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Riverbero, l'effetto del momento
Fino a poco più di 10 anni fa, il riverbero pareva un pedale antipatico ai chitarristi. Si usava poco e quando serviva, bastava il suono classico, della tradizione; quindi niente di meglio del tono confortevole e caldo delle molle di un vecchio amplificatore. Perché, quando si cercava dell’ambiente nel quale annacquare ritmiche, arpeggi e assolo, il riferimento era il delay: fosse quello vellutato dei tape echo alla David Gilmour o quello digitale e voluttuoso alla PASSION & WARFARE di Steve Vai, si cercava una ripetizione che offrisse volume e presenza sonora, carattere, una certa puntigliosità nella pronuncia ritmica e, il tutto, mai a discapito dell’integrità del suono originale. Continua...
di Gianni Rojatti [user #17404]
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