"Johann Georg Stauffer e Christian Frederick Martin": noi strimpellatori di una strumento chiamato "Chitarra" dobbiamo molto a questi due signori, il primo nato il 26 gennaio 1778 a Vienna e morto il 24 gennaio 1853, era un liutaio austriaco e il più importante liutaio viennese del suo tempo, che inizialmente costruì strumenti modellati sui maestri di chitarra italiani Gaetano Vinaccia e Giovanni Battista Fabricatore, poi sviluppò diverse varianti, tipiche del suo stile di intendere la chitarra, mentre il secondo, da molti più conosciuto, era nato nel 1796 a Markneukirchen, in Germania, un centro noto per la produzione di strumenti, ed aveva studiato per la prima volta con suo padre, Johann Georg Martin, un ebanista; poi a 15 anni si era recato a Vienna per un apprendistato di liuteria proprio con J.G. Stauffer. Premesso che fino agli anni 20-30 del secolo XIX° gli strumenti avevano di solito una paletta a forma di otto (cioè simile nella forma al corpo della chitarra), dopo essa assunse una forma con le meccaniche in linea e con disegno inventato da "Stauffer", caratteristiche che sono state riprodotte in seguito sia da suo figlio Anton e copiate poi da molti liutai nel XIX secolo, compreso le prime chitarre di C.F. Martin. J.G. Stauffer, dopo che nel 1822 insieme a Johann Ertl ricevette una commissione imperiale per il miglioramento della chitarra, nel concentrarsi inizialmente sull'estensione della tastiera, che montò sopra la tavola armonica e non più attacata ad essa, dotandola pure di tasti metallici, cambiò anche il sistema di tiraggio delle corde dai piroli di provenienza strumenti ad arco, alle meccaniche irreversibili composte da vite senza fine - corona dentata elecoidale. Infatti nel 1825 inventò queste meccaniche che portavano il suo nome, realizzate su una piastra di metallo con una paletta montata a sbalzo su alberino per l'azionamento della vite, uscente da un lato, disposte in una sola linea della paletta stessa (poi dicono da dove la si aveva presa questa disposizione a fine anni '40 del secolo, cioè quella delle 6 meccaniche in linea, vedi Fender Telecaster). intanto nel 1823 J.G. Stauffer aveva realizzato uno strumento ex novo, il suo "Arpeggione", uno strumento ibrido conosciuto come chitarra-violoncello, chitarra ad arco oppure chitarra d'amore, con le caratteristiche della chitarra e del violoncello, dotato di 6 corde accordate come quelle della chitarra e dotato anche di tasti, che vieniva e viene suonato con l'arco e tenuto tra le ginocchia (il compositore Franz Schubert, 1797-1828, scrisse una sonata per l'Arpeggione, però è cero che avesse anche una chitarra di Stauffer). Di C.F. Martin si sa invece che rimase a Vienna almeno fino al 1827, ma dopo di che tornò nella sua città natale in Germania, dove aprì un suo negozio di liuteria ed ebanisteria; però, dopo una lunga controversia con la corporazione di liutai sui diritti dei fabbricanti di mobili di costruire anche loro chitarre, e lui in effetti lo era, emigrò negli Stati Uniti d'America, dove introdusse il sistema meccanico d'accordatura, ed inizialmente anche una paletta simile, sviluppato da Stauffer e fondò la "Martin Guitars". La C.F. Martin è oggi una delle Brand tra le più ambite tra quelle che producono le chitarre acustiche più prestigiose presenti sul mercato, anche se costano abbastanza, alcune poi recentemente dotate nuovamente della paletta di J.G. Stauffer: