Passato alla chitarra elettrica nel 1967 e nel ruolo della solista, ma dopo alcuni anni dedicati ai fiati ed all'armonica a bocca, strumenti comunque mai dimenticati che ho comprato in quel periodo e mai ceduti se non per un paio di armoniche perse in gita, di cui una in montagna in Abbruzzo vicino Scanno e l'altra su un tram, per emulare poi i chitarristi più ascoltati nel periodo Beat-Brani prettamente Strumentali, vedi "The Shadows" e "Santo&Johnny", comperavo tutti i loro 45 giri appena uscivano in commercio e contemporaneamente le riviste del settore che parlavano sia di loro che degli strumenti ed apparecchiature da loro.usate. Precisando che gli amplificatori in commercio all'epoca erano prettamente dei valvolari da pochi Watt e che avevano di solito solo il vibrato come effetto, salvo i Meazzi che montavano un echo a nastro magnetico ad anello chiuso (di cui alcuni, i più recenti, con circuito a transistors al Germanio), mentre i vari amplificatori della Brand americane più prestigiose, molto più potenti e che montavano le molle del riverbero di produzione Hammond o Gibbs, li potevamo vedere solo da lontano con il binocolo, visto le nostre scarse possibilità economiche, anche l'echo, l'effetto che mi piaceva di più e che era omnipresente nelle parti solistiche, era di solito valvolare e comunque dotato di testine come i registratori, pertanto costava ancora molto. Poi cominciai ad appassionarmi anche alle riparazioni elettroniche ed ho potuto acquistare e resuscitare alcuni Binson Echore 2, anche se messi in cattive condizioni, ne ho posseduti 4 in tutto, ma solo a fine anni 80 ho scoperto lo Space Echo della Roland, sempre a nastro con testine magnetiche ma che montava anche un riverbero a molla del tipo corto. Quando l'ultimo mio Echorec 2 si guastò (era già uno di quello con le prese jack al posto di quelle a tre spinotti della Geloso), a metà anni 80, e dopo un pedale usatissimo e pagato poco della EHX, il modello Echo Flanger che montava due integrati BBD della Reticon, i SAD1024, ma che aveva solo lo SlapBack, uno "Short Delay", oltre al Flanger, Chorus e Filter Matrix, in permuta con il succitato Echorec 2 ebbi da un amico, Davide, appassionato come me anche di elettronica ed HI-FI, un altro pedale usato dell'EHX, il DeLuxe Memory Man, che lui usava poco e che invece io ho usato per oltre 20 anni, cioè fino a quando un collega, esperto d'elettronica a suo dire, non me lo fece fuori sbagliandone l'alimentazione, al che io, incavolatissimo, lo buttai via salvando solo i due integrati BBD MN3005. Con il tempo ho comperato prima un pedale analogico, sempre della EHX, il Memory Toy, poi un altro digitale, lo #1echo, passando poi, su consigli vari, prima al BOSS DD3 e poi al Carbon Copy della MXR, tutti pedali che posseggo ancora. Nel visionare poi un video in cui Hank Marvin, il chitarrista solista degli "The Shadows" che aveva usato nel periodo dei loro grandi successi sempre un echo a nastro della Meazzi ma che questa volta affermava di usare un echo della Zoom, il modello 508, mi misi subito alla caccia di uno di questi pedali e fortunatamente lo trovai e comperai dopo poco tempo da un altro amico, Franco, con cui spesso ci scambiamo pedali vari ed apparecchiature musicali (vedi i miei Epiphone Valve Junior e Modulo Voce Micro B e il suo Big Muff Made in Russia ecc.) che abita pure vicino e che l'aveva messo nel dimenticatoio perchè lui suona altri generi musicali. Ma un Binson però mi mancava, poi, accompagnando ad inizio 2001 il mio amico Lorenzo a Latina per comperare, in un negozio che li trattava, alcuni particolari e pezzi di ricambio per dei Leslie, uno dei quali, un modello 700, era stato anche mio, vidi su uno scaffale un Binson Echorec P.E. 603 T. a rack, inscatolato ed in condizioni pari al nuovo (anche se doveva essere lì da almeno 30 anni, c'era pure il foglio della specifica di manutenzione del disco magnetico e testine, comunque tutti particolari meccanici e circuito valvolare identici a quelli dell'Echorec 2, cambiava solo la forma ed il colore nonchè il peso). Dopo breve trattativa fu mio a lire 800mila e, salvo l'aver dovuto cambiato tutti i cavetti per disfacimento dell'isolamento in gomma degli stessi, funziona ancora benissimo anche se intrasportabile rispetto agli ingombri e pesi dei moderni pedali.
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