I giovani chitarristi di oggi, premesso che non voglio colpevorizzarli, credono che la Epiphone sia stata da sempre una sottomarca della Gibson, con chitarre prodotte in quel del "Sol Levante", Korea in testa, però molti non sanno che fino al 1957 era una delle brand (se non la) più grandi produttrici delle chitarre Made in USA. Fondata nel 1923 in quell'anno 1957 era però sull'orlo del fallimento, anche perchè non aveva voluto credere in Les Paul che, proprio utilizzandone la falegnameria nei giorni di riposo delle maestranze, vi aveva prodotto il prototipo "The Log", tradotto il "Ceppo", anzi l'avevano derisa chiamandola "un manico di scopa con pickups". Ma in Gibson c'era, a partire dal 1949, come manager il grande Ted McCarty che credette in Les Paul e, sapendo delle difficoltà finanziarie della Epiphone, nel 1957 l'acquistò, rimanendone però la produzione negli Stati Uniti, cosa che invece non fece la subentrata Norlin che spostò la produzione in Giappone nel 1969, ho una Texan 12 proprio di quel periodo. La Epiphone produceva tra gli altri modelli il "Rivoli Bass" che era un basso elettrico semi-hollowbody, progettato da Gibson e costruito da Epiphone a Kalamazoo, Michigan, dal 1959 al 1970, molto simile al Gibson EB2, con lo stesso pickup. Fu allora che Alexander Emil Caiola (Jersey City, 7 settembre 1920 – Allendale, 9 novembre 2016), un chitarrista e compositore, figlio di Emil Caiola, un barbiere del New Jersey di origine italiana, uno dei più richiesti chitarristi statunitensi in sala d'incisione, come sideman negli anni cinquanta e sessanta e che aveva ottenuto un notevole successo come esecutore di alcune colonne sonore: la canzone-tema del telefilm "Bonanza" e del film "I Magnifici Sette", ad inizio anni 60 ( forse nel 1962 ?) volle essere realizzata dalla Epiphone, all'epoca esperta in semi-hollowbody, una chitarra signature, anch'essa quindi con cassa acustica semi-hollowbody, dotata di molti switch (1+5), alcuni dei quali avevano la stessa funzione del commutatore ruotante della Gibson ES335 Lucille. Oggi è una chitarra molto richiesta e, se del periodo fino al 1967, costa un'occhio, però è stata anche il modello da cui sono nate poi la Casino e la Sheraton, quest'ultima invece semi-solid. Io ho una Gibson ES335 Studio black del 1989, spartana e senza buche ad "effe", senza il succitato commutatore ma suona come voglio io, un pensierino in verità per la Casino l'avevo fatto però, preso dalla "Nostalgia SG" ho comperato prima una epiphone SG400 WC e subito dopo en baso Epiphone EB, memore delle mie dismesse Gibson SG Standard 1973 e Gibson EB0 1969.
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