"Questa lezione è la prima di un ciclo in cui ci serviremo di un mio brano per affrontare e studiare diversi aspetti tecnici, ritmici e armonici in un contesto chitarristico Progressive, Metal, Djent. Per iniziare a studiare questo pezzo partiamo dall’aspetto armonico: io penso al brano come in Em.
Si parte dal B7, quinto grado del Em che, quindi, considero come maggiore, di Dominante. Infatti, utilizzo spesso la corda di A a vuoto, che è la b7 del B: ne rimarca il carattere di accordo di Dominante, enfatizzando la nota caratteristica del Misolidio, la settima minore. Dal B7 la progressione non risolve subito sul Em, ma si sposta prima sul G maggiore, poi sul Em per poi chiudere sul C maggiore, sesto grado bemolle del Em. Per cui, fatta eccezione per il riff iniziale - che penso come un pedale modale in Em - il brano gira su questi accordi: B7, G, Em e C.
Sull’accordo iniziale di B7 utilizzo il Misolidio oppure il Misolidio b2, b6 () modo estrapolato dalla Scala Minore Armonica. Il fatto che del B io suoni a livello ritmico le semplici note dell’arpeggio, mi offre una certa libertà armonica nelle scelte melodiche.
L’utilizzo della corda a vuoto a cui facevo riferimento prima è anche decisiva per l’approccio al selective picking: suono la prima nota, faccio il pull off e le restanti note (sia sulla stessa corda che su quella sovrastante, più bassa) le prendo con l’hamer on from nowhere.
Nel dettaglio, concentrandosi sulla meccanica della pennata, io parto sempre da una nota plettrata verso il basso a cui segue il pull off. Nel caso del riff, quindi, plettro verso il basso il E al 7° tasto sulla corda di A e poi faccio risuonare la stessa corda a vuoto con un pull off. È importante partire con una nota verso il basso: qualora dovessi iniziare questa parte preceduto da altre tre note, le organizzerei come sù-giù-sù per essere certo di mantenere un flusso alternato e partire – come detto – verso il basso.
Il riff si sviluppa attraverso una polimetria in 9/8 che analizzeremo in maniera dettagliata in una prossima lezione. Quello che mi preme sottolineare è che questa parte rappresenta un tema ritmico. Spesso nel mio approccio alla scrittura propongo dei temi che hanno uno sviluppo più ritmico che melodico. In questo caso, mi piaceva questa cellula in 9/8 che ho sviluppato sopra un 4/4 e muovo attraverso gli accordi. (Nella parte dell’assolo la suono incollato alla cassa, tutta in pennata).
Per affrontare una parte come questa è fondamentale avere la piena consapevolezza di dove ci si trova sul quattro, bisogna riuscire a contare i quarti. Soprattutto per capire esattamente dove avvengono i cambi. Sono due binari che viaggiano paralleli: la cellula ritmica in 9/8 che devo riuscire a cantare e la pulsazione in 4 su cui devo riuscire a battere il tempo con il piede su ogni quarto, scandendolo, possibilmente appoggiandosi al backbeat della batteria.
A livello stilistico, riferimento artistico iniziale per sviluppare questa sensibilità ritmica sono i Meshuggah che, però, hanno talmente estremizzato l’aspetto ritmico da eliminare quasi l'intenzione armonica/melodica. L’evoluzione del loro approccio (che rimette quindi in gioco l’armonia) è stato sviluppato da Periphery, Tesseract o Monuments.
Personalmente mi piace sperimentare molto sul ritmo che ritengo essere l’aspetto più vivace nella scrittura del prog moderno." (RALPH SALATI)
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