Perché usare uno string mute: vibrare meno per avere il suono giusto
di redazione [user #116] - pubblicato il 30 aprile 2016 ore 12:00
Un tempo, le sordine in spugna sotto le corde del basso erano un accessorio comune. Negli anni, nuovi stili ne hanno fatto abbandonare l'abitudine o la necessità ma, se si è alla ricerca di un vero sound motown, adottare uno string mute può essere tutto ciò di cui si ha bisogno.
La ricerca del suono segue molte strade. Alcuni particolari timbrici sono legati al tipo di basso che si usa, altri a un particolare effetto o a delle specifiche regolazioni dell'amplificatore, altri ancora dipendono dall'impostazione sullo strumento.
Fino agli anni '60 e parte dei '70, il basso elettrico non veniva suonato come oggi, con la mano destra che pizzica le corde dall'alto. Nei casi in cui non si prendeva in prestito l'impostazione del contrabbasso jazz, "camminando" sulle corde con il fianco delle dita a ridosso degli ultimi fret, era più comune vedere i bassisti tenere il palmo della mano poggiato in prossimità del ponte e strappare le corde con il pollice. Questa impostazione permetteva un suono più ovattato, dal sustain inferiore e con una percussività maggiore, che rendeva il tutto più adatto a linee ritmicamente interessanti. Erano gli anni del funk e della motown, e quel dettaglio era alla base di molta musica del tempo. L'industria degli strumenti musicali non mancava di offrire accorgimenti che favorissero proprio questa timbrica, e non è raro vedere bassi dell'epoca con delle particolari sordine sotto le corde, delle spugne che frenavano la vibrazione proprio come si farebbe col palmo.
Quando i bassisti hanno cominciato a preferire l'impostazione moderna delle due dita perpendicolari alle corde e hanno approfondito le più variegate prassi di pop e slap, quel suono ovattato è stato lentamente dimenticato. Le nuove tecniche permettevano maggiori virtuosismi, una velocità d'esecuzione superiore e un controllo totale sul timbro del basso, in quanto la zona in cui la corda poteva essere pizzicata non era limitata a quella raggiunta dal pollice quando il palmo restava fisso sul ponte. Anche sui dischi, il sound degli anni '60 lasciava il posto a un timbro più aperto e hi-fi, e sui bassi sfornati dai grandi marchi si vedevano via via meno sordine.
Oggi però quel vecchio suono fa gola sempre a più bassisti, e non sono pochi quelli che provano a replicare le gesta di James Jamerson, Carol Kaye o Bob Babbitt. Come anche Anthony Jackson, tutti hanno in comune un largo uso delle sordine sotto le corde e gran parte del segreto dietro il loro suono sta proprio in un semplice, piccolo pezzo di spugna. Se si è alla ricerca del loro timbro, impazzire dietro le regolazioni dell'amplificatore o comprare compulsivamente nuovi bassi non sortirà grandi effetti. Ma basterà munirsi di una sordina e di una buona muta di corde lisce per ritrovarsi improvvisamente catapultati nei 60's a macinare i mitici groove di Marvin Gaye o Stevie Wonder.
Lo string mute non è più un accessorio comune come un tempo, e potrebbe essere necessario ingegnarsi un po' per procurarsene uno. Dal momento che si tratta di una semplice spugna incastrata sotto le corde, farne uno con le proprie mani non è così difficile ma, se si preferisce una soluzione più professionale, il mercato offre alcune opzioni interessanti.
Il The BassMute è un attrezzo in metallo e spugna con sordine indipendenti per ogni corda. Ciò permette loro di vibrare senza infastidire quelle adiacenti, come potrebbe invece accadere (anche se in minima parte) con una spugna che attraversa tutta la cordiera. Ha la particolarità di poter essere attivato in qualunque momento spostando una levetta, ma il montaggio richiede l'applicazione di un adesivo o di forare il body.
Se non si è disposti a effettuare l'operazione, si può optare per il Bass Mute Clamp, che invece va stretto intorno alle corde con due strisce di velcro per restare attivo finché lo si tiene sul basso. È abbastanza sottile da non infastidire la mano come potrebbe rischiare di fare una semplice spugna, può essere spostato e inclinato fino a trovare il suono giusto ed è studiato per finire comodamente anche sui bassi che hanno poco spazio accanto al ponte a causa di un pickup. Inoltre non richiede alcuna modifica allo strumento per l'installazione ed è particolarmente economico.
Una sordina può tornare utile per replicare il suono degli anni '60 ma non solo. Non è raro vederla come parte di un rig atto a imitare le sonorità di un contrabbasso e, se regolata in maniera più delicata, può anche fornire una semplice nota di colore a un suono di basso troppo presente e uniforme, il tutto senza rinunciare alle tecniche esecutive più moderne né alla propria impostazione preferita.