Napoli ha da sempre nella sua Villa Comunale un punto di riferimento, i giorni festivi poi è piena di visitatori, però io voglio parlare ora della Napoli dei giorni migliori e dei Night Club della via Partenope, strada prosieguo della più conosciuta Via Caracciolo, ottenuta, insieme al Borgo Santa Lucia, con la realizzazione, iniziata nel 1869, della colmata a mare verso la perpendicolare al Castello dell'Ovo e dove, in quei meravigliosi e spensierati anni che vanno dalla fine degli anni 50 fino agli inizi degli anni 70, c'erano i più famosi "Night Club" partenopei, locali che erano il ritrovo prefrito da una certa classe di pubblico, specialmente dagli appassionati di musica. Premesso che già agli inizi del secolo scorso si tenevano concerti bandistici nella succitata Villa Comunale, utilizzando la struttura metallica a forma di "Pagoda" che veniva erroneamente chiamata "Cassa Armonica", poi di giorno come attrazione c'era la "Stazione Zoologica" con il suo acquario, citata anche nel famoso libro "La Pelle" di Curzio Malaparte, mentre al calar dell'imbrunire si popolavano gli "Shalet", sempre in Villa, le cui pedane servivano per esibirsi ai vari gruppi musicali, allora numerosi, con vari musicisti diventati famosi in ambito partenopeo proprio grazie a quelle esibizioni di fine anni 60 (ne rammento uno, "Fulvio e i Twistmen"), compreso l'ultima postazione proprio difronte Piazza Vittoria (evento riferentesi però a quella di Lepanto). Procedendo per Via Partenope verso Piazza Pebliscito, si incontravano vari Night Club in cui si sono fatte le osse molti musicisti partenopei (uno fra tutti Totò Savio); la maggior parte di questi ritrovi erano situati in zona Santa Lucia, nelle vicinanze dei grandi alberghi, e ciascuno di loro aveva una sua clientela di riferimento. La musica che si ascoltava era tutta rigorosamente dal vivo e ad eseguirla generalmente c’erano due complessi di cui il primo, quello meno conosciuto, iniziava a suonare alle ventidue per poi cedere il palco al gruppo musicale più famoso, questo a mezzanotte in punto. Da Piazza Vittoria il primo era "Il Sombrero", poi veniva "Il Lloyd Club" dove si esibivano spesso proprio Totò Savio, poi Nino Soprano, Peppino Gagliardi, Peppino di Capri e qualche volta Romano Mussolini (che la sua giovane moglie Maria Scicolone ed il socio, Eugenio Gentile, hanno diretto per un certo periodo), poi c’era il mitico "Rosso e Nero", con annesso caffè, a seguire "Il Trocadero" con i suoi spettacoli di "Strip Tease" ed a chiudere c’era lo" Scheker Club" dove si andava sia per ballare che per ascoltare i grandi del Night, cioè Renato Carosone, Marino Barreto, Peter Van Wood, Peppino di Capri, Fred Bongusto (cantante che io non mi perdevo) e Gino Paoli. Tutto ciò però non nel periodo estivo, cioè quando arrivava il caldo dell'estate e noi mettevamo in moto le nostre mitiche "FIAT 500 L" e ci recavamo fuori Napoli, verso la Domiziana, ai "Damiani" oppure allo "Isolotto di San Martino", verso Monte di Procida (ma io preferivo il primo e li trasorrevo spesso l'ultima notte dell'anno, cioè "il Veglione"). Ce ne erano anche altri ma ho citato quelli che ho frequentato e che conoscevo.Bei tempi di gioventù andati via al galoppo!
|