Prescindendo dal conflitto verbale sul corretto uso dei 2 termini “Tremolo” e “Vibrato”, Leo Fender dimostrò essere un genio perché, quando assemblò il primo ponte della sua Stratocaster (tra il 1952 ed il 1953), tenne in considerazione soprattutto la semplicità di regolazione e manutenzione. Però poi invece ne venne fuori un accrocco straordinariamente complesso, forse un vero e proprio gioiello della meccanica (non ne esistano fotografie, ma ci potrebbe essere d'aiuto l'immaginazione, partendo da quello successivo e diventato poi definitivo), ma che faceva suonare la chitarra come una scatola di cartone con elastici tesi sul suo coperchio. Nessun sustain, nessuna armonica, con il complesso di molle, variabile forse di nuomero anche in quel caso, che rendeva il sistema estremamente efficiente (parole del compianto Freddie Tavares che partecipò al progetto nel 1954, però sua è la paletta della chitarra), ma che assorbiva tutta la magia del suono delle corde, facendo si che i pickups monobobina (inizialmente ne furono montati fino a 5 per fermarsi ai 3 che conosciamo e di cui quello al ponte inclinato per catturare meglio gli acuti) raccattassero solo vibrazioni risultanti più che misere. Bill Carson, un chitarrista swing della California Western che collaborava con Leo e che disse del "Custom Contouring" della Stratocaster, le precedenti chitarre Fender avevano il body squadrato, che: "Si adatta meglio al tuo corpo come dovrebbe fare una camicia ben fatta", fu il primo ad avere il coraggio di dire la cosa al capo il quale, da persona intelligente quale era, invece di incavolarsi come tutti si aspettavano, prese il prototipo della Stratocaster, ne svitò il ponte e dopo averlo osservato con occhio critico, lo gettò, senza pensarci sopra 2 volte, nel rottame metallico da riciclare. In quel momento nacque forse il progetto della Fender Stratocaster quale noi oggi la conosciamo, rimasta pressoché invariata da quel 1954, perché Leo Fender decise d'iniziare il tutto da capo e dedicarsi a trovare il miglior compromesso possibile tra la qualità del suono e la semplicità di manutenzione. Però ci volle quasi un anno per farsi venire in mente il sistema a blocco d'inerzia che lui chiamò "Synchronized Tremolo", ma così cambiò la storia della musica, poichè senza quel ponte e della chitarra che lo monta, la Fender Stratocaster, Buddy Holly in primis, seguito dal compagno di sventura Ritchie Valens, poi da Cliff Richard nel 1959 che l'acquistò per il suo chitarrista Hank Marvin, solista degli "The Shadows", quindi da Jimi Hendrix con la sua "Black Beauty", a seguire Eric Clapton (anche se inizialmente, cioè da quando entrò a far parte dei Cream, lo si vide con al collo invece una Gibson), seguono il compianto Stevie Ray Vaughan, David Gilmour dei Pink Floyd, Mark Knopfler dei Dire Straits, ecc. ecc. tutti questi non avrebbero mai potuto regalarci i loro suoni annoverati tra i più belli della storia del rock e non solo. Il Synchronized Tremolo è un ponte con funzione anche di attaccacorde, straordinario però perché nato da un compromesso tra funzionalità e suono, ma non semplice da gestire (oggi poi con i Kahler e Floyd Rose la cosa è peggiorata), a seguire le chitarre di Leo montarono altri sistemi di cui alcuni separati con il ponte mobile, vedi Jazzmaster, Jaguar e l'ultima di casa Fender non ancora venduta a CBS, la Mustang, evoluzione della Duo-Sonic II.
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