La ricerca e sviluppo firmata Jensen giunge al 2021 con il primo altoparlante della serie Jet a ospitare la tecnologia Reinforced AlNiCo.
Come il nome stesso suggerisce, il spinge 40 watt attraverso un cono da 12 pollici abbinato a un magnete in Alnico, protagonista di una lunga fase di studio sulla base di quanto già sperimentato con l’apprezzato Blackbird 100.
Il risultato è un altoparlante che promette bassi generosi, tono vintage e, al tempo stesso, la capacità di adattarsi ai contesti più moderni.
A Ignazio Vagnone per Jensen Loudspeakers abbiamo quindi chiesto: com’è nato il progetto Blackbird 40?
Il Blackbird 40 nasce da una forte pressione del mercato per avere una versione di potenza più contenuta rispetto al Blackbird 100 che, come suggerisce il nome, è un 100W.
C’è una forte convinzione nella community dei chitarristi che un altoparlante così potente come un 100W abbia bisogno di una sezione di potenza molto performante per potersi “esprimere” al meglio. In realtà non è esattamente così, ci sono decine di esempi di altoparlanti di potenza elevatissima, anche 200W o 300W RMS, che si comportano alla perfezione con amplificatori di potenza medio-bassa. Basti pensare alle migliaia di tracce registrate con i Deluxe Reverb da 22W, vitaminizzati con altoparlanti ElectroVoice EVM12L o JBL: Larry Carlton, Robben Ford, Jay Graydon, Jeff Baxter, Steely Dan, eccetera. Se un altoparlante ha una buona sensibilità e una membrana non troppo pesante, lo spingi alla perfezione anche con una manciata di W.
Detto questo, interessava anche a noi esplorare la possibilità di un altoparlante dal carattere vintage, di potenza contenuta, ma in grado di avere una grande resa anche con suoni moderni, fino (quasi) alle applicazioni high-gain, e quindi ci siamo cimentati in questa avventura. Abbiamo preso a riferimento il Blackbird 100, ovviamente, e il più amato dei 12” vintage della nostra gamma, il Jensen P12Q, un AlNiCo vintage con una presenza molto caratteristica, usato nei vecchi Tweed Deluxe, per esempio, e attualmente da Supro nel nuovo Black Magick e da Sundragon nel suo ampli replica del vecchio Supro Thunderbolt pesantemente modificato con il quale Jimmy Page ha registrato Led Zeppelin I e II.
Abbiamo voluto preservare quel carattere del P12Q, e addolcirlo lievemente per attenuare le armoniche superiori. Questo per controllare il comportamento dell’altoparlante con i suoni più spinti e saturi, che generano un’enorme quantità di armoniche. Troppa energia sopra i 6kHz e si rischia che queste armoniche siano troppo in evidenza, con un suono aggressivo e abrasivo. Per bilanciare la gamma alta così performante era necessario rinforzare la gamma bassa, e abbiamo ottenuto questo risultato lavorando sul complesso magnetico e sul trattamento dei bordi e delle sospensioni della membrana, per avvicinare il comportamento a quello del Blackbird 100, che è rinomato per essere uno degli speaker più sofisticati ed “eleganti” che ci siano oggi, con una resa sui bassi davvero impressionante per qualità, quantità e controllo. Dalla fusione di questi elementi è nato il progetto Blackbird 40.
Puoi svelarci qualcosa di più su quanto è stato fatto riguardo il magnete?
Il magnete è il “motore” dell’altoparlante. In linea generale, più questo motore è performante, più riuscirà a spingere e nel contempo anche a controllare il movimento della membrana. Un magnete piccolo genera bassi corposi, morbidi, ma anche a rischio di essere poco controllati. Un magnete più grande rende i bassi più profondi e potenti, e anche più fermi, controllati, asciutti, quindi nella direzione giusta. Però un magnete grande incide fortemente sul peso complessivo dell’altoparlante e, soprattutto se AlNiCo, costa molto di più. Quindi abbiamo lavorato su una tecnologia esclusiva per “rinforzare” il caricamento del magnete, senza aumentare la quantità di AlNiCo. Siamo riusciti a ottenere il 30% di flusso (quindi di potenza) in più rispetto al magnete del P12Q, arrivando al risultato che volevamo senza incidere in modo significativo né sul peso né sul costo.
Questo processo... sorry, ma è una tecnologia proprietaria alla quale abbiamo dato il nome di “Reinforced AlNiCo”. Non credo di poter svelare molti altri dettagli al riguardo!
Per quale tipologia di amplificatore lo vedi più indicato?
Direi per qualsiasi applicazione dove si vada a cercare un suono classico e presente, dal pulito al crunch più corposo e mordente. In applicazioni jazz, swing, bebop, la qualità quasi acustica del medio alto lo rende molto piacevole. Per i generi come country, pop, roots rock, classic e hard rock si comporta come un Jensen vintage, quindi con una bella presenza, senza sconfinare in suoni troppo affilati. Quando lo si spinge in suoni distorti, sia usando il clipping degli amplificatori sia usando pedali anche aggressivi come i fuzz, il BB40 esce benissimo, senza scomporsi anche se fai palm-muting e conserva quell’attacco alla Led Zeppelin, ben supportato dalla gamma bassa che spinge forte, senza slabbrarsi.
Il feedback che abbiamo dai costruttori di amplificatori che lo hanno già provato, e in certi casi anche già approvato per alcuni prossimi progetti, in genere può essere riassunto come un altoparlante versatile, con un suo carattere ben presente, adatto ad amplificatori di buona caratura, equilibrati, sia di stampo americano sia inglese.
Diciamo che, per quanto si comporti bene con suoni anche spinti, il BB40 non è e non vuole essere un altoparlante da 4x12 oversized chiusa e via di djent o nu-metal. Le configurazioni di cabinet nelle quali sembra trovarsi meglio sono la 1x12 e 2x12 open back o ported. La potenza è fino a 40W continui a normativa AES, quindi il dato è molto conservativo, visto che il segnale di una chitarra elettrica è decisamente caratterizzato da una natura “transiente” piuttosto che “continua”. In pratica, sebbene valga sempre il suggerimento di mantenere un rapporto di 1:2 tra la potenza erogata dell’ampli e quella sopportata dall’altoparlante, direi che gestisce in scioltezza anche ampli da 30W o 40W, se usati con un minimo di raziocinio!
Ci dai qualche suggerimento su come scegliere il cono giusto per il giusto suono?
Discorso molto complesso. La natura degli altoparlanti per chitarra è formata da tanti elementi e tante variabili. La stessa curva di risposta in frequenza è uno strumento attendibile per giudicare un altoparlante da basso, o da HiFi o da impianto di amplificazione, in realtà non dice tutto su come suonerà un altoparlante da chitarra. Senza addentrarci in discussioni troppo tecniche, possiamo però segnare alcuni spunti:
1) Guardate e “soppesate” la membrana dell’altoparlante. Più è leggera, sottile e morbida al tatto, meno corrugazioni ha, meno trattamento sui bordi e sulle sospensioni, meno sarà rigida: quindi più distorsione armonica, un suono forse più ricco, ma meno controllo e fermezza man mano che si sale in volume e si scende in frequenza. Una membrana pesante, molto corrugata e molto trattata sarà al contrario più rigida, più ferma e asciutta, con bassi più profondi, ma avrà necessità di un magnete più potente per spingerla a dovere.
2) in estrema sintesi, a bobina mobile di piccolo diametro (inferiore a 1 1/2”, 38mm) corrisponde un suono più brillante ed aperto. A bobine grandi, 2” (50mm) e oltre, corrispondono suoni meno presenti e più arrotondati sugli acuti. Il Blackbird 40 ha una bobina da 1 1/4” (32mm). Per riferimento, la dimensione tipica delle bobine degli altoparlanti di stile inglese, come quasi tutti i Celestion, è 1 3/4” (44mm), una dimensione che ha quell’aggressività sulle medio alte caratteristica del “British Sound”. Come ulteriore esempio, il Blackbird 100 ha una bobina da 2” (50mm). Un ElectroVoice EVM12L ha la bobina da 2,5” (63mm), ed entrambi si distinguono per un estremo alto ben esteso, ma per nulla aggressivo.
3) Del magnete abbiamo già detto: magnete piccolo, bassi morbidi, “loose”. Magnete grande, più efficienza, bassi profondi e fermi, più “tight”.
Parlando invece di materiale magnetico, in generale i magneti in ferrite (quindi i cosiddetti “altoparlanti ceramici”) tendono a suonare in modo più lineare, con poca compressione dinamica, un suono presente e immediato.
I magneti AlNiCo hanno invece una caratteristica compressione dinamica, molto musicale e progressiva con l’aumento della pressione sonora. Molto spesso hanno una brillantezza ed un’ariosità superiore ai ceramici, per l’andamento diverso della curva di impedenza dovuta al magnete.
Per finire, gli altoparlanti con magnete al neodimio sono ormai totalmente maturi. È finita da tempo l’epoca in cui un altoparlante per chitarra al neodimio spesso suonava freddo, duro e aggressivo. La tecnologia si è evoluta molto rapidamente e la generazione attuale degli altoparlanti Jensen Tornado (così come i Celestion Creamback Neo e Vintage Neo, e diversi altri sul mercato) non ha nulla da invidiare rispetto alle versioni tradizionali ma, ovviamente, ha il grande vantaggio di pesare meno della metà. Timbricamente il Neodimio è più simile all’AlNiCo che alla ferrite, quindi con una bella compressione dinamica, una gamma alta notevole, e i bassi pieni e rotondi.
Ovviamente, tutte queste caratteristiche si intrecciano e interagiscono l’una con l'altra. Bisogna poi verificare come il singolo altoparlante si interfaccerà con il singolo cabinet, aperto, chiuso, accordato, fixed baffle o floating baffle, cabinet in massello o in multistrato, e come si interfaccerà con lo stadio di uscita dell’amplificatore.
Il consiglio migliore che posso dare è quello di raccogliere la maggiore quantità possibile di informazioni, che siano articoli, video o esperienze in prima persona, per farsi un’idea più chiara possibile.
Noi abbiamo sviluppato, insieme alla tedesca TonePedia, un motore di comparazione online che permette di ascoltare vere registrazioni dei nostri altoparlanti, suonati da vere chitarre e ampli in commutazione istantanea, . Fateci un giro e avrete la conferma che l’altoparlante incide per una percentuale enorme sul vostro suono!
Qui il video del “The Making Of”.
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