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Il bagnetto ai pick-up il Nocive Lab |
NdR: il "ptting" è un'operazione particolarmente importante e delicata, soprattutto nel caso di pickup costruiti 20 o più anni fa. E' anche l'unico modo per potere suonare alcune prestigiose chitarre vintage (telcaster in primis, ma anche alcune Stratocastere varie Gibson) senza subire intollerabili inneschi. Il potting è un'operazione che un chitarrista appena un po' scafato con le mani dovrebbe compiere da solo. Nel 2003 Massimo Panchetti ha tratto questo interessante articolo da un thread su una delle liste di discussione di Accordo 1.0, la lista Setup, in cui Giuseppe Orlando spiega il suo sistema di potting. Lo riproponiamo perché conserva tutto il suo interesse anche oggi. Continua... |
di Massimo Panchetti [user #22] |
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Nocive Lab Brillance Unit e modifica a Marshall JMP MKII |
La domanda è: parliamo di un prodotto oppure di un produttore? Credo che sia più corretto parlare di un grande, appassionato, liutaio/valvolaro. Da dove cominciare? Peppino (Nocive Lab) è una persona meravigliosa che ho avuto la fortuna di conoscere a SHG Milano lo scorso novembre. Mentre ero li ho cominciato a sbavare con poco ritegno sulle sue piccole opere d'arte. In particolare il Brillance Unit. Passa qualche mese. Nel frattempo visito spesso il sito per riguardare con attenzione le caratteristiche di questo esoterico overdrive a valvole. Arriviamo ad Ancona e finalmente ritrovo Peppino. Che, come per farmi un dispetto, ha pensato bene di presentarsi con due brillace unit. Tra l'altro andando ad Ancona avevo appena fuso la macchina, quindi spese impreviste a portata di mano. Ma mi sono detto un bel "chissenefrega". Non ho dato tempo e soddisfazione a Peppino di illustrarmelo. Gli ho detto "lascia stare, lo conosco ormai a memoria!" Deve essere mio. E così è stato. Continua... |
di Guido Michetti [user #8] |
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La domanda è: parliamo di un prodotto oppure di un produttore? Credo che sia più corretto parlare di un grande, appassionato, liutaio/valvolaro. Da dove cominciare? Peppino (Nocive Lab) è una persona meravigliosa che ho avuto la fortuna di conoscere a SHG Milano lo scorso novembre. Mentre ero li ho cominciato a sbavare con poco ritegno sulle sue piccole opere d'arte. In particolare il Brillance Unit. Passa qualche mese. Nel frattempo visito spesso il sito per riguardare con attenzione le caratteristiche di questo esoterico overdrive a valvole. Arriviamo ad Ancona e finalmente ritrovo Peppino. Che, come per farmi un dispetto, ha pensato bene di presentarsi con due brillace unit. Tra l'altro andando ad Ancona avevo appena fuso la macchina, quindi spese impreviste a portata di mano. Ma mi sono detto un bel "chissenefrega". Non ho dato tempo e soddisfazione a Peppino di illustrarmelo. Gli ho detto "lascia stare, lo conosco ormai a memoria!" Deve essere mio. E così è stato.&via=Accordo.it" target="_blank"> |
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L'altra metà del SUONO |
Nell'ultimo articolo di qualche settimana fa,
vi avevo raccontato come la liuteria è entrata con forza nella mia
vita e vi avevo accennato che la stessa passione mi aveva fatto scoprire
quegli strani oggetti di vetro che, se cadono si rompono ma se li scaldi un
po' urlano come il vento. Al Nocive Lab. oltre a costruire chitarre e bassi
elettrici con le cure di un tempo, si fanno anche aggeggini molto cari ai
musicisti.
Il "Brilliance Unit" (overdrive valvolare) è il primo esperimento che in
modo particolare mi ha insegnato come funzionano le valvole. Pensate che
dentro un pedalino ho inserito un preamplificatore, uno stadio pilota e un
finale push-pull in classe A.
Obiettivi: dinamica, infinite armoniche e soprattutto mantenere il timbro
del proprio strumento anche a distorsioni elevate.
Il mio maestro, Roberto Pistolesi, a cui non devo solo l'idea aveva ragione.
Funziona!
Ovviamente non potevo fermarmi al pedalino e così ho pensato di fare un vero
e proprio ampli.
Per prima cosa mi sono costruito un prototipo dove potevo sentire la voce
delle diverse valvole finali sostituendole di volta in volta. Conobbi così
le "EL34", le "6L6", le "EL84", le"6550", le"KT66", ma mia scelta cadde
sulle 6V6GT per la loro morbidezza quando accarezzate e il loro ruggito in
saturazione.
Iniziai allora a lavorare sul preamplificatore costruendomi un altro
prototipo dove potevo cambiare valvola rapidamente e così via anche per
l'alimentazione. Questa battaglia ha lasciato sul campo: dodici
trasformatori d'uscita, sei d'alimentazione una quarantina di zoccoletti e
centinaia di componenti rigorosamente New Old Stock oltre a otto chili del
mio già piccolo fisico.
Tutte queste prove oltre che far nascere uno dei migliori ampli per chitarra
sul mercato (il suo nome è "Moby Dick"), mi hanno dato una notevole
conoscenza tecnica dell'amplificazione e di tutti i problemi ad essa
correlati.
In quest'edizione di SHG, che si terrà a Milano Domenica 28 Ottobre mi
troverai ad aspettarti per parlare un po' del tuo ampli, per dargli una
tastatina al polso, per controllare il bilanciamento delle finali, o per
qualsiasi altro problema.
Ti aspetto. Moby Dick ovviamente, sarà con me. Continua... |
di Giuseppe Orlando [user #40] |
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Nell'ultimo articolo di qualche settimana fa,
vi avevo raccontato come la liuteria è entrata con forza nella mia
vita e vi avevo accennato che la stessa passione mi aveva fatto scoprire
quegli strani oggetti di vetro che, se cadono si rompono ma se li scaldi un
po' urlano come il vento. Al Nocive Lab. oltre a costruire chitarre e bassi
elettrici con le cure di un tempo, si fanno anche aggeggini molto cari ai
musicisti.
Il "Brilliance Unit" (overdrive valvolare) è il primo esperimento che in
modo particolare mi ha insegnato come funzionano le valvole. Pensate che
dentro un pedalino ho inserito un preamplificatore, uno stadio pilota e un
finale push-pull in classe A.
Obiettivi: dinamica, infinite armoniche e soprattutto mantenere il timbro
del proprio strumento anche a distorsioni elevate.
Il mio maestro, Roberto Pistolesi, a cui non devo solo l'idea aveva ragione.
Funziona!
Ovviamente non potevo fermarmi al pedalino e così ho pensato di fare un vero
e proprio ampli.
Per prima cosa mi sono costruito un prototipo dove potevo sentire la voce
delle diverse valvole finali sostituendole di volta in volta. Conobbi così
le "EL34", le "6L6", le "EL84", le"6550", le"KT66", ma mia scelta cadde
sulle 6V6GT per la loro morbidezza quando accarezzate e il loro ruggito in
saturazione.
Iniziai allora a lavorare sul preamplificatore costruendomi un altro
prototipo dove potevo cambiare valvola rapidamente e così via anche per
l'alimentazione. Questa battaglia ha lasciato sul campo: dodici
trasformatori d'uscita, sei d'alimentazione una quarantina di zoccoletti e
centinaia di componenti rigorosamente New Old Stock oltre a otto chili del
mio già piccolo fisico.
Tutte queste prove oltre che far nascere uno dei migliori ampli per chitarra
sul mercato (il suo nome è "Moby Dick"), mi hanno dato una notevole
conoscenza tecnica dell'amplificazione e di tutti i problemi ad essa
correlati.
In quest'edizione di SHG, che si terrà a Milano Domenica 28 Ottobre mi
troverai ad aspettarti per parlare un po' del tuo ampli, per dargli una
tastatina al polso, per controllare il bilanciamento delle finali, o per
qualsiasi altro problema.
Ti aspetto. Moby Dick ovviamente, sarà con me. &via=Accordo.it" target="_blank"> |
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Nocive Lab |
Quando si è ragazzini si marina spesso la scuola, si sognano le
moto,
si inseguono le bionde chiome o le brune o tutt'e due e si comprano dischi
di rock'n roll. Altri studiano, buttano la spazzatura e vanno a letto presto. Beh io, Giuseppe Orlando oggi trentatreenne, facevo
sfortunatamente parte del primo gruppo e dico "sfortunatamente"
perché se fai quelle ragazzate per troppo tempo, alla fine non puoi più
farne a meno e diventano vere e proprie droghe.
Così la mia droga, il Rock'n'Roll, mi porò a 19 anni ad aver voglia di
suonare i riff dei Black Sabbath, i blues di Mr. Lee Hooker e le ballate dei Velvet
Underground. Ma la cosa più bella che mi insegnò è che la vita è come una saetta
di cui è meglio aver le briglie. Io, che fino a qualche anno prima ero convinto di dover vendere gioielli
nel negozio di papà mi ritrovo oggi a scrivere la storia di quella piccola
fabbrica di sogni sonici chiamata Nocive Lab. Tutto iniziò quando conobbi Davide che a quel tempo, più di quindici anni
fa, suonava la chitarra classica al conservatorio e una Tele del '68 in una rock band
locale di cui, in seguito, divenni il bassista (TURN editi dalla freeland
recods). Davide, vista la mia indiscreta voglia di smontargli la chitarra con la
scusa di riparargliela, alla fine scoprì il trucco e pensò bene di
presentarmi al maestro liutaio Francesco Abramo di Catania che tra
ponticelli e verniciature, stagionatura e intonazione guidò la costruzione
del mio primo basso elettrico che chiamai Arthur. Questa esperienza accrebbe ancor più la mia passione, ma il maestro Abramo
essendo un liutaio di impostazione classica (mandolini e banjos), non poteva
aiutarmi molto nel campo elettrico. Iniziai allora una ricerca che però non diede molti risultati. Dopo qualche anno sempre Davide, in occasione del mio compleanno, mi regalò
una busta che conteneva un c/c pagato. Intestazione: Nashville quota
abbonamento '94. Vista la mia faccia con sorriso di cortesia stampato sopra (non avevo idea
di cosa fosse) mise una mano nello zaino e tirò fuori un giornalino. Leggi
disse. Sfogliando quella rivista mi resi conto che non solo avevo trovato chi
parlava di strumenti
con passione dieci volte più grande della mia, ma che addirittura quelle
stesse persone
mi davano la loro disponibilità della quale approfittai oltre ogni limite. Chiamai il maestro Roberto "New old Stock" Pistolesi tutti i giorni escluso
la domenica, e più
lui si divertiva ad ascoltare le mie papalate (termine locale che sta per
"enormi cazz..") più io mi appassionavo al mondo elettrico. Dopo qualche mese, gli chiesi se potevo andarlo a trovare in quel di Santa
Croce.
Non so se la sua estrema disponibilità nei miei confronti fu perché gli
stavo simpatico o per educazione, fatto sta che mi accolse
come se fossimo amici di lunga data e tra pasta asciutta e attrezzi
autocostruiti
iniziò a educarmi all'arte del grande suono. Sono passati alcuni anni da quei giorni e di cose ne ho imparate tante,
al punto che il Nocive lab conta oggi più di 1000 clienti. Si costruiscono chitarre e bassi elettrici, si ribobinano vecchi pick-ups,
si vernicia "alla nitro", si accoppiano le valvole e si danno pazienti
consigli al telefono come mi è stato insegnato. Ultimamente ho appena realizzato un mega pedalino interamente valvolare che
ho battezzato "Brilliance Unit". Usa la stessa idea di quello costruito dal
maestro Pistolesi e cioè, non solo un pre "spinto" ma un vero e proprio
micro ampli. Quando lo colleghi al tuo stack le armoniche ti investono come
un treno, hai l'impressione di star suonando 25 chitarre contemporaneamente
e, cosa più importante, non modifica il suono del tuo strumento. Sto anche lavorando al mio ampli con, nel finale, un quartetto di 6V6GT in
classe A.
Si chiamerà "Moby Dick" e del "DE LUXE" (con rispetto parlando) ha solo il
nome delle valvole.
Ma questa è un'altra storia che non mancherò di raccontarvi. Continua... |
di Giuseppe Orlando [user #40] |
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