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Aldo Ghidetti
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Attività

'54 Precision Bass Sting signature
di Aldo Ghidetti | 20 giugno 2001 ore 15:55
Non cercatelo sul sito Fender.com, o in quello di Bauer, non lo trovereste. Sfogliando il listino Bauer, per vedere il costo dell'Urge Bass II, ho visto evidenziati con 'new' due PBass artist series: uno dedicato a Steve Harris degli I.Maiden, l'altro a Sting con la dicitura '54 PBass Sting signature. Allettato dal costo giapponese dello Sting e dal fatto che un PBass 2serie v. '54pb, mancava nella collezione, ho deciso, non senza qualche timore, di acquistarlo a scatola chiusa. Bisogna tener presente, che all' epoca il PBass non aveva praticamente concorrenti e non erano richieste timbriche particolari, quindi disponeva di un suono solo, seppur magnifico ed elegante. Ma sempre uno solo. Solo nel '57 Papà Leo, dotandolo dello split-s.coil lo avrebbe reso camaleontico ed insuperato nel suo genere, come ben sanno gli amici fenderisti . Quindi ho fatto il conto della serva: per male che vada, ho in mano un giapponese, sempre venduto. in Usa siamo sfavoriti col cambio, trovi modelli belli perché restaurati e con pickup Seymour Duncan (come il Japan) e suono quasi simile, oppure con roba che ha fatto la guerra, anche se con parti originali, con prezzi corretti ma cari, .... risorse da rivolgere a qualche strumento più recente, magari fine '60s. Tanto valeva allora optare per questa replica, anche perché il ricavato va a finanziare il "Fondo per la tutela della foresta pluviale e dei suoi abitatori". A questo progetto partecipa pure la CFMartin, dove Sting ha firmato una chitarra (SWC) ed un basso (SWB) acoustic-electr., fatti con legni alternativi per circa il 70%, ma dal costo tuttaltro che alternativo (3900 e 3200 $ in Usa). Ma veniamo al '54 PBass Sting. Arrivato in una modesta scatola di cartone, avvolto in una coperta di plastica, con allegati documenti e garanzia, viene fornita una busta con il CD Rom "Behind the scene- the story of technology behind Sting's 'Brand New Day' tour", con filmati e interviste a Sting. Spacchettato, si presenta nello splendore delle venature del frassino, e del 2 tone sunburst dell'epoca. Avendolo acquistato a scatola chiusa, l' occhio va alla ricerca dei particolari sui quali ero dubbioso. Paura fugata. La paletta è in stile Tele con Spaghetti logo leggermente obliquo, come nell'originale (la replica del '93 del '51 PBass lo aveva parallelo alle corde). Le Keys sono Kluson replica, rivettate, con reverse action, ma con la filettatura fine tipica delle repliche. Manico e tastiera sono in unico pezzo in acero "Maple oval shape C neck", scala 34"; sul retro striscia in noce dove viene inserito il trussrod regolabile alla base, avvitato con 4 viti. Il Body, come gia' accennato, è in frassino in 2 tone sunburst. P.up a 4 poli come nell'originale, Pickguard in plastica monostrato bianca, sul quale manca il foro dell'appoggiadita. Mancano i copri-p.up e bridge cromati (e chi se li ricorda più?) . Il ponte viene così descritto: "vintage two saddle string-thru-body bridge". Questa combinazione delle corde che attraversano il body, dà un sustain insospettato allo strumento. Comunque non avendo la versatilità dei suoi successori, quello che dà è il massimo per una replica. E non è poco. Ma il sigillo di Sting, la Sting signature, dov'è? Al dodicesimo tasto invece dei due dots in plastica nera, è collocato un block inlay in pearloid, con serigrafata la firma di Sting perché rimanga intatta nel tempo. Stavo dimenticando che il body ha il contour come la coetanea Strato del '54, molto più reale dei Vintage Usa un dettaglio in più che certo non disturba.
Fender '59 Precision Bass Custom Shop
di Aldo Ghidetti | 20 novembre 2000 ore 12:12
Lo strumento del quale sto per parlare non è ancora nel catalogo Fender Custom Shop. Esiste solo sul listino prezzi. Durante una visita, tempo fa, del sito Fender, ho voluto informarmi di quanto costassero in Usa i loro prodotti. Possedendo uno Jazz '64 Relic, sono andato alla pagina per fare una comparazione, ed ho scoperto sotto la dicitura 'new' il '59 Precision Bass. Essendo all'oscuro che all'epoca fosse stato costruito un modello simile, e non potendo vederlo nel sito Fender, ho svolto una ricerca nei vari siti vintage, a cominciare dal motore Guitar Base fino ai singoli come 'Gruhn', ecc.. Questo lavoro ha dato risultati contrastanti, e cioe' mod. Maple neck, Gold Anodized All.Pickgd, 10 hole, con color 3 tone sunburst, oppure tastiera slab Rosewood, plastic m.strato pickgd, 13 hole e sempre lo stesso sunbrst del precedente. Quale modello aveva riprodotto il C.Shop? Dato che Fender cambia spessissimo home page, sono riuscito fortunosamente, inserendo i dati in una piccola finestra del sito, a trovare quelle che erano definite le novità del 2000, fra le quali spiccava il '59 PBass. Premetto che oltre alla foto le informazioni erano piuttosto scarse, l'aspetto era l'esatto anello di congiunzione fra il '57 PBass e quello noto come il '62 PBass. Alle mie domande sulla possibilità di acquistarlo l' importatore ha dato una risposta perentoria: 10 mesi di attesa e niente disdetta dell' ordine. Così l' ho ordinato, tanto con 10 mesi di tempo avrei riempito il salvadanaio... Invece, miracolo, il 29 settembre (I remember Lucio), inaspettatamente eccolo in negozio. Premetto che il C.Shop costruisce questi mod. in tre versioni: N.O.S.(Nuovo come allora), Closet(usato nel tempo con cura) e Relic( Abusato, grattato, vedi Jaco). Io l' avevo ordinato NOS, per ricreare la 'magica' atmosfera del 1966, quando mi arrivò il 'primo Jazz Bass, con il suo sunburst al 'profumo di nitrocellulosa', e non nascondo di aver provato una profonda emozione, vedendolo nella splendida custodia in tweed, questo strumento che ti riportava indietro di 41 anni, con il suo bel 3 tone sunburst, i copri p.up e ponte cromati, la sottile cinghia in cuoio con fibia in argento del C.Shop. Anche se il profumo di allora (vedi Leggi USA) non c'era più, tutto ciò mi ha lasciato un vuoto allo stomaco, che non avevo più provato da allora, e si che di bassi in vita mia ne ho acquistati tanti. Il giudizio sullo strumento. Partendo dalla paletta, lo 'Spaghetti logo' è posizionato nel punto giusto tra la II e III chiave, sul retro, le Keys 'Kluson mod.'rivettate con reverse action, hanno la filettatura fine, solita delle 'Repro', manca il bottone att.cinghia suppl., al cui posto vi è il logo Custom Shop, il Nut è di 44,5 mm., il manico è in Acero con sez.a'U', senza la striscia in Noce dei precedenti, perchè l' asta del 'truss-rod' viene inserita prima dell' incollaggio della tastiera 'slab Rosewood 20fret vintage style', Clay dots, regolazione T.rod alla base del manico. Venendo al Body, abbiamo il particolare più eclatante; ci si aspetterebbe un Pickgd in plastica 13 viti, invece troviamo il vecchio'Anodized gold all.con una vite in più, 11 contro 10, posta fra quella in punta al corno inf. e quella più in basso, avvitate al body in Alder (l' Ash è usato per i Blond). Questa, del Pickgd, forse è la ragione del suo non apparire sui cataloghi, e della sua rarità, infatti l' Anodized Gold creava problemi estetici, aveva la tendenza a depositarsi sulla mano del Bassista, facendolo somigliare più a un meccanico, che a un musicista, con la conseguenza di avere un Basso dall' aspetto poco gradevole. Oggi viene impiegato un materiale più stabile. Esteticamente il body è corretto sul fronte, con l' appoggiadita a 2 viti, p.up classico s.coil, ponte a sllette filettate entrambi protetti dal relativo coperchio cromato. Guardando il contour di profilo, è meno sottile di quello del mio 1958 originale. Andando al retro, lo scavo del contour è meno arcuato, sempre confrontandolo con il '58, sulla piastra a 4 viti, è posto il N.R7488, e da certif.la data di costruz.è del 14-6-2000. Si sà che gli Americani non hanno interesse a riprodurre alla perfezione gli strumenti vintage, per loro basta un sufficiente impatto frontale, non vogliono fomentare il mercato del 'finto vero'. In certi particolari sono forse più fedeli i Mexico o gli Squier, ma i materiali usati sono di qualità inferiore rispetto a quelli Usa. Comunque per chi non ha l'occhio allenato o non possiede strumenti di allora, l' impatto visivo è esaltante, il Custom Shop lavora bene. Hò volutamente lasciato per ultimo il giudizio sul suono, il Precision è uno strumento semplice senza tanti fronzoli o orpelli, però hà un suono camaleontico, asciutto, spartano, profondo quel che basta, senza mai esasperare bassi e nasali, che si esprime con misurata eleganza. L'esemplare descritto, essendo nuovo, deve perdere il suono grosso ed esuberante del legno giovane, acquistando con la maturità lo spirito dei suoi predecessori che solo il tempo può dare. Per trovare la sua foto, con un po' di pazienza, basta cercare nel sito Fender.
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