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Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG
Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG
di [user #116] - pubblicato il

Irriverenti, cinici e irrispettosi, questi due profili impazzano sui social demolendo e deridendo manie, falsi miti e luoghi comuni della musica e dei musicisti. E sono assolutamente irresistibili. Domenica 28, alle 15:00 saranno sul palco di SHG: cerchiamo di capire perché.


Chi è un Riccardone?
GIOVANNI ALL'HEAVY:Il Riccardone è un musicista (o, anche ascoltatore) che mette i musicisti davanti alla musica e la tecnica davanti ai contenuti. Al Riccardone non importa cosa ci sia su un disco, l’importante è che il tutto sia eseguito, registrato e missato bene, con strumenti all’altezza e da musicisti con nomi altisonanti. Il Riccardone è capace di ascoltare anche un disco di un artista che non gli interessa, a patto che ci sia Marcus Miller al basso o Colaiuta alla batteria.
IL MUSICISTA CHE AVANZA:Si potrebbe scrivere un libro a riguardo e c’è chi lo ha fatto (digitate “Riccardone” su Google).
Per me il Riccardone è colui che, in qualsiasi mestiere artigiano, antepone ad ogni cosa la tecnica, il manierismo e la “correttezza” in senso lato. Il Riccardonesimo è frutto dello studio organizzato ed ossessivo, che ovviamente non è un male di per se, anzi: è fondamentale per apprendere un’arte ed automatizzarne i processi basilari.
Ma è necessario, dopo un certo periodo, svincolarsi da quell’approccio, per evitare di diventare un architetto che progetta palazzi tecnicamente incredibili, ma non funzionali all’abitabilità, oppure...un batterista che ascolta “L’Imboscata” di Battiato per sentire Gavin Harrison. Tutti noi che abbiamo studiato uno strumento in modo approfondito custodiamo il seme del Riccardonesimo, ma imparando a riconoscerlo e a gestirlo non c’è alcun problema.
Anzi, da quando ho guardato in faccia il Riccardone che è in me, mi diverto molto, molto di più! ​

Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG

Ma il Riccardone è una figura del passato o è una patologia che ha attecchito anche nelle nuove generazioni?
GIOVANNI ALL'HEAVY: Penso ormai sia una cosa del passato, è una patologia ricorrente presso i “boomer” cresciuti negli anni ’80-’90. Ma attenzione, il Riccardonesimo si sviluppa ancora nelle scuole di musica e ci sono dei casi in cui viene tramandato dagli insegnanti agli allievi.
IL MUSICISTA CHE AVANZA: Il Riccardonesimo è insito nell’uomo da sempre (vogliamo parlare della polifonia fiamminga?), ma ha curiosamente assunto un importante ruolo nella cultura pop durante gli anni ‘80 del secolo scorso.
A causa dell’avvento del rap e dei movimenti di Seattle, da metà anni ‘90 in poi il fenomeno si è spostato nelle retrovie, ma non è sparito, semplicemente non necessariamente evidente.
Diciamo che i ragazzi della generazione Z non sono stati esposti agli strumentisti “EROICI” come in precedenza, ma possono apprenderlo o interessarsi ad ambiti in cui il Riccardonesimo oggi è dilagante.
Ad esempio? La produzione audio...Billie Eilish? Io non l’ho detto.

Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG
 
Voi siete maestri nel fare satira sulle nevrosi dei musicisti che riuscite a scorgere con una sensibilità particolare. Quali sono, ai vostri occhi, le nevrosi del musicista medio che si affaccia a una fiera di musica?
GIOVANNI ALL'HEAVY: Ci sono vari tipi di musicisti, c’è chi è qui per farsi vedere o prendere contatti, chi è realmente curioso e vuole provare nuovi strumenti. E poi c’è chi suona di merda ma pensa che la colpa sia della chitarra e crede che, dopo 20 anni passati a cambiare 3 chitarre al mese senza risultati, troverà finalmente lo strumento che cambierà la sua vita e il suo modo di suonare.
IL MUSICISTA CHE AVANZA:Tendenzialmente nei contenuti ironici proietto le mie esperienze e nevrosi, ma non vado ad una fiera dal 2001 e sono curioso di vedere cosa succederà...Forse su questo Giovanni è più ferrato di me.
 
Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG

Sono certo che una figura sulla quale avreste molto da dire è quella del dimostratore tamarro…
GIOVANNI ALL'HEAVY: Non ho mai trattato l’argomento, ma sono certo che in questi due giorni troverò ispirazione.
IL MUSICISTA CHE AVANZA:Quando ero giovane, andando alle fiere, sognavo di poter diventare anche io un dimostratore: miliardi di note in sweep picking davanti ad un pubblico sbavante.
Poi è arrivata la pubertà.
 
Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG

Perché parlare dei Maneskin manda in tilt i musicisti?
GIOVANNI ALL'HEAVY: Per diversi motivi. C’è chi semplicemente è frustrato, perché da 20 anni le prova tutte e non riesce ad andare oltre il palco della sagra del cinghiale, mentre questi ragazzi scalano le classifiche di tutto il mondo. C’è chi è realmente schifato perché effettivamente è un progetto che, per quanto sia realizzato in maniera magistrale, è studiato a tavolino e non ha nulla di artistico. Ma allo stesso tempo c’è chi li difende perché “almeno fanno musica con gli strumenti veri”, come se scimmiottare la musica di 40 anni fa fosse a prescindere un merito.
Per come la vedo, quindi io, le critiche ai Maneskin ci possono stare.
Però siamo sicuri che, chi li critica, sia in grado di offrire qualcosa di più interessante, o quantomeno di provarci?

Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG

IL MUSICISTA CHE AVANZA: Ci provo. I Maneskin sono un gruppo perfetto sotto diversi aspetti: tecnica, produzione, look, storytelling, management, marketing.
Il tilt nasce dal fatto che ancora troppi musicisti non distinguono in modo lucido la musica/lavoro dalla musica/espressione, giudicando erroneamente ciò che viene proposto. Da qui la diatriba tra chi urla “Fanno schifo, non sono rock!” e chi dice “Cultura italiana giovanile!Sempre meglio della Trap!”. 
Entrambe le posizioni sono fuori fuoco, in quanto non tengono conto del fatto che Maneskin sia fondamentalmente un’azienda (come chiunque altro a quei livelli mediatici) e si serva della musica come mezzo per veicolare tutti i prodotti che offre.
Non è complottismo, ma semplicemente uno dei modi in cui è possibile oggi lavorare con la musica (conoscete Fedez?).
La genialità loro (e dei produttori a cui vanno i miei sinceri complimenti) è di aver gestito il prodotto in modo magistrale, riuscendo a far arrivare a livelli altissimi una musica che si basa sulla rievocazione storica, un sound appartenente ad un’altra epoca, condito con un look che porta a discutere di tematiche attuali.
I Maneskin dunque non fanno schifo, anzi, sono fin troppo bravi, ma non appartengono realmente alla cultura dei giovanissimi di oggi che, anche se magari può far storcere il naso, sentono più vicina la trap.
Dunque rilassiamoci e prendiamoli per quello che sono.
In ogni caso, a chi si sta ancora chiedendo se siano una band rock o meno, la miglior risposta l’ha data il test antidroga negativo di Damiano.

Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG

Francamente non ci è ancora chiaro che venite a fare a SHG?
GIOVANNI ALL'HEAVY:Io sono qui perché tutti mi dicono che suono di merda, ma non capiscono che è colpa della chitarra. Sono sicuro che in questi due giorni troverò lo strumento che cambierà la mia vita ed il mio modo di suonare.
IL MUSICISTA CHE AVANZA: Per quanto mi riguarda, è una questione meramente economica.
 
 Giovanni All'Heavy & Il Musicista che Avanza: assieme a SHG
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