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Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo
Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo
di [user #116] - pubblicato il

Loop effetti seriali e paralleli hanno caratteristiche ben precise e vanno scelti in relazione alla propria strumentazione e al modo in cui si costruisce la propria catena del suono. Ecco cosa cambia a livello tecnico e come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.
Il loop effetti, o send-return, è un elemento presente nella stragrande maggioranza degli amplificatori di fattura moderna. Il suo compito è quello di creare un ponte tra la sezione preamplificatrice e quella finale in modo da permettere al musicista di inserire alcuni effetti (in genere modulazioni e ambienti) a valle rispetto alla distorsione dell'amplificatore. I loop adottati dai costruttori si dividono in seriali e paralleli. Ognuno ha delle precise caratteristiche, dei pro e dei contro che vanno presi bene in considerazione quando si sceglie un prossimo acquisto.
BRBS Amplification è nota per dotare i suoi amplificatori di una gran varietà di feature, tra cui immancabile è il send return. Il laboratorio italiano ne usa sia di seriali sia di paralleli, quindi abbiamo voluto chiedere a loro cosa cambia tra le due tipologie e in che caso conviene sceglierne uno piuttosto che l'altro.

Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo

Risponde Sebastiano Barbirato di BRBS: Tutti gli amplificatori BRBS possiedono un loop effetti almeno solo seriale, cosi come la maggior parte degli amplificatori moderni. I loop effetti possono essere suddivisi sostanzialmente in due categorie: il loop puramente seriale e il loop parallelo.

Il funzionamento del loop effetti è il seguente: il segnale già elaborato proveniente dal preamplificatore e che normalmente andrebbe diretto allo stadio finale di potenza (con le dovute differenze tra amplificatore e amplificatore, per esempio la presenza di un master volume) tramite il loop stesso viene interrotto e convogliato a una presa jack in uscita tipicamente chiamata Send. Il rientro al finale di potenza viene permesso tramite un'altra presa jack chiamata Return. In condizioni di non utilizzo del loop, il segnale audio salta questo blocco, a volte tramite uno switch attivabile da pannello o da remoto, oppure semplicemente il circuito di loop è sempre attivo e il segnale passa attraverso gli switch normalmente chiusi presenti nelle prese jack. In questo modo, infilando un jack in una delle prese Send o Return, il segnale smette di transitare direttamente al finale ed è costretto ad attraversare la catena send-effetti-return-finale.

Questa è la descrizione di un loop effetti puramente seriale. Come dice la parola stessa, si pone completamente in serie al transito del segnale tra preamplificatore e finale di potenza in modo tale che basta scollegare il Send o il Return per interrompere il segnale e non sentire più nessun suono. Si capisce subito da questa cosa che il segnale passa interamente attraverso l'effetto con tutte le dovute conseguenze (perdita del suono reale dell'ampli nel caso si utilizzino effetti di bassa qualità, oppure colorazioni del suono che possono anche avere risvolti interessanti nel caso si usino unità effetti che abbiano una colorazione sonora piacevole, vedi per esempio il glorioso TC Electronic 2290).

Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo

Il loop effetti parallelo nasce di conseguenza per ovviare a questi problemi di colorazione del suono, permettendo a una certa percentuale di suono dry - cioè non processato - di passare direttamente da pre a finale senza transitare nel loop effetti. Circuitalmente, il segnale audio è ripartito in due parti e inviato sia al Send sia al finale di potenza. È presente un mixer a monte del finale di potenza per miscelare la parte di segnale dry con il segnale proveniente dal Return. In genere, in un loop effetti parallelo è presente almeno un potenziometro che permette di regolare da 0 al max la quantità di segnale wet (chiamerò cosi quello processato proveniente dal return) che si miscela a una parte fissa di segnale dry (in genere dry+wet = 1 volta – 1,5 volte il segnale originario, alcuni loop effetti paralleli Marshall anni '90-2000 funzionavano cosi, senza possibilità di togliere completamente il dry).

Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo

Non esiste tra questi un loop migliore o peggiore, dipende dall'utilizzo specifico del chitarrista.
Un loop effetti parallelo ha il vantaggio di mantenere una parte di segnale totalmente dry e ciò può essere usato per miscelare il suono diretto con il suono dell'effetto, per rendere meno invadente un chorus, un riverbero o un delay, o per ottenere effetti particolari. Può essere molto utile anche per ovviare a una dubbia qualità audio dell'effetto, oppure ogni qualvolta si senta la necessità di avere più in faccia il suono reale dell'amplificatore.

Nel caso si utilizzino effetti digitali a rack, avere la possibilità di intervenire sul segnale dry con il loop significa evitare una conversione e una riconversione inutili. Anche se si sta utilizzando una patch senza effetti, questa interverrà comunque sul nostro segnale. Ecco che in questo caso, se l’unità effetto lo rende possibile, si può regolare il loop effetti parallelo in modo da avere una consistente parte di segnale dry che sarà la base sonora e utilizzare solamente la parte effettata proveniente dal multieffetto (togliendo il dry dall'effetto, per esempio lasciando solo le ribattute del delay).
Purtroppo non tutte le unità effetto permettono di togliere il dry da una patch e in questo caso l'utilizzo di un loop parallelo è controproducente perché il segnale che subisce una conversione e riconversione sarà in ritardo di qualche millisecondo rispetto al dry interno all'ampli, e miscelati insieme faranno nascere quel sound terribile da flanger fermo o da caffettiera per colpa di un effetto digitalmente chiamato "filtro a pettine".

Inoltre, se si ha un sistema a rack complesso con decine di effetti, catene elaborate ed effetti di inviluppo e di dinamica (filtri, compressori, equalizzatori, booster di volume, mixer vari) ancor di più serve un loop totalmente seriale in quanto un parallelo annullerebbe o mitigherebbe molto tutte le differenze tra patch e patch.

I vantaggi sostanziali dei loop seriali sono appunto l'assenza di effetti di filtro/sfasamento dovuti alle conversioni digitali dell'effetto (tutto il segnale passa per l'effetto) e la possibilità di intervenire in toto sul segnale audio.

Cosa cambia tra un loop effetti seriale e uno parallelo

Interessante è l'utilizzo di mixer di linea esterni, che semplicemente hanno lo stesso funzionamento di un loop parallelo e permettono l'utilizzo parallelo di un effetto su un amplificatore nato con un loop seriale. Il vantaggio di alcuni mixer di linea è la presenza di più mandate parallele in modo da poter utilizzare parallelamente più unità effetti che altrimenti sarebbero stati posti in serie, nonostante alcuni interessanti effetti sonori possono essere costruiti con combinazioni di effetti serie più parallelo di altri effetti.
amplificatori
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