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Scrivere e studiare in tour
Scrivere e studiare in tour
di [user #116] - pubblicato il

Lorenzo Feliciati è uno dei più apprezzati bassisti italiani. Abbiamo parlato con lui, circa le abitudini che un musicista dovrebbe mantenere durante i periodi di concerti - in arrivo ora, con la bella stagione - e tour. Attività, che non dovrebbero interrompere la nostra routine quotidiana con lo strumento. La chiacchierata ci ha offerto il pretesto per guardare, in anteprima ed esclusiva per Accordo, l'ultimo video di Lorenzo.
Trovi il tempo per esercitarti e studiare quando sei in tour?
Certo. Per studiare la stanza d'albergo è il luogo migliore: di solito è silenziosa e c’è sempre un letto dove potersi sedere.

E lo fai così, unplugged?
Se posso, no; perchè avere un mini amp per cuffie aiuta tremendamente  a isolarsi e ad ascoltarsi meglio.

In tour ti concentri su una routine di studio particolare?
Dipende. Per esempio, negli ultimi due anni ho fatto moltissimi concerti con l'Orchestra Operaia. Con loro il repertorio è sempre nuovo, diverso. Quindi ci sono delle nuove parti scritte da studiare che escono, praticamente, in corso d’opera.
Mi porto in camera il materiale scritto e i provini fatti dagli arrangiatori, e studio. Spesso, usando un orecchio per ascoltare i provini e l'altro per ascoltare il basso. 

Scrivere e studiare in tour

Alla fine, finisci per passare il tour sempre con il basso in mano, anche in albergo…
Mi sforzo di avere sempre con me il mio strumento. Non lo lascio mai nel club dove suonerò nell’intervallo tra il check e il concerto. E’ fondamentale anche per arrivare al concerto caldi, con già del lavoro svolto sul basso: che sia comporre, studiare o anche solo per riscaldare le mani praticando esercizi, scale…

Quindi trovi anche il tempo e la concentrazione per scrivere nuova musica in tour?
Sì, mi basta avere il basso a disposizione. Mi è successo di comporre melodie, linee di basso nei posti più disparati e diversi: dal classico camerino, stanze di albergo, pullman, treno, soundcheck…

Durante il soundcheck?
Beh, lì ovviamente dipende dalla situazione, da molti fattori. A volte però, ci sono le condizioni perché tu possa lavorare; sono le volte in cui il fonico che sta lavorando al suono, si deve preoccupare solo di quello, senza essere necessariamente interessato a quello che suoni.
Ovviamente è un momento delicato in cui bisogna cercare di essere il più auto regolamentati possibile.
Ma quando l'idea scoppia in testa bisogna sbrigarsi, altrimenti, va via e non torna più!

Ti ricordi qualche tuo brano scritto proprio in una di queste situazioni insolite?
Sì, per esempio, ho composto "New House" un brano del mio ultimo disco KOI, mentre aspettavo di salire su un traghetto per andare in Sicilia a suonare!

KOI è uno dei dischi che ci è piaciuto di più quest’anno. Come sta andando?
L’album sta andando bene. Piace a pubblico e critica. E la mia etichetta, la RareNoise Records è determinata nel continuare a spingerlo. Tanto che ci ha appena prodotto la realizzazione di un nuovo video dove  eseguiamo un pezzo live, in studio di registrazione.


Chi sono i musicisti coinvolti?
C’è Alessandro Gwis che suona il pianoforte e si occupa anche dell’elettronica e Angelo Olivieri alla tromba. Poi c’è una sezione fiati con  Stan Adams che la dirige e suona il trombone, Duilio Ingrosso al sax baritono e Pierluigi Bastioli al trombone basso. Infine, alla batteria c’è Martin France.

Martin France è un batterista che ha suonato con un sacco di grossi nomi…
Sì ha una lista di collaborazioni impressionante, tra cui John Paul Jones, David Gilmour, Elvis Costello…

Torniamo a parlare di tour: segui qualche dieta particolare quando sei in giro a suonare?
Tutto ciò che mi da sonnolenza è assolutamente vietato. Poi, se posso scegliere, la sera del concerto mangio sempre dopo la performance. Ma questo dipende anche da quante ore di sonno potrò permettermi prima di ripartire, magari per un altro concerto...

Il sonno è un altro aspetto delicato...

La gestione del riposo è fondamentale e forse la maggiore esperienza tra due musicisti in tour, si vede proprio in come, quello più esperto, gestisce il tempo a disposizione per riposare.
Durante un tour c’è una grossa fetta di tempo inevitabilmente dedicata a viaggiare e aspettare: tutte attività che stancano e stressano. Bisogna compensarle con il giusto riposo.

Immagino esistano anche situazioni con ritmi così serrati che il tempo adeguato per riposare, semplicemente manca…
Sì, e in quei casi bisogna ricordare che noi musicisti, quando siamo in tour, abbiamo la fortuna di vedere ogni giorno città diverse, magari mai visitate prima; incontrare persone nuove a cui far scoprire la nostra musica; persone con le quali sarà possibile, anche se velocemente, chiacchiere per conoscere realtà molto diverse dalla nostra. Un arricchimento continuo, che arriva mentre facciamo quello che abbiamo sempre desiderato fare: suonare.
Non mi sembra poco come consolazione per la stanchezza, la fatica e lo stress... 

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interviste lorenzo feliciati
Link utili
Il sito d Lorenzo Feliciati
Il sito della RareNoise Records
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