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Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage
Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage
di [user #36241] - pubblicato il

Hofner ha replicato fedelmente e per le fasce di prezzo più basse il suo shape "violino" in forma di chitarra. La Ignition Violin Guitar è una serie limitata destinata solo al mercato americano, ma una piccola partita è finita anche in Europa, pronta a entrare nelle case italiane per pochi centoni.
Questo è un articolo cattivo, vi avverto, un articolo malvagio che stimola la GAS all'inverosimile. Vi parlerò dell'ultima arrivata nel mio parco chitarre: la Hofner Ignition Series Violin Guitar, di quanto più lontano ci sia dai canoni ai quali siamo abituati, tutto ciò che può farti esplodere un cumulo di sensazioni incredibili che pensavi che uno strumento di questo tipo non potesse darti.

Si tratta di un modello inserito in catalogo da Hofner a novembre 2015. Esatto, questo mese, quest'anno. Ho sempre detto, da sempre, che se fossi stato un bassista avrei suonato un Hofner Violin Bass. Fino a poco fa non c'era la possibilità di averne una versione chitarra a meno che non andassi a cercarmi quei pochi e sparuti modelli di nicchia vintage costosi e rari (e in molti casi nemmeno particolarmente riusciti). In ogni caso avevo ragione. Adesso ce l'ho tra le mani e posso confermare che sta veramente minando la mia intramontabile fede chitarristica da Fenderista convinto.

Probabilmente, dove avrei imbracciato una Stratocaster nove volte su dieci, da oggi quel numero si è ridotto a un due volte scarso. I motivi sono semplici: la versatilità di questo strumento è disarmante. Il suono è bilanciatissimo, allo stesso tempo tagliente e grosso solo dove serve. Il manico, che assomiglia vagamente a quello di una Les Paul con un po' meno spigoli e un leggerissimo accenno di V à-la Stratocaster, è comodissimo e non ti affatica. La tastiera, che non sono ancora riuscito a misurare precisamente, a occhio sembra avere un raggio di curvatura piatto, ma non troppo. Probabilmente sarà un 9,5" o 10" al massimo. Questo raggio di curvatura, che tra le altre cose, sembra ottimamente livellato, ti dà la comodità di una tastiera piatta e la possibilità di settare le corde piuttosto basse ma, al contempo non ti dà la sensazione di una chitarra ultramoderna tipicamente Ibanez (sono un vintaggiomane, sì), cosa che tra le altre cose avrebbe sicuramente stonato su uno strumento del genere. I tasti sono alti al punto giusto, sicuramente non sono di tipo vintage come i tradizionali Fender, ma nemmeno alti quanto una Gibson sulla quale mi capita di stonare alcune note per la troppa pressione sulle corde. Arrivano lucidi, lindi e pinti dalla fabbrica. Il ponte è un TOM appoggiato su una base in palissandro che a sua volta è appoggiata sulla cassa. Dico "cassa" perché stiamo parlando di una chitarra hollow.

Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage

La chitarra presenta una cassa completamente vuota con fasce e fondo in acero fiammato molto gradevole e tavola in abete, praticamente una chitarra acustica. Anche se non ha aperture, il volume da spenta è impressionante. Diciamo che volendo suonare di notte in disparte mentre in un'altra stanza c'è qualcuno che dorme c'è abbastanza volume da sentire distintamente il suono dello strumento ma non abbastanza da farsi sentire da chi dorme, per intenderci.
Le corde sono ancorate mediante una cordiera trapezoidale avvitata alla parte inferiore della fascia con tre viti, delle quali una è quella della tracolla. Questa fa egregiamente il suo lavoro, non è particolarmente comodo montarvi le corde, ma null'altro da eccepire. Le meccaniche sono anonime, molto belle a vedersi, ma comunicano un po' di sensazione di precarietà. Il pallino in plastica madreperlata infatti sembra un po' cheap. Tuttavia l'accordatura tiene in modo sorprendente. Sicuramente complici di questo fatto sono il capotasto in plastica nera con i solchi ben sagomati, la cordiera, il ponte fisso e le buone meccaniche dall'aspetto cheap.
Il suono viene da un paio di pickup di tipologia tipicamente Hofner che si chiamano Staples. Quelli montati sulla Violin ne sono ovviamente la versione cinese, visto il prezzo irrisorio dello strumento. Sono dei mini humbucker con i poli della bobina slave a vista. Ebbene, sono miracolosi.

Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage

Al ponte hanno un suono bello fresco e tagliente al punto giusto, al manico hanno un suono caldo e gonfio e anche al centro nessuno dei due pickup prevale sull'altro. Si riescono a trovare suoni adatti per un rock'n'roll, un rockabilly, surf rock, country, blues, jazz o qualunque altra cosa vi venga in mente. Ingaggiando un drive, poi, si apre un mondo. Parlando sempre del ponte si tocca tranquillamente l'hard rock e volendo anche il metal.
Praticamente ci si può suonare qualunque cosa, lo strumento ti seguirà dovunque senza paura. Ovviamente non c'è lo strappo della Stratocaster o il frusto della Telecaster, non c'è la pancia della Les Paul e nemmeno il ringhio della SG. Tuttavia, a dispetto di come affrontano i suoni queste chitarre, la piccola chitarra a violino, che tra l'altro è leggerissima, ha un modo tutto suo di rapportarsi al musicista che la imbraccia e ha un modo tutto suo di affrontare gli amplificatori ai quali la si dà in pasto. È praticamente tutta da scoprire.

Si tratta di uno strumento con una propria identità a mio avviso splendida che ha origine dalla parte di qua dell'oceano. Mentre tradizionalmente io sia sempre stato abituato a strumenti che traggono in qualche modo ispirazione dalle - per quanto affascinanti - tamarrissime macchine americane, adesso mi sto rapportando a uno strumento che fu progettato in Europa tanti anni fa ispirandosi sia costruttivamente sia esteticamente a uno strumento classico: un violino.
È come ribaltare tutto. L'opposto totale. Un'identità tutta da scoprire. Personalmente non mi è dispiaciuta per niente. Anche il fatto che, pur essendo uno strumento con scala Gibson da 24,75", suoni magicamente anche con le .009 che arrivano montate di fabbrica ti fa capire che siamo di fronte a qualcosa di sfacciatamente diverso dal solito che prende per il culo anche le leggi della fisica.

Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage

Dopo aver tessuto le lodi di questo strumento fantastico è arrivato, ovviamente, il momento di parlarvi un po' dei difetti che ho riscontrato e che mi hanno fatto storcere il naso, tutti imputabili però alla fascia di prezzo dello strumento (300 euro).
Innanzitutto sembra che la chitarra sia stata assemblata con la vernice ancora piuttosto morbida a causa degli evidentissimi segni che ci sono sotto al ponte appoggiato. Il palissandro della parte inferiore di quest'ultimo infatti ha perfettamente stampato tutte le venature sulla vernice. Niente di tragico ovviamente perché va coperto. In genere, tutta la finitura non è particolarmente di alta qualità.
Alla chitarra è stato dato uno strato di lucido ambrato che sui bordi del binding della tastiera lascia intravedere il bianco.

L'elettronica inoltre non è granché. Tipicamente cinese, nonostante funzioni perfettamente, sa un po' di precario. Inoltre, essendo la chitarra quasi priva di aperture, nel caso dovesse rompersi qualcosa relativa a quest'ultima, credetemi che sarebbe una bella spina nel fianco andarci a lavorare. Bisognerebbe armarsi di telecamera endoscopica e pinze per arrivare nei punti giusti. Una bella rogna in poche parole.
Lo strumento è molto sbilanciato e questo è il motivo per cui immagino Sir Paul suonasse il basso praticamente ad altezza petto. Certo, non è sbilanciato quanto il basso, però lo sbilanciamento c'è.
A me non dà troppo fastidio, ma immagino che per qualcuno potrebbe essere un problema. Non è inoltre particolarmente comoda da imbracciare. Alcune curve potrebbero dare fastidio a qualche chitarrista particolarmente snello. Non è scomoda quanto una Flying V o una Randy Rhoads, però non è ergonomica quanto una Stratocaster.
Le manopoline dei controlli sono oscene e sono probabilmente la prima cosa che andrò a sostituire su questo strumento. Non c'è un solo foro di una sola vite che sia perfettamente perpendicolare.

Non ci sono comunque grossi difetti, a parte qualcosa di trascurabile (e risolvibile). Il truss rod è bello reattivo e preciso, i controlli (due volumi e un tono) sono graduali e piacevoli. Insomma: per quello che costa è un ottimo strumento.

Hofner Ingnition Violin Guitar: vento fresco vintage

Arriviamo alla nota dolente: non è prevista la distribuzione sul mercato europeo. Si tratta di un modello Limited Edition solo per il mercato USA. Addirittura non è citato sul sito Hofner né quasi in nessun altro posto. È possibile trovarlo solo in qualche negozio e le specifiche sono rarissime a trovarsi scritte. Personalmente l'ho preso nel noto negozio tedesco, ma solo dopo aver contattato Hofner che mi ha detto di non avere idea di come sia possibile che quel rivenditore ce l'avesse.
Probabilmente avrà disponibilità limitatissime, quindi se volete accaparrarvi uno di questi veramente dovete ordinarlo di corsa. Pensate che a quanto pare io sono stato il primo a comprarlo perché il sito mi ha mandato una foto e un libretto con scritto che ho acquistato l'esemplare che hanno utilizzato per fare le foto che hanno sul sito. Addirittura non si trovano foto in giro, per questo mi è stato necessario farle da me. Lo so è una notizia cattivissima da dare, perdonatemi, ma è ciò che mi ha detto Hofner.

A mio avviso ho acquistato uno strumento che entrerà a far parte della prima linea nel mio parco chitarre. Spendida e personale, la Violin mi ha sorpreso e mi sta facendo veramente felice. Il mio invito sincero è ad aprirsi a nuove marche lontane dalle solite. Certo, non è una regola, però ricordo che tutte le Hofner che ho provato mi sono sempre piaciute e che quando imbracciai una Hagstrom rimasi piacevolmente sorpreso. Con questo non voglio necessariamente muovere una critica aperta nei confronti di alcune marche precise che fanno ottimi strumenti che anche io adoro. Però esiste tanto altro. Cerchiamo di ricordarcelo e almeno di prenderlo in considerazione. Anche se poi preferiremo sempre la solita Stratocaster o Les Paul, almeno avremo avuto più scelta e avremo conosciuto una cosa in più.
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