se si abbandona il plettro per il fingerstyle, ci vuole poco a trovarsi a proprio agio. La risposta in dinamica è lineare e segue con ogni sfumatura l’energia applicata con le dita.
La Blueridge però è una dreadnought fatta e finita ed è nello strumming che dà il meglio di sé. Con un plettro non troppo morbido restituisce proprio il sound che vorremmo da uno strumento del genere, calda, avvolgente e allo stesso tempo, potente.
La BR160 è uno strumento che lascia sorpresi per il sound personale, riconoscibile, ma allo stesso tempo in linea con gli strumenti della Golden Era (con le doverose differenze sia sonore che mistiche). I legni massello e la buona costruzione si fanno sentire nelle orecchie, ma non nel portafoglio. Per portarsi a casa la Blueridge con tanto di custodia in tweed bastano circa 600 euro, una cifra perfettamente proporzionata alle caratteristiche dello strumento.