La carriera di inizia a metà degli anni ’70 e lo porta, in quasi mezzo secolo di fittissima attività, ad essere considerato oggi uno dei batteristi italiani più apprezzati a livello internazionale. La lista delle collaborazioni è sconfinata e spazia da Chet Baker, Pat Metheny, Mike Moreno, Chris Potter fino al trombettista Freddy Hubbard, il sassofonista Gato Barbieri e, ancora, George Coleman, Steve Lacy, Enrico Rava...
Ma quello che eleva Gatto da semplice eminenza strumentale, virtuoso della batteria jazz e la sua vocazione da autore: Gatto ha inciso svariati dischi a suo nome (citiamo solamente A TRIBUTE TO MILES DAVIS QUINTET, OMAGGIO AL PROGRESSIVE, THE MUSIC NEXT DOOR, ROBERTO GATTO LYSERGIC BAND, REMEBERING SHELLY…) e, soprattutto, ha contribuito alle musiche delle colonne sonore di alcune perle del cinema d’autore italiano come “Mignon è partita” e “Il Grande Cocomero” diretti da Francesca Archibugi.
è un debutto di Roberto Gatto come autore, anche se il batterista è, comunque, ben avvezzo al ruolo di Didatta insegnando da anni nei Conservatori, Batteria Jazz al Santa Cecilia di Roma prima e ora presso L’Aquila.
Il libro, come ben rimarcato dal titolo, è un testo con un chiaro indirizzo stilistico: è un metodo per chi vuole iniziare a studiare jazz dalle basi, consapevole che – come ogni genere – ci siano idiomi, strutture e formularità ben precise che richiedono una sensibilità dedicata.
Il Suono è tra gli argomenti principali del testo, fulcro del pensiero di Gatto che si preoccupa che l’esasperazione della ricerca ed efficienza tecnica delle nuove generazioni li allontani dalla cura di uno dei tratti più distintivi di un musicista: la sua voce, il suo tono, il suo suono. Gatto si prefigge di aiutare chi studia ad immedesimarsi nel suono dei grandi maestri che hanno fatto la storia.
Altri argomenti portanti del testo sono lo studio dei diversi tipi di Swing che delineano diverse pronunce jazzistiche e la tecnica del Comping, che rimarca la missione del batterista che porta, supporta e accompagna il tempo dell’esecuzione. Non mancano, ovviamente, comunque studi per sviluppare l’aspetto solistico, supportate dalle basi tecniche necessarie per l’improvvisazione. Fiore all’occhiello del testo è la presenza di una figura iconica del batterismo italiano: Alfredo Romeo (storico direttore della rivista cartacea Ritmi) mette la sua sconfinata esperienza al servizio del testo, curandone la produzione. Sono proprio le parole di Romeo ad offrire la migliore presentazione di questo libro: “Sono sicuro che la lettura di questo libro saprà fare anche di voi dei batteristi migliori e più autentici, in quanto maggiormente consapevoli e partecipi della grande tradizione jazz di cui Roberto Gatto è - a pieno titolo - un esponente di punta”.
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