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tanatore
utente #8988 - registrato il 17/11/2005
Chitarrista da bambino, ma non essendo mai cresciuto...
Sono interessato a: Chitarra elettrica, Tastiera.
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Attività

suonando...nella mente
di tanatore | 17 giugno 2007 ore 22:22
Stamattina mentre andavo al lavoro in auto, pensavo che l'ultima volta ho suonato un mese fa. Abbiamo finito una serie di spettacoli ed ora ho messo le chitarre a riposo.Suonare da solo non mi è mai piaciuto e sinceramente mi stufa presto. Con il gruppo è diverso: le nuove idee vengono durante le prove. Oppure mi vengono quando sono al lavoro o in macchina. " Quell'entrata sta meglio se la faccio così... la ritmica devo marcarla di più ..e così via"Io non so spiegarmelo, ma secondo me si suona di più quando non lo si fa veramente.Penso che ci sia la musica che vive dentro di noi come in uno stato di sospensione, si arrotola e si attorciglia come i vecchi nastri a bobine.Quando suono dal vivo srotolo la bobina della musica che è nella mia mente. In questo caso poi, mi sento un po' svuotato. Non credo che sia stanchezza, anzi mi sento come sollevato. La musica se ne stava lì e non sapeva come uscire...le serviva un mezzo per passare fuori dalla nostra mente. Però non si trovava a disagio: nench'io mi trovavo a disagio.Nei momenti di calma le note e le melodie si ricompongono, migliorano, si affinano.E la musica degli altri?Oh, io mi accorgo quando mi fa vibrare! La musica è più sincera delle parole: è un linguaggio più diretto, più facile da apprezzare, è più difficile con la musica nascondere sè stessi.Mi risulta facile capire anche quando non gli diamo il tempo per ricomporsi, diventare un filo logico. Tante note tutte in fretta sono solo uno spreco, inutili... tanta tecnica e niente " anima ".Un po' lo dico anche per consolarmi perchè io non ho nè velocità nè tecnica, ma son sicuro che quel che esce viene dritto da quella parte di me che vorrei conoscere meglio. Sì perchè a volte escono note che non so dove si erano avvolte, chissà in quale diavolo di bobina si erano fissate. Quando mi scappano dalle mani credo di averle perse per sempre. Erano quelle le migliori note che avevo dentro?Mentre pensavo a queste cose stavano passando le notizie alla radio: Cosa sarà successo oggi? Perchè la accendo e poi non la ascolto?Stavo suonando...nella mente!Paolo.
...ci può stare qui un signore come L' Angelo?
di tanatore | 31 maggio 2007 ore 21:39
Passando in piazza Santa Maria, ho visto il cortile completamente ristrutturato, ed in fondo l'ingresso del suo laboratorio. Il portone in ferro arrugginito dimostra che ne son passati di anni. Chissà, forse il signor Angelo non ha voluto vendere quel vecchio laboratorio perchè dentro a quelle mura ci ha passato una vita. Non lo so, ma mi piacerebbe incontrarlo per domandarglielo.In un posto come questo, di appassionati della 6 corde, come ci può stare un signore come l' Angelo?Entrare nel suo laboratorio era come vedere una sala operatoria. L' Angelo ti accoglieva con il camice bianco, si faceva spiegare che difetto aveva il tuo televisore. Poi senza necessità di esami preliminari apriva la scatola misteriosa. Vedergli aprire un televisore era come una magia per un ragazzino...ecco perchè io ci andavo spesso da lui, anche quando non avevo il tv rotto... I tv stavano sul bancone con lo schermo rivolto verso lo specchio non so se ci fosse una logica tipo: tv malato terminale, tv in coma irreversibile, tv in terapia intensiva. C'erano radio, elettrodomestici, lavatrici, giradischi, impianti hi-fi, registratori a bobina. Quello che colpiva di più la mia fantasia erano quei televisori aperti con tutte quelle valvole accese...e quel ronzìo dei tubi catodici.Il signor Angelo era un uomo di poche parole ed aveva un portamento da neurochirurgo acclamato. A volte apriva il tv osservava per pochi istanti il difetto, collegava quella fantastica macchina che dopo ho saputo chiamarsi oscilloscopio; identificava la valvola e la sostituiva. Richiudeva e via; il paziente era salvo anche stavolta. Altre volte tirava fuori lo schema elettrico eseguiva le misure di tensione richieste, identificava una piccola resistenza e con lo sguardo da chiurugo di rara fama, staccava la resistenza e ne risaldava un'altra. Controllava lo stato del "paziente" e poi lo dimetteva senza nessuna prognosi.Il mio grande divertimento era quando un vecchio tv era in condizioni irreparabili, potevo smontarlo tutto pezzo per pezzo, valvola per valvola. Non potete immaginare quante valvole c'erano in un Tv! Così il sig. Angelo mi spiegava com' era fatto un triodo, perchè si usava la valvola rettificatrice, come mai era necessaria una tensione così elevata per le griglie. Cominciai a capire le sigle e la funzione delle varie valvole: cosa fosse un finale video, il push-pull, le valvole amplificatrici tanto per citarne alcune ...EL34 , EL84 , 6L6 ecc. ecc. i triodi Ecc83 , 12AT7 e così via. Forse ad Angelo mancava un nipote o forse io gli andavo a genio: ma Angelo se ne intendeva anche di amplificazione sonora! Eh sì, l'impianto del cinema di Cameri l'aveva costruito con le sue mani; amplificazione e casse comprese. Chi poi in quei tempi utilizzava amplificatori a valvole per strumenti musicali conosceva bene il signor Angelo Testa. Se c'era un caso disperato la sua clinica era in grado di fare " miracoli ".Ecco perche " In un posto come questo, di appassionati della 6 corde, ci può stare un signore come l' Angelo" !Lui però credetemi, sta borbottando qualcosa e dice: " ..ma ti te mat !...", dice che sono pazzo.Sul suo tavolo operatorio vidi passare diversi amplificatori: uno era anche il mio. O meglio quello che mi aveva regalato il sig. Porazzi. Un Binson 3, vecchio non so quanto. Angelo me lo disse subito: " Paolo quello è senza speranza ha il trasformatore d'uscita mezzo cotto! " Io ci rimasi male perchè Angelo mi aveva spiegato a cosa servivano i trasformatori, ma non mi aveva mai parlato di trasformatori di uscita! Al il mio spirito di ragazzo sembrava impossibile che ci fosse qualcosa che lui non potesse riparare. La cosa che mi fa sorridere è che allora era più difficile ripararlo che oggi: il nostro paesino sembrava ad uno di quei villaggi dei film western in cui la diligenza arriva una volta alla settimana. Per saperne di più bisognava andare in ditta a Milano a vedere se avevano ancora il ricambio. E poi la diagnosi era chiara: non riparabile. Il professor Angelo credo che ne avesse le scatole piene e mi aveva dato il benservito. Grattando tra i vari rottami scartati però trovai un trasformatore d'uscita di un vecchio Geloso che poteva andar bene, lo montai e tutto orgoglioso andai a farlo sentire all' Angelo. L'ampli distorceva un po' quando il volume andava oltre la metà e l'altoparlante tendeva a impaccarsi contro il magnete...ma una bella cura della sospensione con il Bostik lo mise a tacere.E poi ai tempi mi piaceva tanto quel chitarrista che suonava..." Samba pa ti", credo che all' Angelo quella distorsione invece non piacesse proprio, tanto che disse in dialetto: "...ma al to pà a là sintù stu balurdòck..." ovvero: ma tuo padre l'ha sentita questa...distorsione? (n.b. se vogliamo analizzare balurdòck non è proprio distorsione in italiano)Lui che era un precisino, non sopportava di sicuro di vedere quella "tacconata" e tirò fuori due coni che aveva tenuto da parte. Mi disse: " ...vedi questi possono funzionare anche senza trasformatore d'uscita...però l'impedenza deve essere quella giusta altrimenti le tue valvole avranno breve vita.." e così mi spiegò per bene che gli ohm ( ! ) sono importanti.Era iniziata la mia passione per le chitarre elettriche.Da pochi mesi mi son comprato un Fender Blues Deluxe reissue e quando guardo le valvole mi vieni in mente Angelo e quel ragazzo col Binson 3 che ora ha cinquant'anni. Le valvole hanno sempre lo stesso fascino, ma era meglio sapere meno cose della vita. Se potessi tornare indietro...lo farei! Tanto i Fender c'erano anche allora! Ed erano pure meglio di oggi. Forse anche a Fullerton c'erano uomini come te. Che mettevano la tua stessa passione nelle cose che facevano.Anca lù l'è stac un omm inpurtant par mi... ( anche lui è stato un uomo importante per me).Adesso è qui che gira nel mio diario, col suo camice bianco, i capelli all'indietro con l'immancabile brillantina, lo sguardo serio e il portamento da "neuro-chirurgo della valvole".Hai visto, Angelo che ci potevi stare anche tu in un posto come questo? Qui son tutti appassionati di valvole, proprio come te.Dedicato al "signor" Angelo Testa, tecnico e riparatore audio-tv. Paolo. 31-05-2007
Compagnia dell'Avellano seconda puntata
di tanatore | 23 maggio 2007 ore 22:13
Seconda Puntata: la compagnia dell'Avellano.Continuavano le prove musicali del nostro primo musical, mentre i ballerini in separata sede provavano le scene ed i balli. Anche gli attori studiavano la parte per il momento in separata sede.Per poter mettere insieme questa "impresa" si erano fusi insieme diversi gruppi che avevano lavorato in modo scollegato fino ad allora. Uno era quello teatrale: "I Matai Zartai" che nel nostro dialetto significa ragazzi sprecati, ma la parola "zartai" è ricca di altri simboli nel dialetto di Cameri... Il gruppo Crazy Rock: ballerini di rock acrobatico,il gruppo 45/4 e i Nuovi Falchi.Proprio quest'ultimo gruppo fece a Cameri una specie di Woodstock paesana negli anni '70 più una serie di spettacoli musicali e commedie con il tutto esaurito compresi i posti in piedi! Se non ci fossero stati loro non mi sarebbe mai venuta la voglia di formare il mio primo gruppo e di cominciare a suonare la chitarra elettrica. Il Gigi,che mi telefonò quella sera, fu un componente del gruppo dei"Nuovi Falchi", Continuavano le prove della parte musicale: nonostante lo sguardo sconsolato della mia Stratocaster, che essendo "strato" non era abituata a volare in basso e il distinto "vaffanculo" che andava in loop nell'ampli, resistetti.Non fu cosa facile, io e Paolo pensammo che per tener fermo un ampli recalcitrante ci volevano almeno due jack! I ragni che avevano abitato nella cassa per qualche anno decisero di far su fagotto e si trasferirono tra le assi tarlate del palco. Poveri ragni non sapevano che poi sarebbero arrivati i ballerini a spezzargli le gambette ! ! L'ampli soffriva e soffriggeva in silenzio e la smise finalmente di apostrofarci con quel "... ma vaffan..". Si era arreso.La nostra tastierista cominciò ad essere presente più spesso alle prove, non mancava di certo il panorama della sua stupenda balconata (che si sa tira sù tutta la band !). Dovetti togliere un paio di molle dal tremolo della Strato perchè mi si irrigidiva un po' nel vibrato! Per il manico invece nessun problema: rimaneva bello diritto.Il nostro drummer, Alessandro non perse tempo e ci fece capire subito che il suo tocco non era ovattato e mise a serio rischio la risposta audiometrica delle nostre orecchie. I nostri sguardi criminali lo fissavano implacabili, ma lui per nulla preoccupato, picchiava ancora più forte.Al basso c'era il mio caro amico Antonio, lui era il più professionale di noi tutti,per lui quella era una sera in più da spendere fuori di casa. Aveva suonato e suonava con diverse orchestre in sala; per lui quello era un divertimento.Alle due chitarre il buon "Moonlite" e il qui scrivente "Tanatore" che cercavano in qualche modo di cucire gli strappi e di inventarsi un po' gli arrangiamenti senza sovvrapporsi.Ancora non avevo idea di come fosse strutturato lo spettacolo, dato che mi ero unito al gruppo in una fase già avanzata. Conobbi anche la nostra regista e gli altri attori, cantanti ecc. ecc. Considerato che era la mia prima esperienza di questo tipo, credo che ci sia voluto qualche mese per capire cosa avesse in testa la regista ! ( E qui la battutaccia ci cascherebbe ad hoc!) Questo perchè man mano che si procedeva, capivo com'era strutturato il musical.Nel coro si inserirono altre persone, piano piano stavamo crescendo; sia in numero che in quel che non solo io definisco "good feeling". La maestra Marzia teneva imbrigliato quel miscuglio di voci e li educava nel difficile compito di farli andare "tutti a tempo".Avevo una seconda chitarra in quel famoso armadio, una elettroacustica, comprata ai "bei tempi" di quando suonavo il liscio nelle balere. (Si dai, di quei tempi là sarà meglio non raccontare) Anche lei voleva partecipare, ma le dovetti dire che non c'era posto per lei al momento. Però patteggiammo con un "... qualche volta ti porto alle prove, così vedi che aria tira..."Non so se anche voi parlate con le vostre chitarre, io sì.Sulla loro tastiera abbiamo scritto le nostre storie o abbiamo "letto" quelle di altri facendole nostre. Parlategli ogni tanto e forse loro vi guideranno la mano a toccare le note che avete solo immaginato, ma che non avete mai suonato.Bene mi fermerei qui, per ora, prima delle prove generali del primo tempo. Devo un po' sistemare i ricordi. Per chi ci vuole conoscere meglio ora abbiamo anche un sito: www.compagniadellavellano.orgSaluti a tutti e "Forza venite gente!", perchè questo fu il nostro primo musical!Paolo.
La compagnia dell'Avellano
di tanatore | 13 maggio 2007 ore 21:29
Per raccontare questa storia sarà meglio partire da una telefonata.La telefonata arrivò intorno a Febbraio del 2004, dall'altro capo del telefono c'è Gigi (anche lui non lo sapeva ai tempi, ma era destinato a diventare un faraone). Una delle prime domande fu la classica: "..suoni ancora? perchè noi cerchiamo una chitarra..." La mia risposta fu più o meno "...devo togliere qualche ragnatela dalle chitarre, ma di che cosa si tratta?"Mi ricordo anche che mia moglie e i miei figli mi scherzarono dicendomi " ...ma non sarai neanche più capace di suonare!". Non che prima fossi chissà che mito ! (questo è quello che pensai io ).In effetti era vero, per consolarmi un po' da tempo avevo cominciato a strimpellare la tastiera !Gigi era ed è per me un vero mito; pensai ad uno di quegli spettacoli di revival anni '60...Dall'altro capo del telefono la risposta è secca ed improvvisa : " è un musical e si va in scena l'8 di Settembre ! se vuoi venire proviamo ogni giovedì dalle 20.30 sul palco del cinema."Non sapendo cosa altro dire dissi soltanto "...ok, ci vediamo giovedì prossimo!".Le chitarre stavano in armadio da almeno 4 anni...quando avevo preso quella decisione... ma sì quella che provano tutti: smettere. Però non mi ero venduto tutto, per fortuna, chi vuole smettere non fa così. Più che altro quando le avevo infilate nell'armadio ero stufo di suonare sulle basi, alcune volte addirittura far finta di suonare... Insomma così non potevo continuare e mi presi una bella vacanza.Chissà di che parlarono le mie chitarre, una volta nel bagagliaio dell'auto? Più o meno il discorso potrebbe essere stato:"Ecco ci porta in qualche negozio per barattarci con qualche stupida tastiera giapponese ! Sarà così vedrai...perchè altro motivo ci ha finalmente cambiato le corde?"L'ampli poi borbottò con filo di reverbero: " ecco stavolta ci abbandona in discarica...", nel send-return girava pure un: "...ma vaffan...!" Lui era stufo di prendere polvere, non aveva mica la custodia...poverino! Comunque mentre la ciurma mormorava ammutinamento, io mi recavo al luogo d'incontro.Arrivai probabilmente in orario e vidi il Gigi che mi salutava assieme ad altra gente che non conoscevo. Si passava dal retro del cinema...mentre mi avvicinavo pensavo che erano vent'anni che non entravo su quel palco...boh c'era gente un po' dappertutto. Non sapevo come presentarmi, appoggiai la roba e me ne uscii con un "..ciao, mi ha chiamato il direttore artistico...ed eccomi quà!" Però non è che a qualcuno gliene fosse importato granchè... e allora? Mi guardavo in giro e quel palco mi procurò un bel fremito e relativo sospirone, proprio lì ero stato per la prima volta davanti ad un pubblico ! Per fortuna vidi che c'era una mia vecchia conoscenza, il caro Paolo (detto anche Moonlite), ma anche di questo (del fatto che fosse Moonlite) non ne sapevo per nulla. Ma sta' risata tremenda...non puoteva che essere... ma certo: era Antonio ! Che pirla che fui a non immaginarlo, non poteva esserci un Gigi senza Antonio! Insieme a loro avevo già suonato diverse volte, anzi Antonio era stato con me in gioventù come tastierista. Antonio suonava il basso ormai da tanti anni. Lo aspettava implacabile un tremendo destino, purtroppo...ma anche questa era una di quelle cose che entrambi non potevamo immaginare.Mentre aspettavamo la tastierista, mi guardavo un po' in giro: mixer "finto vintage" appoggiato a terra, microfoni di dubbia provenienza, casse che stavano insieme per scommessa, cavi e fili rattoppati, prese multiple sulle ciabatte e il Paolo che mi guardava, chitarra alla mano, " ..il tuo ampli ha due ingressi vero? " E qui, mi son detto, cominciamo bene !Aspettammo per un bel po',ma della ragazza che doveva suonare la tastiera non ce n'era neanche l'ombra:"Cominciamo ,dice il Paolo, con alcuni pezzi che ho tirato giù...solo che da solo non riesco a fare tutto e per questo abbiam pensato di chiamarti!" Mi sembra di ricordare che quella sera non arrivò nemmeno il batterista, che conobbi più tardi. Quindi ci riducemmo a suonare con 2 chitarre e il basso.Quando poi sentii il coro e i solisti cantare, mi sembrò di essere tornato a quegli spettacoli dell'oratorio... entrata gratuita, tutti parenti, applauso a scroscio per chiunque, pop corn, patatine e stringhe di liquerizia! Mi domandai se per caso non avessi usato la famosa De Lorean Dmc-12 di ritorno al futuro per tornare indietro di 30 anni!La mia Fender mi guardò attonita, come uno straniero che ha perduto la strada, forse se ne voleva andare. Il mio ampli invece era nero dalla rabbia: "..quattro anni a beccare la polvere e poi mi spremete in due! Almeno avvisare prima no?" Le mie povere dita invece avevano già alzato bandiera bianca nel tentativo di continuare a suonare... in queste condizioni come speravamo di fare un musical e per di più a settembre?Però ancora non lo sapevamo che un migliaio di persone ci aspettavano in piazza...per quella data che aveva quasi del fatidico:7 di settembre 2004 nella piazza del mio paese. Non sapevamo di certo nemmeno cosa sarebbe successo dopo! Perchè questo era solo l'inizio della storia della Compagnia Dell'Avellano, che ancora non sapeva che nome attribuirsi.A quei tempi non sapevo nulla nemmeno di questo posto: accordo e le sue pagine grigio rosse, delle numerose cose che ho imparato leggendo e scambiando opinioni proprio qui. Non immaginavo che la mia passione per la chitarra tornasse così prepotente come quando avevo 20 anni. Che tornasse quella voglia di sperimentare, provare nuove soluzioni e in special modo, quella stupenda esperienza di suonare insieme...svincolati da ogni diavoleria di computer. Le macchine facciano le macchine,ma la creatività rimanga sempre dell'uomo!Ora che ho introdotto l'inizio della nostra storia, non vi farò mancare altri aneddoti o fatti colti durante la militanza nella suddetta compagnia. Naturalmente .."non credere a tutto ciò che leggi"..beh, anche questa battuta la spiegherò più avanti.Ciao.
Solo chi amato la campagna come lui...
di tanatore | 25 aprile 2007 ore 09:20
La routine mi annoia, mi uccide se continuo così non ce la posso fare...Dai, muoviti che sono già le sette, fuori è buio e inverno: gelo e nebbia.Salto in macchina e parto, un occhiata al termometro sul cruscotto che scende.Dopo poche centinaia di metri il "beep" del pericolo ghiaccio.Anche oggi c'è un ambiente surreale: brina e ghiaccio e 'sta maledetta nebbia.Però guarda, si dirada e comincio ad intravedere le piante, cavolo ho le mani gelide.Ecco arriva il mio pezzo di strada preferito: svolto e alzo un po' il piede dal gas.Il torrente però non è ghiacciato, la cascina sbuca con il tetto dalla nebbia che ricoprela terra nuda e gelata.Quando arriva il radiogiornale delle 7,30 le notizie diventano un sottofondo sommessomentre io guardo nel muro di nebbia.I miei pensieri vagano a ruota libera, attraverso il piccolo paese e pregusto già il prossimo trattodi strada.Sono ancora qui fuori in mezzo al nulla, non si vede un granchè, ma non ho paura.Sono come a casa qui. La conosco palmo a palmo questa lingua d'asfalto.Mi ricordo di lui: con il suo inseparabile cappello che gli stampava la forma sui capelli bianchi,curvo come fosse ancora sui campi.Con il suo passo lento ed inarrestabile capace di zappare un campo intero senza fermarsi.Entrava in casa col suo passo leggero che stentavi a sentire e si toglieva il cappello solo per pregare ilSignore.Con quello sguardo che fissava spesso l'orizzonte e quella pazienza che solo chi ha amato la campagna come lui può avere.Le lacrime mi bagnano le lenti degli occhiali: se si dirada un po' la nebbia forse lui è là...che sogna ancora quelle colline.Quelle di cui mi parlava spesso quando ero un bambino e che anche a me sembrava fosse il posto più bello del mondo.Vorrei che potesse vederla con i miei occhi questa giornata di nebbia e di brina; sulla stessa strada di ogni giorno.In una giornata uguale a tutte le altre, ma diventata speciale, adesso vorrei che la strada non finisse mai.Spengo la radio e mi tengo dentro questa piccola magia.Lascio scivolare la macchina tra la nebbia ...con la pazienza di solo chi ha amato la campagna come lui, se ne è andato a far l'erba per i conigli su " quelle colline della Boglia ".Avevi ragione nonno: adesso sei nel posto più bello del mondo.Domenica passo a trovarti: chissà come sono cresciuti i tuoi conigli !...in memoria di mio nonno Pietro.Paolo.
Gino Paoli e le sue storie
di tanatore | 02 aprile 2007 ore 14:14
Il Dio distratto ( Gino Paoli )Se un bambino muore all'alba di una guerra senza fine con il viso abbandonato sotto un cielo spalancato mentre intanto suo fratello torna ancora nel macello e comandan le bandiere dove non comanda il cuorese una donna piange all'alba d'una notte senza tregua sul suo corpo diventato un ricordo da pulire e nessuno ha visto niente e nessuno ha fatto niente e comanda indifferenza dove non comanda il cuoreci son dei giorni che Dio guarda da un'altra parte forse non vuole vedere segue un altro cantieree se invece di morire uno soffre da impazzire e tu ancora cerchi un come mentre lui piange il tuo nome e non c'è niente da fare se non starlo lì a guardare e comanda l'esistenza dove non comanda il cuoreci son dei giorni che Dio guarda da un'altra parte forse non vuole vedere segue un altro cantierese la mia metà del cielo non è nera come il resto e se sul mio parallelo vive ancora la foresta se la mia piccola scimmia ride e canta nel suo nido e negli occhi di una donna ho trovato un porto allegro mentre fuori la tempesta sta squassando la sua festa e comanda solo il cuore nella casa del mio amoresperiamo proprio che Dio guardi da un'altra parte che non mi possa vedere segua un altro cantiere che lasci stare Dio le cose come stanno che non s'accorga di me segua un altro cantiere non darmi retta.Dio---------------------------------------------------------Mi piace davvero tanto riascoltare i miei vecchi dischi: in ognuno ci sono delle storie da riscoprire. In alcuni ti specchi dentro; in altri ti chiedi perchè mai li hai comprati. Alcuni sono emblematici come questo brano, che riascoltato mi è sembrato così talmente attuale come se fosse uscito...da poco.C'è la follia della guerra, il dramma dei malati terminali e la violenza sulle donne (psicologica e non).E la felicità di un allergro "nido famigliare", che mi dà la forza di continuare a sperare per questo mondo. Purchè Dio...segua un'altro cantiere !Gino, sei inimitabile !
Una bomba di fuoco
di tanatore | 23 marzo 2007 ore 14:52
Leggo spesso la versione on line del Corriere della Sera.Oggi una notizia mi fa tornare su delle riflessioni che avevo già fatto.Protagonisti due bambini, due innocenti, due figli come i miei o come i vostri.La madre è una martire: si è fatta saltare per aria nel 2004 al posto di confine tra Gaza e Israele.E con la sua deflagrazione ha ucciso cinque persone.La Tv palestinese Al Aqsa diffonde un' intervista ai bambini della madre "kamikaze" in cui un giornalista li invita a recitare poesie che inneggiano al martirio." ...definiscono la loro mamma «una bomba di fuoco». I piccoli sorridono, ovviamente non si rendono conto del significato delle parole, sembra che giochino."La madre si chiamava Rim Al Riyashi.L’azione suicida è vista come un gesto positivo, come qualcosa di naturale. E colpisce vedere come i figli di Rim siano in grado di dire quanti «ebrei ha ucciso» la madre.In passato a Hebron o Nablus, città palestinesi dalle quali sono partiti molti kamikaze, si vendono figurine con i volti dei «martiri»: dal semplice guerrigliero all’uomo bomba. Una degli effetti più devastanti dell’intifada è stato quello di alimentare nella società palestinese la cultura della morte e del martirio. Una realtà abilmente sfruttata da gruppi come Hamas o la Jihad per spingere altri seguaci sulla sua stessa via. A prescidere dalla loro età. In nome della causa si può sacrificare una donna come un bimbo.Ho pensato per un bel po' cercando di trovare un senso a tutto ciò, ma non ci riesco proprio.Penso a quella mamma...che è uscita di casa per andare a farsi saltar per aria: avrà pensato almeno per un attimo ai suoi figli?Come possiamo giudicare il suo gesto? Sarà una martire o solo il gesto di una determinata convinzione,che il corso degli eventi promuoverà o dimenticherà per sempre?Nella follia delirante di questa guerriglia fratricida esiste ancora un barlume ...di speranza?Io al mattino accarezzo i miei figli che stanno ancora dormendo ed ho tanta voglia di tornare a casa per rivederli ancora.Che razza di cultura è quella della violenza? E' una spirale senza fine di offese e di vendette, in cui non si bada a mezze misure, in cui si è disposti a sacrificare sè stessi ed i propri figli.E le missioni di "pace" in quei territori a cosa servono se sono fatte da soldati armati? Uomini, professionisti della guerra che portano altra violenza dove ce n'è già da vendere.Sono queste le cose che noi occidentali vogliamo insegnare agli altri? Mi sembra che se la stanno cavandobenissimo da soli.Morire senza avere da mangiare è una realtà tremenda sul nostro pianeta, ma morire per la "cultura del martirio" è una scelta senza speranze per il futuro. Non è una scelta facile e molte volte è una scelta obbligata, me ne rendo conto. Speriamo che qualcuno spezzi "la catena" e cambi qualcosa, non c'è altro...sperare...
day five
di tanatore | 18 marzo 2007 ore 21:40
E' vero, si dice, da qualche parte si deve pur cominciare.Quando cominci un tuo diario e sono tanti anni che non ne fai più,sul momento non ti viene proprio niente da scriverci.Però ci provo e vediamo come si evolverà questa nuova esperienza.In questi giorni riflettevo spesso su come sono cambiato da quando avevovent'anni ad oggi che son vicino ai cinquanta.La passione per la chitarra c'era già e negli anni è rimasta...fedele.Aldilà di questo però il mio modo di pormi di fronte alla vita è molto diverso da trent'anni fa.Ero e sono un sognatore, ma allora anche molto timido e un po' introverso,a volte restio nel propormi o nel dire: " Questo lo so fare io !".Oggi mi domando se la strada che ho percorso, lunga o corta che sia era quella giusta;se sono arrivato da qualche parte era veramente qui che volevo arrivare?E per parafrasare un celebre brano di Gino Paoli: " ...e sono ancora qui...qui con le mie domande ...e sono ancora qui...cosa farò da grande ?"Ero giovane ed avevo molte certezze, nonostante tutto mi sembrava che ci fossero dei puntidi riferimento che non potevano cambiare o ingannarmi.Oggi che ho percorso una parte del mio cammino non sono più sicuro se faccio bene a perseguirei miei ideali o se farei meglio a cambiarli per vedere " che differenza c'è ".A volte mi sento proprio un semplice ingranaggio che qualcosa fa ruotare, ma che non può deciderese star fermo o continuare a ruotare...magari in senso opposto !La mia famiglia è la cosa più importante che ho, il mio progetto lanciato nel futuro, per me per mia moglie e per i miei figli.Stiamo bene insieme, non ci sono conflitti, il dialogo con i nostri ragazzi è aperto, mi preoccupa il loro futuro...dove li porterà questa benedetta vita?Sapranno trovare la strada o si troveranno anche loro in qualche posto senza sapere come tornare indietro e senza sapere come e dove andare...avanti ? La nostra società ti inganna facendoti credere che hai bisogno di cose che ti faranno stare meglio, più appagato, più felice, più ricco, più, più, più... sempre di più !Quando li raggiungi ti accorgi che erano solo miraggi, neve al sole, sabbia che sfugge tra le dita.Cara la mia musica, non mi tradirai proprio tu ?Ho bisogno di te...quando si va in scena e l'adrenalina sale a mille so che sono nel posto giusto.Poi posso tornare alla routine del lavoro ed ai piccoli e grossi problemi di ogni giorno.Il piccolo ingranaggio è uscito dalla sua sede, ma poi qualcuno l'ha rimesso a posto.Per fortuna che si è dimenticato di mettere l'anello di tenuta e quanto prima scapperà fuoriun'altra volta.
Santana - Lotus
di tanatore | 08 gennaio 2007 ore 23:48
tanatore scrive: Un periodo di riposo mi ha dato il tempo per recuperare e portare su cd un vecchio album su vinile. Il disco in questione è " Lotus " di Carlos Santana, un triplo ellepì registrato dal vivo nel 1973 nel tour in Giappone.Essendo il microsolco ancora in ottime condizioni di salute il recupero è stato facile, ma sono rimasto veramente sorpreso dalla bellezza dei suoni e dalla qualità della ripresa audio. Solo la ripresa delle voci è in alcuni punti non è molto precisa e si confonde un po' con il resto della band. Durante l'esecuzione non ci sono soste tra un pezzo e l'altro a parte quando bisogna voltare il disco...
Laney LA65c, amore a prima vista ?
di tanatore | 16 maggio 2006 ore 12:38
tanatore scrive:E' da un po che manco sulle pagine di Accordo. E' sempre più facile leggere che scrivere. Il motivo è un nuovo acquisto di cui sono molto soddisfatto e volevo sentire i vostri commenti in merito, e perchè no? Anche le critiche. La premessa è sempre la solita, mi rivolgo a quelli che hanno scarso budget a disposizione e che non si ritengono (io per primo) dei professionisti della 6 corde.Ho acquistato un amplificatore per acustica e precisamente un Laney La 65 C.
Prova sul campo Zoom 707 II
di tanatore | 21 gennaio 2006 ore 12:12
tanatore scrive:Questa recensione è indirizzata a quelli che ,come me, non sono nè si ritengono professionisti e non vogliono investire cifre da capogiro per pedaliere personalizzate o multieffetti di fascia alta. Detto questo procediamo pure. La mia speranza è quella di essere utile a qualcuno, come molte volte mi è stato utile leggere gli articoli sul sito di accordo.it.
E-Bow questo sconosciuto: geniale o fregatura?
di tanatore | 28 novembre 2005 ore 09:41
tanatore scrive: Mi sono imbattuto nel sito della e-bow all' indirizzo www.ebow.com e non ho capito per nulla se questo "aggeggio" (cioè l'e-bow) è una bufala o funziona veramente e soprattutto come funziona. Se come credo di intuire sfrutta dei campi magnetici non potrebbe rovinare o interferire con i pick up della chitarra? Come si usa? Il sito non è molto chiaro le spiegazioni e i campioni sonori che si possono scaricare lasciano un po' sconcertati. Sapete darmi qualche indicazione? E' venduto anche in Italia, per esempio sul sito di www.strumentimusicali.net dal quale ho preso questa laconica descrizione: EFFETTO PER CHITARRA Accostandolo alle corde della chitarra crea un campo magnetico che la mette in vibrazione fino a quando l'e-bow non viene allontanato. Può fornire effetti di sustain infinito, arpeggio, e riproduce perfettamente i seguenti strumenti: violino, violoncello, flauto, clarinetto. Viene utilizzato da U2, Van Halen, Phil Collins, David Bowie, Metallica, Def Leppard, Peter Gabriel, Queen. Come diavolo fa a riprodurre gli strumenti citati? Grazie infinite a chi chiarirà i miei dubbi.
Impressioni d'uso Cube 60D Roland
di tanatore | 21 novembre 2005 ore 09:42
tanatore scrive: Apro l'imballo delle scatolone ed estraggo il Cube 60 D.In precedenza ho già avuto il Cube 30, per cui conosco già il mio "pollo". La cura costruttiva di questi ampli (made in Cina ) è ad un buon livello, ma senza fronzoli: robusta ed elegante quanto basta.
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