Sostieni Accordo
  • Accedi o registrati
  • Info e contatti
    • FAQ
    • Fai pubblicità su ACCORDO
    • Politiche di gestione dei thread
    • Regolamento di Accordo
    • Contatti e info aziendali
    • Privacy
    • Banner e ad-block
    • Servizio consulenza
    • Servizio grafico per le aziende
  • Scrivi
    • ...un post su People
    • ...un articolo o chiedi una consulenza
    • Segnala un appuntamento
  • Pubblicità
SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Le nostre sale prove e i primi esperimenti di registrazione

di TidalRace [user #16055] - pubblicato il 28 agosto 2022 ore 20:39
Nella seconda metà degli anni ‘70 mio padre aveva ancora la sua attività, dove produceva attrezzature per autofficine, in due capannoni oltre ad altri locali minori presi in affitto. Non essendo tramontata la sua passione per la musica suonata, decise di costruire nel capannone adibito a magazzino, un box con una semplice struttura in metallo e pareti in polistirolo per farne una sala prove. Mi ricordo che verniciai io stesso la struttura metallica in un colore crema. Fu riempito questo locale con una Fender Stratocaster, un Fender Precision, un piano Rhodes e rispettivi amplificatori Fender, tutti rigorosamente neri, mentre non ricordo la presenza di alcuna batteria. Sicuramente prese tutto questo con l’idea di pagarlo a rate, nel negozio del suo amico ed ex compagno di musica Veniero Mancinelli. Purtroppo poco tempo dopo fu costretto a chiudere la sua attività a causa di un forte esaurimento nervoso, quando io e i miei fratelli, troppo giovani, non eravamo ancora in grado di aiutarlo nella sua attività. Tutta la strumentazione tornò al negozio dopo essere stata usata pochissimo. All’epoca avevamo appena iniziato in due a studiare chitarra e piano e quella strumentazione era troppo in anticipo sui tempi.

La nostra prima sala prove a fine anni ‘70, inizio anni ‘80, quando eravamo in sette, quasi tutti capaci di fare quattro accordi con un’acustica e con un batterista alle prime armi, fu un salone parrocchiale di grosse dimensioni e praticamente vuoto, in cui nel periodo natalizio veniva realizzato un bel presepe, dotato di un riverbero e un rimbombo pauroso, ma che non costava nulla. La registrazione delle prove aveva dato risultati molto scadenti, proprio per le caratteristiche del locale. Dopo poche occasioni di esibirci si perse l’entusiasmo e il gruppo di sciolse.

Qualche anno dopo aver chiuso la sua officina e varie attività iniziate e terminate da dipendente, mio padre prese in affitto un seminterrato per costruire chitarre e bassi elettrici compresi i pickup, con un’avvolgitrice di sua creazione. Il locale fu dotato di un banco molto grande in ferro, che richiese un enorme sforzo per farlo passare nella piccola porta d’ingresso e dotato di varie attrezzature per tagliare e molare il legno. Insieme al locale principale c’era una piccola stanza di appena due metri per tre circa, che fu parzialmente insonorizzata e che diventò la nostra sala prove per un paio d’anni. Fu acquistata una vecchia batteria Arai tipo jazz, che occupava metà stanza, un valvolare Binson da 60W, un ampli a transistor per basso da 160W, mentre sia la chitarra, sia il basso era opera di mio padre. In tre stavamo già stretti, ma felici di andare un paio di volte la settimana, in genere il mercoledì e il sabato pomeriggio a sfogarci con la musica.

Oltre a questi strumenti avevamo un paio di microfoni di tipo electret condenser, ovvero microfoni alimentati a batteria stilo molto economici, il primo marchiato Philips e il secondo Maruni, dotati di cuffia antivento e nessun mixer. Il mio desiderio era quello di registrarci per riascoltare cosa veniva fuori e capire gli sbagli delle nostre esecuzioni per poterci correggere. Portai la piastra a cassette Akai nel nostro piccolo studio e vi collegai i due microfoni panoramici al centro della stanza e distanti almeno un metro uno dall’altro. I due microfoni avevano il compito di registrare, la batteria in stereo, il basso, la chitarra e le nostre voci. Per bilanciare il livello del canto, con quello degli strumenti a corda, che era in funzione del livello della batteria, trovammo la distanza più corretta delle nostre voci, leggermente più a sinistra una e leggermente più a destra l’altra. In definitiva i due microfoni riprendevano ciò che noi ascoltavamo e quindi il bilanciamento dei volumi dei tre strumenti era già corretto per l’uso. Anche se economici i due microfoni erano piuttosto fedeli per una ripresa panoramica di questo tipo. Lo stesso sistema di ripresa fu poi utilizzato per i primi spettacoli a cui partecipammo, per un concerto di musica classica di solo pianoforte, per dei canti natalizi di un coro ed altre esperienze.
Le nostre sale prove e i primi esperimenti di registrazione
In foto: un microfono electret condenser del tipo da noi utilizzato e la nostra prima piastra Akai a cassette.

Le cose migliorarono quando passammo prima per un vecchio impianto valvolare Davoli da 100 watt, con eco a nastro incorporato, poi per un moderno mixer Yamaha 8 canali da 120 watt stereo con equalizzatore grafico, a cui collegavamo le due casse Davoli e naturalmente microfoni più adatti al canto.

Per qualche tempo prima di abbandonare il locale, il nostro gruppo aveva un secondo chitarrista e per provare in quattro utilizzammo il locale più grande, con le lamentele degli abitanti del piano di sopra.

I nastri furono ascoltati tante volte fino ad arrivare, non certo come nuovi, alla fine degli anni ‘90, prima di essere ripuliti, riequalizzati e trasferiti su un compact disk. Purtroppo a parte qualche registrazione nella sala prove e un paio di esibizioni non potemmo registrare mai negli eventi successivi, gestiti dal service di turno e non ci preoccupammo mai di scattare una qualche foto, se non quelle fatte da altri come ricordo di quei tempi. Si viveva molto il momento senza pensare che un giorno sarebbe finito tutto.

Dopo un paio d’anni io e mio padre tentammo di resuscitare una gloriosa fabbrica di piattelli per tiro al volo, prendendola in gestione e trasferimmo la nostra sala prove in un locale a fianco della area adibita alla produzione. Il tentativo durò circa un anno, quando fummo costretti ad arrenderci per la nuova concorrenza dotata di macchine molto più moderne. La cessazione della attività coincise anche con la partenza per il servizio militare, nel lontano 1984, di mio fratello Emanuele, che era la voce principale e chitarrista del gruppo, il secondo a partire dopo Roberto che era appena entrato nel 1983.

Quando ritornammo a suonare in quattro nel 1987, non avevamo più una batteria, un locale per provare e gli strumenti costruiti da mio padre. Carlo il batterista prese in prestito una Yamaha, più completa e moderna della vecchia Arai, Emanuele aveva una delle prime Squier Stratocaster collegata al suo fido Mesaboogie, io un Gibson Ripper e Roberto credo che avesse una Ibanez di tipo Strat e il suo Fender The Twin. Trovammo prima una ex-scuola di campagna da tempo chiusa e poi un garage di una villa abitata solo in certi periodi dell’anno di una famiglia romana.
Le nostre sale prove e i primi esperimenti di registrazione
In foto: il Tascam Porta One degli anni ’80.

Non registravamo più nulla dai tempi del seminterrato anche se avevamo acquistato uno dei primi registratori a cassette multitraccia, lo storico Tascam Porta One che era utilizzato nella soffitta della nuova abitazione di famiglia, per la composizione di nostri brani e provini.

Ritornammo a registrarci live quando decidemmo di suonare in duo, io e mio fratello, nei locali della zona, ma questa è un’altra storia.


 

Dello stesso autore
100-140 watt solid state in stereo: un vecchio ampli nel cassetto
I video del mio Primitive 3 watt del 2003
Il mio ampli Primitive 3 watt a stato solido del 2003
Come si misurano le caratteristiche di un amplificatore di potenza e sistemi adottati per migliorarne il rendimento
Come si misurano le caratteristiche di un altoparlante
Ciao papà, un inguaribile appassionato.
Ripristino casalingo di un’acustica Aria 9634
Piano bar nel 2023
Loggati per commentare

di Ampless utente non più registrato
commento del 29/08/2022 ore 11:11:41
Un gran bel pezzo di storia, grazie per avercela raccontata e condivisa.
Rispondi
di strimp [user #13472]
commento del 31/08/2022 ore 07:23:44
C'è molto amarcord in questa tua bella storia, in fondo non molto diversa dalla mia.
Anch'io primo gruppo in un fienile, poi in un cinema parrocchiale dismesso, la stanza nel garage insonorizzata con pannelli di poliuretano e lana di roccia, la cantina con le provole appese...
Si suonava come dei cani e si registrava su la copia Fostex a cassette del Tascam One. Per un breve periodo è arrivato anche un Fostex a nastro 16 piste, ma suonavamo lo stesso molto male...
Però c'era più creatività, più voglia di stare insieme, di condividere sogni senza prendersi troppo sul serio.
Ora ho un'attrezzatura che mi permetterebbe di fare ben altre cose, peccato che non ho più l'incoscienza della gioventù.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 31/08/2022 ore 15:38:55
L'intento era proprio quello di far conoscere ai più giovani quali attrezzature si usavano con il gruppo e come ci si registrava, ben diverse da quelle attuali che spesso si basano su un IR piuttosto che su un altro, senza passare per nessun amplificatore. Sono contento che ti sia piaciuta.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 31/08/2022 ore 15:49:58
Bella storia, ricordo benissimo quei tempi.
Allora una sala prove e un registratore 4 tracce erano veramente un lusso.
Si suonava (veramente da cani), nemmeno nelle cantine, si suonava in box di lamiera o catapecchie.
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 01/09/2022 ore 08:54:51
Ciao TidalRace, di quel periodo felice (cioè anni a cavallo tra gli ultimi 70's ed inizio 80's), conservo 2 registratori: il primo è un 4 piste a "Bobine" TEAC 3440, 2 velocità e cioè 19,5 e 38 cm/s, più uno Yamaha MT1-X a cassette, comperato perchè, diversamente dal Tascam Porta One precedente, utilizza testine tipo quelle dei "Reverse", cioè a piste a due a due accoppiate e non equidistanti tutte e quattro, cosa che permette di leggere le normali cassette SIAE usandole però in un solo verso d'avanzamento. Circa 22 anni fa comperai nuovo e dimenticato su uno scaffale in un negozio di Latina, un Echorec Binson modello P.E.603 T. del tipo a Rack (dei vecchi modelli Echorec 2 ne ho posseduti almeno tre), conservo ancora il mio vecchio e fedele Shure 545 ed ho trovato un AKG D 12 degli anni 60oltre ad un Geloso M68 nuovo completo di scatolo originale. Mi dispiace solo di aver dato via sia il mio echo Meazzi che lo Space Echo Roland,di aver dato allo mia amica poliziotta Polfer Maria Anna sia un mio Shure 518 che un SM 58 ma lei merita ... le ho dato anche il mio primo PC portatille ed una cassa Jolly FBT, però adesso di quegli anni mi trovo 4 Bose Monitor TV ed un Sub-Woofer T8, sempre Bose, piùun paio di Tannoy e di Sony FBASS.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 01/09/2022 ore 15:32:2
Ciao Francesco, io invece non ho conservato nulla, a parte una 12 corde acustica simil Martin della Aria, una simil Telecaster e un'altra elettrica coreana con il mio circuito. Nessun basso tanto non suono più. l'ultimo un Hohner simil Steinberger fu svenduto da mio fratello Emanuiele quando aveva il suo negozio a Milano. Come amplificatori ho Line6 Spider II da 75W, un Epiphone Valve Junior Combo, un combo da 75 W di mia progettazione e realizzazione e una testatina ibrida da 3W con ECL82, anche questa di mia progettazione e realizzazione.
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 01/09/2022 ore 19:45:45
Premesso che di Valve Junior Epiphone ho solo la testata che uso collegandola ad una cassa Marshal 1912 da 150 W (sapessi come scocca, nessuno crede ai suoi 5,6 W), poi ho due vecchi Fender Valvolari, cioè un Supertwin 180 Black Label del 1989 a cui ho cambiato gli Speaker JBL con un'accoppiata Fender Eminence 80 e Marshal Celestion 80, un Fender Bassman 100 silver label solo testata in più un recente Fender Bassman 100 combo del 2003. Per casa ho un Peavey MAX 126 10W, un Fender Frontaman 10 ed un Micro Cube Roland..Ho recuperato molti bassi e chitarre tra Hofner, Framus ed EKO anche se me ne mancano un paio di allora, però ho trovato una Silvertone Amplicase 1458 a cui ho riavvolto l'unico pickup Lipstick. Tra Fender, MM, Gibson, Epiphone, Gretsch ed ibanez ne ho 8 di bassi e più 10 chitarre, senza contare le acustiche e altri strumenti a corda, mandolino Fender compreso. Poi di 12 corde ho una Epiphone FT-160 Norlin 1972 , FBASS.
Rispondi
Seguici anche su:
Cerca Utente
Scrivono i lettori
Zoom G2x Four: prime impressioni
Le chitarre dei grandi all'asta: c’è da fidarsi?
100-140 watt solid state in stereo: un vecchio ampli nel cassetto
Digitale, analogico o entrambi?
Il mio ampli Primitive 3 watt a stato solido del 2003
Dophix Dante: l'overdrive per il rock
I pickup fanno davvero la differenza?
La mia analisi di "Rock Bottom", l'ultimo singolo di Steven Wilson
Come si misurano le caratteristiche di un amplificatore di potenza e s...
Aggiungere il controllo footswitch al Yamaha THR

Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964