L’inaspettata versatilità di Chris Broderick e la sua Jackson
di redazione [user #116] - pubblicato il 23 ottobre 2018 ore 09:30
Irriducibile metalhead e raffinato solista, Chris Broderick ha infuso anche la sua passione per musica classica e jazz nella sua gamma signature.
Da quando la prima chitarra del marchio ha visto la luce con la Concorde di Randy Rhoads nel 1980, Jackson è sempre stata sinonimo di heavy metal, ma un insospettabile affezionato del brand statunitense ha dimostrato che la versatilità non è solo nelle mani di chi suona e trova una sostanziosa parte anche di un legno ben congegnato.
Chris Broderick è noto al mondo della chitarra elettrica per la sua carriera nei Megadeth e per il suo ruolo primario negli Act Of Defiance, super-gruppo fondato nel 2014 insieme al batterista Shawn Drover dopo l’abbandono della formazione di Dave Mustaine da parte di entrambi. Le sue influenze trovano però le radici nei generi musicali più disparati. Tra le maggiori fonti d’ispirazione, Chris accosta nomi come John Petrucci a Django Reinhardt: bambino prodigio, ha imbracciato la sua prima chitarra all’età di 11 anni e la sua formazione classica con chitarra, violino e piano ha contribuito ad ampliarne gli orizzonti fino a dare vita a un musicista stilisticamente ben connotato eppure ancora pieno di sorprese. Non c’è da sorprendersi se oggi Broderick è il titolare di un’intera gamma di strumenti signature, tutti accomunati da uno shape inedito e da una serie di accorgimenti capaci di attirare l’attenzione del metallaro più convinto quanto del virtuoso in cerca di un’ascia malleabile ed equilibrata.
La collaborazione tra Chris Broderick e Jackson ha inizio con un singolare modello signature basato sulla Soloist, il cui corpo è stato reso bombato e asimmetrico, con una forma progettata per una maggiore ergonomia sul braccio destro e col fine di tenere il manico ben inclinato verso il soffitto sia che si suoni da seduti sia in piedi. Tale impostazione, presumibilmente una vestigia della formazione classica del musicista, sarebbe ideale per agevolare i passaggi veloci nei registri più alti. Al contempo, la presenza di due contour sui bordi interni delle “corna” agevolerebbe l’accesso alle sezioni più acute della tastiera con la mano sinistra e fornirebbe un riferimento confortevole per la mano destra nei passaggi in tapping, tecnica in cui Broderick ha dimostrato di eccellere nelle derive più rock quanto negli approcci jazzistici tradizionali.
Sebbene sfoggi un’estetica aggressiva e moderna, la sua Jackson riassume aspetti costruttivi tipici della liuteria da metal quanto dei filoni più moderati. Il progetto è neck thru, con un manico in acero rinforzato da sbarre in grafite che si abbina alla profondità e al calore di un body in mogano. Il profilo del manico è tondeggiante, a C, non schiacciato e largo come molti shredder contemporanei preferiscono e la tastiera preferisce un raggio da 12 pollici fisso per tutta l’estensione, che si contrappone al più consueto compound radius, uno standard per il catalogo Jackson.
Nel 2016, alla prima signature di Chris Broderick fa seguito una versione con ponte fisso tipo hardtail. Disponibile a sei a e sette corde, spicca per la presenza di sellette indipendenti per ogni corda, fissate individualmente al body per una trasmissione più consistente delle vibrazioni.
Declinata per le due principali linee in catalogo e per altrettante fasce di prezzo, adotta una tastiera in palissandro per le edizioni Pro Series e opta per dell’ebano sulle USA Signature, dove si aggiunge anche un ricco top in acero fiammato.
Non meno attenzione è riservata al comparto elettronico, dove una coppia di pickup DiMarzio customizzati garantisce una voce potente eppure dinamica, con tutta la flessibilità di un doppio split pensato per adattare lo strumento non solo ai clean in ambito metal, ma anche ai territori più soft e retrò.
I modelli sono basati su un D Activator per il ponte e un PAF Pro al manico, modificati per un timbro più improntato sulle frequenze medie, in modo che le note fossero più a fuoco con le fondamentali in maggiore evidenza rispetto alle armoniche superiori. Per ampliarne la palette espressiva, Chris ha richiesto anche un killswitch e un selettore per bypassare l’equalizzazione al fine di spedire dritta all’uscita tutta la potenza dei pickup da soli, senza filtri.