Anno 1968, dopo l'inizio nel ruolo di chitarra solista (il ruolo di ritmica non mi è mai piaciuto), anche perchè tutti noi musicisti alle prime armi eravamo affascinati dai brani strumentali eseguiti da Hank Marvin degli "The Shadows", poi da quelli eseguiti da Santo Farina del duo Santo & Johnny anche perchè usavano una Lap Steel, strumento che non mi sono mai fatto mancare, prima una Hofner modello 111 poi una fender Stringmaster DeLuxe 8, infine, ma alla fine di quell'anno, conoscemmo anche i "The Ventures" che avevano in Gerry McGee il solista; il ruolo però meno ambito nelle formazioni a 4 elementi dell'epoca (li chiamavano complessini ed erano ancora privi del tastierista, anche se alcuni avevano il fisarmonicista o il sax contralto in più) era quello del bassista, all'epoca molto più limitato di adesso che viene considerato un vero e proprio solista in "Chiave di FA" e quando è assente se ne sente la mancanza nell'impatto ritmico, vedi anni 80 in cui dalle mie parti si preferiva inserire la tromba al suo posto, uno squallore.
All'epoca noi maschi eravamo costretti ad espletare il "Servizio di Leva" obbligatorio, 24 mesi in Marina Militare e 18 mesi nell'Esercito, io ottenni un paio di rinvii perchè studente universitario ma prima il precedente solista e poi il bassista ricevettero la "Cartolina Rosa" e ci trovammo senza bassista. Molto poco democraticamente i superstiti del gruppo (che provava in una stanzetta isolata dell'Oratorio Salesiano di Bellavista-Portici), decisero che il più giovane dovesse passare a coprire tale mancanza e, guarda caso, ero proprio io il predestinato. All'inizio mi incavolai parecchio però con il tempo il ruolo mi piacque sempre di più e feci mia la sentenza di "Essere condannato a fare il bassista a vita", però già dagli inizi anni 70 dopo essermi arrangiato con contrabbassi e bassi germanici, scelsi nei bassi della Fender lo strumento da usare live. Il primo fu un Fender Mustang color Competition Blue, seguito da un Gibson EB0 che ho posseduto per 13 anni e che ancora rinpiango anche se dal suono un po' fangoso, poi nel 1972 comperai il mio Fender Precision Bass del 1971, che acora posseggo, seguito nel 1978 dal mio inseparabile Fender Jazz Bass del 1974 ed altri di cui un Fender Telecaster Bass del 1968, prima riedizione ufficiale da parte della Fender-CBS del Precision 1951, poi i bassi realizzati da Leo Fender a fine collaborazione quinquennale con CBS, sia in Music Man (il nome della Brand lo scelse proprio lui) di cui ho uno Sterling Fretless del 1993, poi in G&L di cui ho il modello G&L2000E del 1983. Essendo poi io un bassista matusalemmiano, ho sempre preferito il 4 corde, riservando ad una cifra minore l'acquisto sia dei 5 corde che del 6 corde, questo poi per me era il Fender VI e basta. Quindi, non volendo spendere un occhio, ho ripiegato sullo Squier VI che è la riproduzione fedele del 2° Fender VI, quello del 1963, d'ispirazione Jaguar, pagato solo € 450 nel 2014, mentre dei 5 corde ne ho avuti 4, l'ultimo che ho adesso è un discreto OLP MM3, riproduzione su licenza Ernie Ball dello Stingray 5. mi piacciono ma li uso poco:
Ma pentito come ero di aver ceduto il mioGibson EB0 del 1969, in permuta parziale proprio per il G&L, ho comperato prima da un collega un Grabber 3 del 1978 dandoglio anche in permuta un Washburn mod. 105 attivo, poi vidi esposto da Luca in Battipaglia un Epiphone EB3 ex demo e dal costo reletivamente basso, non ci pensai sopra due volte ed ho in parte sopperito alla mia voglia di EB, cosa che ho fatto anche per la chitarra SG, recentemente e sempre da Luca ho trovato un EKO Camaro Bass del 1972 in più ho 2 acustici che per me vanno benissimo, il tutto porta a 13 il numero dei miei bassi, ora debbo rimpiazzare un Rickenbacker 4001 del 1972, quello con il Toaster, che ho posseduto e dato via nel 1982 poichè quando montai le corde roundwound si svergolò il manico; FBASS.
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